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Una preghiera di Freddie Mercury (e un’osservazione)

FREDDY MERCURY

Shutterstock | Hendi ruhendi

Martín Susnik - pubblicato il 24/11/22

Nell'anniversario della morte del grande cantante, ricordiamo la canzone “Somebody to love”

Tra le tematiche ispirate dagli artisti, l’amore ha senz’altro un posto privilegiato, anche per Freddie Mercury.

Molti testi delle canzoni più famose parlano di questioni amorose, il che non sorprende se teniamo conto del fatto che l’amore è quel mistero che sembra rispondere alla domanda sul senso della nostra esistenza.

Vogliamo essere amati, e soffriamo quando non lo siamo, ma vogliamo e abbiamo bisogno, non con minor forza, di amare gli altri, e soffriamo quando non riusciamo a farlo.

Canzoni che cercano qualcuno da amare

Molti brani contengono nel titolo l’espressione “somebody to love” (qualcuno da amare), come manifestazione di un desiderio.

Una delle più “antiche” della lista è la classica canzone soul di Salomon Burke Everybody needs somebody to love. A quando pare è stata scritta insieme a Bart Russell Berns e Jerry Wexler, anche se Burke affermava di essere l’unico autore e che la interpretava in chiesa all’offertorio quando era ancora adolescente. La versione conosciuta oggi sembra riferirsi in modo particolare all’amore romantico.

Molto nota è anche Somebody to love, del gruppo di rock psichedelico Jefferson Airplane, un classico inno della controcultura hippie degli anni Sessanta in cui l’amore viene presentato come via di riscatto nei momenti più difficili.

Il gruppo statunitense One Republic ha lanciato nel settembre dello scorso anno la sua Somebody to love nella gamma del pop alternativo. Il canadese Justin Bieber aveva publicato nel 2010 la sua Somebody to love (composta originariamente da The Stereotypes) come parte del disco My World 2.0.

Somebody to love, Queen

Il brano più celebre che porta questo titolo è tuttavia Somebody to love dei Queen, composta da Freddie Mercury.

Sesta traccia del disco A day at the Races, del 1976, è una preghiera in 6/8, con cori memorabili in armonie di stile gospel (interpretati dai membri del gruppo, com’era abituale), in cui Freddie prega il Signore di poter incontrare qualcuno da amare.

Il testo si rivolge a una persona, ma in questo caso non si tratta della persona amata (che è proprio quello che manca), ma Dio stesso, e a volte un “anybody” impersonale (forse di fronte al silenzio divino?)

“Ogni mattina in cui mi sveglio muoio un po’, riesco appena a stare in piedi. Mi guardo allo specchio e piango. Signore, cosa mi stai facendo? Ho trascorso tutti i miei anni credendo in Te, ma non trovo alcun sollievo, Signore”.

“Alla fine della giornata… mi inginocchio e inizio a pregare fino a quando non mi scendono le lacrime dagli occhi, Signore. Qualcuno può trovarmi qualcuno da amare?”

“Non sarò sconfitto, devo solo uscire da questa cella. Un giorno sarò libero, Signore! Trovami qualcuno da amare…”

Uno dei brani più celebri

Il carico emotivo del testo, unito allo stile gospel della partitura e all’interpretazione geniale, sono i motivi per i quali questo brano è uno dei più celebri del quartetto britannico.

È una canzone che tocca sicuramente le fibre intime di molte persone che si identificano con il messaggio, e con il ricordo di questa celebre opera voglio rendere omaggio al suo ineguagliabile autore nell’anniversario di quel triste 24 novembre 1991, giorno della sua morte.

C’è qualcosa che vorremmo però aggiungere al riguardo. Abbiamo detto che la sete d’amore appartiene all’essenza della vita personale: abbiamo bisogno di amare e di essere amati. Tutto sembra indicare che siamo stati creati per questo.

Amare è una cosa che dobbiamo imparare a fare

Nel suo libro L’arte di amare, lo psicologo Erich Fromm sottolineava che è un errore credere che tutto il problema risieda nel trovare qualcuno che possa essere l’oggetto del nostro amore, come se una volta trovatolo la questione fosse definitivamente risolta.

Amare, sottolinea Fromm, è una cosa che dobbiamo imparare a fare. Da ciò deriva il titolo del libro, che ha trovato una buona accoglienza tra gli intellettuali cristiani.

“La gente crede che amare sia semplice, e che la cosa difficile sia trovare un oggetto appropriato da amare. (…) Questo atteggiamento continua ad essere l’idea prevalente sull’amore, nonostante le schiaccianti prove contrarie. Praticamente, non esiste alcun’altra attività o impresa che inizi con speranze e aspettative così grandi e che tuttavia fallisca spesso come l’amore”.

Senza cadere in ricette semplicistiche, Fromm sottolinea l’importanza di disciplina, concentrazione, pazienza e preoccupazione suprema se si vuole imparare l’arte di amare (come qualsiasi altra arte).

Vogliamo amare e abbiamo bisogno di farlo, ma sappiamo come? Nessuno cresce chiuso in se stesso, nessuno è la propria consolazione, nessuno è il salvatore di sé. Dobbiamo uscire dalle nostre celle, abbiamo bisogno di amare… ma anche di imparare a farlo bene.

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