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Ogni persona porta nel cuore il desiderio di vedere Gesù

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 14/11/22

Veniamo educati ai valori cristiani, alla pratica religiosa, ma non ci facciamo mai la domanda se Gesù l’abbiamo incontrato personalmente oppure è rimasto qualcosa di generale, di vago, di culturale.

Vangelo di martedì 15 novembre

Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 

In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

(Luca 19,1-10)

Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.

C’è in noi un profondo desiderio di vedere Gesù ma molto spesso o causa nostra o causa degli altri questo desiderio rimane solo un desiderio. Con il passare degli anni esso viene quasi seppellito da mille altre cose, ma nonostante ciò non viene mai meno.

È su questo desiderio che inconsciamente ogni uomo e ogni donna si portano dentro che si viene a creare il presupposto per il dono della fede. Il nome di questo desiderio è “senso religioso”, ed è cosa diversa dalla fede stessa.

Il senso religioso è un’apertura del cuore che ci spinge a guardare sempre più profondamente la realtà. La buona notizia del Vangelo di oggi ci ricorda che il dono della fede non dipende da noi, dai nostri meriti o dalle nostre capacità, ma è il dono di sentirsi chiamati per nome da Colui che gratuitamente e inaspettatamente ci chiede di voler costruire con noi un rapporto personale:

Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».

Per molto tempo della nostra vita magari veniamo educati ai valori cristiani, alla pratica religiosa, alla frequenza della Chiesa, ma non ci facciamo mai la domanda se Gesù l’abbiamo incontrato personalmente oppure è rimasto qualcosa di generale, di vago, di culturale.

Nessuno può darsi questo dono da solo, ne lo si può trasmettere come si trasmette un’educazione, ma ognuno può oggi pregare perché ciò avvenga. Può disseppellire quel desiderio che è al fondo del suo cuore, e chissà se oggi è il giorno giusto perché ciò avvenga. Diversamente continueremo a chiedere e attendere con fiducia. 

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