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Francia: choc per rivelazioni su abusi commessi da monsignor Santier 

Michel Santier

FRANCOIS GUILLOT / AFP

Mons Michel Santier all'inaugurazione della cattedrale di Créteil, il 20 settembre 2015.

Mathilde De Robien - pubblicato il 17/10/22

Le rivelazioni circa abusi commessi trent’anni fa su due giovani (maggiorenni) da mons. Michel Santier, già vescovo di Luçon (Vendée), poi di Créteil (Val-de-Marne), hanno provocato numerose reazioni in seno alla Chiesa. Le diocesi di Créteil, Coutances e Luçon hanno immediatamente reagito.

Un’ondata di choc ha nuovamente scosso la Chiesa in Francia, a partire dalla serata dello scorso venerdì 14 ottobre, dopo la pubblicazione da parte di Famille Chrétienne di un’inchiesta che rivela come mons. Michel Santier, vescovo di Luçon e poi di Créteil tra il 2001 e il 2021, avesse commesso «abusi spirituali a fini omoerotici» su due uomini (maggiorenni) negli anni 1990. 

I fatti sono stati rivelati nel 2019. Le due vittime hanno desiderato di restare anonime e non hanno voluto sporgere denuncia. Mons. Michel Santier aveva dato le dimissioni dal proprio ufficio nel 2020, due anni prima dell’età canonicamente disposta alle dimissioni [i 75 anni compiuti, N.d.R.], accennando a problemi di salute ma senza menzionare il caso. Nell’ottobre 2021 è stato oggetto di misure disciplinari da parte di Roma. 

I fatti si sono svolti nella diocesi di Coutances, dove era incardinato Michel Santier, allora direttore di una scuola di formazione alla preghiera per giovani dai 18 ai 30 anni. Il prete «ha esercitato un dominio psico-spirituale e sfruttato il proprio ascendente su due giovani, maggiorenni, a fini omoerotici», spiega Famille Chrétienne, precisando che i fatti sono stati commessi con una «strumentalizzazione dei sacramenti, in particolare quello della confessione». Interpellata da AFP, una fonte della diocesi di Créteil parla di atti di “voyeurismo” commessi nel quadro di un accompagnamento spirituale. 

Reazioni dei vescovi 

Venerdì sera, i vescovi di Créteil, Coutances e Luçon hanno immediatamente reagito mediante comunicati. Mons. Dominique Blanchet, vescovo di Créteil, tiene «ad assicurare della propria particolare compassione le persone vittime dei fatti», e «condivide anche la pena e la costernazione di tutti quanti si sentiranno feriti da queste rivelazioni». In una intervista a Famille Chrétienne egli assicura che 

la Chiesa sta dalla parte delle vittime. Essa vuole servire la verità e la giustizia, e così essere fedele alla missione ricetta da Cristo. Non possono darsi eccezioni a questa esigenza di verità e di giustizia, quale che sia il ruolo ricoperto dalle persone tirate in causa… 

Nella Manche, dove la figura di mons. Santier era riconosciuta, in particolare come co-fondatore della nuova comunità Réjouis-toi, mons. Laurent Le Boulc’h, attuale vescovo di Coutances, esprime 

consapevolezza che questa notizia, apparsa sulla stampa, è causa di un grande choc per molti, tanto la figura di mons. Santier ha segnato la diocesi. 

Incaricato da Roma di applicare le sanzioni canonici, mons. Laurent Le Boulc’h spiega di aver 

chiesto a mons. Santier di lasciare Saint-Pair-sur-Mer per andare in una comunità di suore. Mons. Santier vi conduce una vita di ritiro e di preghiera, e vi assicura un ministero assai ristretto. 

Nella diocesi di Luçon, dove mons. Santier è stato vescovo dal 2001 al 2007, mons. François Jacolin, il vescovo attuale, ha 

un pensiero particolare per tutte le persone vittime di preti, religiosi, laici nella diocesi di Luçon, nonché per i loro cari. 

Egli accenna a «un doloroso venire alla luce», evocando esplicitamente le parole di Cristo: «Chi fa la verità viene alla luce» (Gv 3,21). 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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