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Una psicologa per i seminaristi: la Cei corre ai ripari contro abusi e disturbi

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 19/10/22

La proposta si discuterà nell'assemblea dei vescovi italiani a maggio 2023

Una psicologa segue i seminaristi e coglie eventuali devianze e perversioni durante il loro percorso in seminario: è quello che potrebbe accadere da maggio 2023 nelle diocesi italiane. La Conferenza episcopale guidata dal cardinale Matteo Zuppi ha deciso, infatti, la stesura di una nuova “ratio nationalis” per la formazione nei seminari d’Italia, ossia il documento di riferimento per la formazione dei futuri presbiteri.

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La prassi prima dell’approvazione in assemblea

I vertici della Cei hanno affidato a un’equipe l’elaborazione di una bozza che passerà poi dalla commissione episcopale per il clero e la vita consacrata. E dovrà essere infine approvata dall’assemblea di maggio 2023. Sul tavolo ci sono diverse idee innovative, alcune in forma sperimentale, tra cui l’introduzione di una psicologa. Lo apprende Repubblica (16 ottobre).

Il Papa dalla psicoterapeuta 

L’introduzione di questa figura nel mondo ecclesiastico non è nuova. Aveva quarantadue anni, Papa Francesco, quando andò in analisi, con una psicoterapeuta donna ed ebrea. “Una persona buona”, raccontò il Pontefice nel 2017, una signora che “per sei mesi mi ha aiutato molto” (Huffington Post, 16 ottobre).

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Le parole di Benedetto XVI

Alla base dell’idea c’è la premura per la formazione all’affettività e alla sessualità dei futuri sacerdoti. Si tratta di due ambiti ancora trascurati in molti seminari. Nonostante già sotto Benedetto XVI, nel 2008, prosegue Repubblica, il Vaticano raccomandasse ai formatori “la sensibilità e la preparazione psicologica adeguate per essere in grado di percepire le reali motivazioni del candidato, di discernere gli ostacoli nell’integrazione tra maturità umana e cristiana e le eventuali psicopatologie”.

I rischi di “sbagliare” una vocazione

La crisi degli abusi sessuali del clero sui minori ha messo drammaticamente in luce questo problema. Sbagliare la valutazione di una vocazione, sottovalutare inettitudini psichiche, non accorgersi di vere e proprie inclinazioni all’abuso che possono sfuggire a un occhio non esperto e manifestarsi solo dopo l’ordinazione sacerdotale, possono avere effetti devastanti. 

La raccomandazione di Papa Francesco

“È meglio perdere una vocazione che rischiare con un candidato non sicuro”, ha avuto a dire Papa Francesco: il seminario “non è un rifugio per tante limitazioni che possiamo avere, né un rifugio di mancanze psicologiche”. Ora è la Cei a riprendere in mano quelle raccomandazioni. 

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