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6 insegnamenti di Teresita Castillo, la bambina missionaria, per i nostri figli

TERESITA

Photo courtesy of the Archdiocese of Madrid.

Benito Rodríguez - pubblicato il 25/10/22

La testimonianza di Teresita Castillo, la bambina missionaria di 10 anni morta il 7 marzo per un tumore, lascia lezioni importanti

La sua testimonianza valica le frontiere e commuove il mondo. La storia di Teresita Castillo, la bambina missionaria di 10 anni morta il 7 marzo 2021 per un tumore al cervello, è una vita che vale la pena di raccontare ai nostri figli perché può toccare il loro cuore.

Teresita lascia loro questi insegnamenti:

1 Come restare allegri anche quando si è malati

È bene educare i bambini ad affrontare le contrarietà della vita – da un contrattempo che li rattrista a una malattia in famiglia, anche loro. Parlare di come si possono offrire le difficoltà può essere più facile guardando alla vita di questa bambina esemplare.

A Teresa è stato diagnosticato un tumore al cervello nel 2015, quando aveva appena 5 anni. L’operazione e la chemioterapia sono stati un successo, ma nel 2018 il tumore si è ripresentato, ed è stato necessario un nuovo intervento. Nel 2020, un colpo alla testa preso giocando l’ha portata nuovamente in ospedale, e da gennaio di quest’anno era ricoverata con forti dolori. A marzo se n’è andata.

Nonostante le difficoltà, Teresa Castillo non ha mai perso il sorriso, la preoccupazione per gli altri o la fede, e nella sofferenza ha trovato un modo per avvicinarsi di più a Dio. Teresita diceva: “Lo sto offrendo per la gente; ad esempio, per qualcuno che sta male, o per i sacerdoti”. Sua madre spiega che la piccola pensava che Gesù approfittasse delle sue sofferenze per salvare anime.

2 Insegnare l’importanza dei missionari

Non è la cosa più comune che i bambini piccoli si fermino a pensare ai missionari. Si può parlare loro della missione, e soprattutto del suo significato: far conoscere Gesù in ogni parte del mondo, dall’angolo più recondito del pianeta alla scuola che frequentano. Ancora una volta, Teresina può aiutare ad affrontare la questione con i bambini.

Tutti rimanevano sorpresi per il fatto che, nonostante la giovane età, avesse ben chiara la sua vocazione. Voleva essere missionaria. Voleva portare Gesù in ogni angolo del mondo. La sua volontà era ferma, anche nei momenti peggiori della malattia.

I nostri figli conoscano questa bambina missionaria.

Il vicario episcopale della zona di Madrid si è recato all’ospedale La Paz, in cui Teresita era ricoverata. L’11 febbraio, il giorno prima del difficile intervento, si è recato insieme ai cappellani a trovarla in terapia intensiva. L’hanno trovata a letto, debole, con la testa bendata. Nonostante questo, la bambina ha detto quello che in famiglia già era noto: “Voglio essere missionaria, voglio vivere per Gesù”.

Il vicario è rimasto molto colpito, e le ha risposto emozionato: “Teresita, io ti costituisco in questo stesso momento missionaria della Chiesa, e questo pomeriggio ti porterò il documento che lo attesta e la croce missionaria”. E lo ha fatto. La bambina ha chiesto alla mamma: “Mettimi questa croce sul letto così posso vederla bene, e domani la porterò in sala operatoria. Sono missionaria”. La sua testimonianza ha fatto il giro del mondo, come ha confermato il Delegato Nazionale per le Missioni, che ha proposto Teresita come nuova protettrice dei bambini in missione.

3 Sensibilità per la sofferenza del prossimo

Teresita Castillo era figlia unica, di nazionalità russa. Era stata adottata in Siberia quando aveva 3 anni. Teresa ed Eduardo, i suoi genitori, avevano finalmente concluso l’iter burocratico e potevano recarsi in Spagna con lei per cominciare una nuova vita.

A Mosca, la bambina di 3 anni ha visto una donna che mendicava e si è messa a parlare con lei. I genitori non sanno cosa si siano dette, ma la donna ha comprato con alcune delle poche monete che aveva ricevuto un uovo di cioccolato per la bambina. I genitori non capivano nulla perché parlavano in russo, ma sono rimasti stupiti.

Una volta in Spagna, si sono resi conto che Teresita aveva una sensibilità speciale. Solo pochi mesi dopo, a Madrid, ha visto un mendicante a cui mancavano le gambe, è andata verso di lui e gli ha dato un abbraccio e un bacio. Quella scena si ripeteva spesso.

Dove vedeva tristezza, portava la sua allegria. La mamma riferisce che la bambina era particolarmente sensibile alla sofferenza altrui e alla solitudine. Forse possiamo chiedere ai nostri figli come reagiscono quando vedono persone di questo tipo, se possono offrire un’elemosina o pregare per loro.

4 Pregare con gioia

Teresita pregava ogni giorno. Quando doveva restare a casa per la malattia andava tutti i giorni a Messa con la mamma, e cercava di fare lo stesso a scuola a Galapagar.

A casa, mamma Teresa la invitava a recitare con lei un mistero del Rosario, ma non le sembrava abbastanza, e allora lo recitavano insieme tutto. Pregava anche ogni sera.

Canatava alla Madonna. La mamma l’ha registrata, e quei suoni stanno facendo il giro del mondo. Ascoltarla riempie il cuore, perché riflette la naturalezza infantile con cui comunicava con Dio. Può servire per pregare con i nostri figli, assicurandoci che preghino con gioia, non come una mera ripetizione a memoria, mettendoci cuore, affetto, speranza.

5 Amare l’Eucaristia

Teresita Castillo andava a Messa ogni volta che poteva, e lì incontrava il Signore nel Pane e nel Vino. La sua Prima Comunione è stata per lei un giorno incredibilmente speciale: “Ho sentito che Dio mi amava, e che mi invitava in Cielo”, rispondeva quando le chiedevano come fosse stato per lei.

Nella sua malattia, a letto senza forze, le portavano la Comunione in camera o in terapia intensiva. Il vicario che l’ha costituita missionaria racconta che quando è andato a trovarla in ospedale, la prima cosa che gli ha detto la bambina è stata una domanda. “Mi porti Gesù, vero? Sai una cosa? Io voglio molto bene a Gesù”.

Può essere un buon esercizio ricordare la Prima Comunione dei nostri figli, o usare l’esempio di Teresita per preparare chi ancora non l’ha ricevuta. In entrambi i casi, può essere molto utile per preparare meglio il cuore all’Eucaristia.

6 Conoscere i santi

La sua vita è diventata virale. Una storia, una testimonianza, che vale la pena di essere raccontata perché profuma di santità. Teresita conosceva i piccoli santi. Al suo funerale, il papà ha parlato di un momento avvenuto poco prima dell’ultima operazione, quando voleva incoraggiare la sua bambina. Teresita ha risposto: “No, papà, vado in Cielo. Ho sognato Carlo Acutis e vado in Cielo”.

I genitori di Teresita Castillo le insegnavano la storia dei santi. Di fatto, la vocazione missionaria della bambina è emersa dopo aver visto un film a cartoni animati su Madre Teresa di Calcutta. Conoscere i santi è il primo passo per poter chiedere la loro intercessione e imparare dal loro esempio.

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