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Il Papa: stiamo tirando fuori i casi di abusi, altre istituzioni li coprono

POPE FRANCIS

Antoine Mekary-ALETEIA

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 08/11/22

Francesco di ritorno dal Bahrein ha evidenziato i passi in avanti della Chiesa nella lotta agli abusi e ha citato il caso di Boston

La Chiesa deve «vergognarsi delle cose brutte, così come (dire) grazie a Dio per le cose buone che fa», e gli abusi sessuali sono una cosa molto brutta di cui vergognarsi, ha sentenziato il Papa nel volo di ritorno dal Bahrein, sollecitato dalla domanda del giornalista Hugues Lefevre dell’agenzia I.Media.

Abusi sessuali in famiglia

Il problema degli abusi, ha detto il Papa, «sempre c’è stato, non solo nella Chiesa ma dappertutto. Voi sapete che il 42-46 % degli abusi sessuali si fa in famiglia o nel quartiere; questo è gravissimo, ma sempre l’abitudine è stata quella di coprire, in famiglia ancora oggi si copre tutto, e anche nel quartiere si copre tutto o almeno la maggioranza dei casi». 

La prima volta della Chiesa

«Un’abitudine brutta – l’ha definita Papa Francesco – che nella Chiesa è cominciata a cambiare quando c’è stato lo scandalo di Boston ai tempi del cardinale Law che, a causa dello scandalo, ha dato le dimissioni; fu la prima volta che (un caso di abusi) uscì come scandalo. 

I passi in avanti

Da allora la Chiesa, ha proseguito il Papa, ha preso conoscenza di questo e ha cominciato a lavorare sul tema degli abusi, «mentre nella società e in altre istituzioni normalmente si copre. Quando c’è stato l’incontro dei presidenti delle conferenze episcopali (su questo tema) ho chiesto all’Unicef, all’Onu, le statistiche di questo (fenomeno), i dati percentuali: nelle famiglie, nei quartieri, nelle scuole, nello sport.. ed è stato fatto uno studio accurato che ricomprendeva anche la Chiesa»

“Una piccola minoranza”

«E qualcuno – ha osservato il pontefice – dice che noi siamo una piccola minoranza, ma (io dico) se fosse anche un solo caso sarebbe comunque tragico, perché tu sacerdote hai la vocazione di far crescere la gente e comportandoti così invece la distruggi. Per un sacerdote l’abuso è come andare contro la propria natura sacerdotale e contro la propria natura sociale, per questo è una cosa tragica e non dobbiamo fermarci, non dobbiamo fermarci».

Gli errori da non commettere mai più

Il Papa ha citato lo scandalo sugli abusi nella diocesi di Boston: 

«In questo svegliarsi, fare delle indagini e muovere le accuse, non sempre (e dovunque) è stato tutto uguale, alcune cose sono state nascoste, prima dello scandalo di Boston si cambiava la gente (si spostavano i sacerdoti), adesso è tutto chiaro e stiamo andando avanti su questo punto, per questo non dobbiamo stupirci che vengano fuori casi come questo, ora mi viene in mente un altro caso di un altro vescovo, ce ne sono sai? E (ora) non è facile dire “noi non lo sapevamo” o “era la cultura dell’epoca e continua ad essere la cultura sociale quella di nascondere”».

VATICAN SEX ABUSE
Cardinal Sean Patrick O’Malley, Arcivescovo di Boston, al vertice della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori.

“L’eroicità del cardinale O’Malley

La Chiesa, ha continuato Papa Francesco, «su questo è decisa e voglio ringraziare pubblicamente qui l’eroicità del cardinale O’Malley, un bravo frate cappuccino, che ha intuito il bisogno di istituzionalizzare questo con la Commissione della Tutela dei minori che sta portando avanti e questo ci fa bene a tutti quanti e ci dà coraggio. Stiamo lavorando con tutto quello che possiamo ma sappi che ci sono persone dentro la Chiesa che ancora non vedono chiaro, non condividono… è un processo quello che stiamo facendo e lo stiamo portando avanti con coraggio e non tutti abbiamo coraggio; delle volte c’è la tentazione dei compromessi, e siamo anche tutti schiavi dei nostri peccati ma la volontà della Chiesa è di chiarire tutto».  

“La vergogna è una grazia”

Il Papa ha rivelato di aver ricevuto «negli ultimi mesi due lamentele per casi di abuso che erano stati coperti e non giudicati bene dalla Chiesa: subito ho chiesto di studiare di nuovo (i due casi) e ora si sta facendo un nuovo giudizio; c’è anche questo quindi, la revisione di giudizi vecchi, non ben fatti. Facciamo quello che possiamo, siamo tutti peccatori, sai? E la prima cosa che dobbiamo sentire è la vergogna, la profonda vergogna di questo. Credo che la vergogna è una grazia». 

La lezione di Sant’Ignazio

«Noi possiamo lottare contro tutti i mali del mondo ma senza vergogna… (è inutile), per questo – ha concluso il Papa – mi ha stupito che sant’Ignazio negli Esercizi Spirituali, quando ti fa chiedere perdono di tutti i peccati che hai fatto, ti fa arrivare fino alla vergogna, e se tu non hai la grazia della vergogna non puoi andare avanti. Uno degli insulti che abbiamo nella mia terra è “tu sei un senza vergogna” e credo che la Chiesa non può essere “un senza vergogna”, debba vergognarsi delle cose brutte, così come (dire) grazie a Dio per le cose buone che fa» (Vatican News, 6 novembre).

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