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Fidati anche se non vedi e troverai, come i Santi, ciò che il tuo cuore spera

Mani al cielo

Natali _ Mis|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 31/10/22

Le beatitudini sembrano un elenco di disgrazie invece sono la strada per sperimentare la gioia del Cielo già in questa vita, così come ci si presenta, con le sue prove e angustie.

Vangelo di Martedì 1 Novembre, Festa di Ognissanti

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
(Mt 5,1-12a)

La festa dei santi ci ricorda che la santità non è uno stato di beatitudine fuori dall’esperienza della vita, ma è una beatitudine nascosta al fondo di questa nostra vita. E anche lì dove c’è pianto, mancanza, ingiustizia, cose che non vanno, lì è nascosta una gioia che si può incontrare a patto che si smetta di desiderare solo di avere un’altra vita e si cominci ad approfondire la propria.

Il male fa leva proprio sul desiderio di fuga, sulla convinzione che per essere felici bisognerebbe sbarazzarsi di ciò che siamo in questo momento, della nostra storia, del nostro esserci concretamente in questo mondo.

Ci illude che la felicità esista ma è altrove. I santi hanno scoperto invece che la felicità è qui ed ora, e che bisogna trovare solo la strada che ci porta ad accorgercene. Gesù è essenzialmente venuto al mondo per insegnarci questa strada. Quando ci chiede di seguirlo lo fa per insegnarci una via.

Abbracciare la propria croce e seguirlo non è l’elogio del masochismo, ma il segreto per venire fuori da molti vicoli ciechi. Ma per far questo bisogna innanzitutto fidarsi anche di ciò che non si vede immediatamente.

Infatti quando ad esempio si vive qualcosa di difficile la cosa che più salta all’occhio è la fatica, ma se ti fidi di Cristo alla fine scopri una misteriosa gioia nascosta lì dove pensavi esserci solo disgrazia. I santi sono i testimoni di questo segreto.  

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