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RASSEGNA STAMPA / Italia: 600 casi di abusi sessuali inviati al Vaticano

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Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 18/11/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.


Venerdì, 18 novembre 2022

1. Italia: 600 casi di abusi sessuali inviati al Vaticano

2. Più inglese in Vaticano è una buona idea?

3. Nessun grande discorso del Papa ai vescovi tedeschi

4. L’arcivescovo latino di Leopoli (Ucraina), ringrazia il Papa per la sua vicinanza

5. Stati Uniti: USA: il rapporto controverso di Nancy Pelosi con la Chiesa cattolica

1Italia: 600 casi di abusi sessuali inviati al Vaticano

Giovedì, i vescovi cattolici italiani hanno pubblicato il loro primo rapporto sugli abusi sessuali da parte del clero e rivelato in una conferenza stampa che dal 2000 sono stati invitati al Vaticano più di 600 rapporti riguardanti casi di questo tipo avvenuti in Italia. Il rapporto della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che include solo le segnalazioni ricevute dalle autorità ecclesiali italiane locali negli ultimi due anni, ha identificato ufficialmente 89 presunte vittime e circa 68 persone accusate, il 34% dei quali collaboratori laici e il 66% chierici. In risposta alla domanda di un giornalista durante una conferenza stampa sul rapporto, l’arcivescovo Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, ha rivelato che sono 613 i casi inviati al Dicastero vaticano della Dottrina della Fede dal 2001, quando il Vaticano ha chiesto alle diocesi di tutto il mondo di inviare tutti i rapporti credibili di abusi all’organismo perché potessero essere processati a livello centrale. L’Associated Press nota che “la rivelazione quasi casuale ha sottolineato che il rapporto iniziale della Conferenza Episcopale non mirava a fornire un approccio accurato o storico sul problema degli abusi del clero in Italia”. Mentre altri Paesi, tra cui Francia, Spagna e Portogallo, hanno cercato di offrire un “resoconto completo” di questo problema, il rapporto dell’episcopato italiano si limita a valutare il lavoro dei “centri di ascolto” istituiti in alcune diocesi dal 2019 per ricevere le denunce delle vittime. Le cifre sono quindi molto ridotte rispetto al numero di casi noti al principale gruppo delle vittime italiane, “Rete L’Abuso”, che stima in circa 1 milione le vittime italiane. Il gruppo ha identificato circa 178 sacerdoti accusati. Quando il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha annunciato il progetto di relazione a maggio, poco dopo la sua elezione, ha insistito sul fatto che l’obiettivo dello studio e il termine di sei mesi per la sua pubblicazione avrebbero permesso ai ricercatori di fornire dati “accurati e responsabili”. Questo approccio limitato preoccupa però le associazioni delle vittime, che accusano l’episcopato italiano di voler “minimizzare” il problema.

Associated Press, inglese.

2Più inglese in Vaticano è una buona idea?

John Allen di Crux risponde alla proposta del gesuita irlandese Oliver Rafferty di aumentare l’uso della lingua inglese in Vaticano e ridurre il peso dell’italiano. A suo avviso, questa evoluzione permetterebbe alla Chiesa di essere più missionaria e di vedere la sua burocrazia centralizzata diventare più fluida, tesi secondo Allen comprensibile ma non priva di difetti. In primo luogo, ricorda che il governo centrale della Chiesa “ha gettato radici e si è sviluppato nel corso dei secoli in Italia”, e che nei pochi casi in cui il pontificato è stato spostato al di fuori della penisola l’esperienza non è stata positiva. Sull’uso dell’inglese, poi, si ricorda che questa lingua è parlata solo dal 30% degli 1,3 miliardi di fedeli cattolici, e che gli anglofoni “tendono ad essere un po’ autoreferenziali”. Un’altra argomentazione importante è che se nella Chiesa cattolica possono esserci dei blocchi – Americani e Tedeschi, ad esempio – con fondi significativi, farli competere su un terreno italiano può garantire una maggiore parità di condizioni e promuovere un equilibrio interno. Allen sostiene che la Santa Sede dev’essere anche in grado di rimanere un attore indipendente, estraneo alle rivalità delle superpotenze, e che questa cultura unica rafforza l’indipendenza della diplomazia vaticana. Rendere l’inglese la lingua ufficiale del Vaticano non è quindi necessariamente l’idea migliore, conclude.

Crux, inglese.

3Nessun grande discorso del Papa ai vescovi tedeschi

Nell’udienza concessa giovedì mattina ai vescovi tedeschi in visita ad limina a Roma, Papa Francesco ha optato per una conversazione con domande e risposte piuttosto che per un grande discorso, riferisce Die Tagespost. L’incontro di due ore è stato condotto “come una discussione aperta in cui i vescovi potevano porre le proprie domande e il Papa rispondeva loro a livello individuale”. È prevista una conferenza stampa sabato mattina.

Die Tagespost, tedesco

4L’arcivescovo latino di Leopoli (Ucraina), ringrazia il Papa per la sua vicinanza

L’arcivescovo latino di Kiev, Mieczyslaw Mokrzycki, ha incontrato Papa Francesco giovedì mattina alla presenza del vescovo ausiliare di Kharkiv-Zaporizhzhia, una diocesi particolarmente colpita dalla guerra. I due presuli hanno ringraziato il Papa per la sua vicinanza “spirituale e materiale” alla popolazione ucraina. L’Ucraina ha circa 1 milione di cattolici latini e 5 milioni di greco-cattolici.

Vatican News, italiano.

5Stati Uniti: USA: il rapporto controverso di Nancy Pelosi con la Chiesa cattolica

La Speaker della Camera dei Rappresentanti ha annunciato che non concorrerà per la leadership democratica nel prossimo Congresso. Nel corso della sua carriera, la Pelosi si è spesso descritta come cattolica, ma si è scontrata con i vescovi statunitensi per il suo sostegno all’aborto e al matrimonio omosessuale.

America Magazine, inglese.

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