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La chiesa in cui migliaia di fidanzati sognano di sposarsi

La Chiesa Blu di Bratislava

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La chiesa in cui migliaia di fidanzati sognano di sposarsi

Dolors Massot - pubblicato il 25/11/22

Alla chiesa di Sant'Elisabetta d'Ungheria, più nota come “Chiesa Blu”, c'è una fila di più di due anni per sposarsi

“È meglio fissare prima la data e poi iniziare a cercare una fidanzata se vogliamo sposarci qui tra qualche anno”, ha detto con umorismo un ragazzo parlando della chiesa di Sant’Elisabetta d’Ungheria a Bratislava. Il tempio è una vera sorpresa per chi visita la capitale della Repubblica Slovacca.

È situata a pochi minuti dal centro storico della città, e la sua architettura attira ogni anno migliaia di visitatori per la sua originalità. Popolarmente è nota come “Chiesa Blu”, ed è una delle icone architettoniche della città.

Il colore e le forme della chiesa sembrano usciti da una favola. Il suo autore è Ödön Lechner, un architetto considerato “il Gaudí ungherese”. Lo stile appartiene alla Secessione ungherese, Szecesszió, che in altri Paesi è stato chiamato Jugendstil (Germania), Art Nouveau (Francia), Modernismo (Spagna)…

Lechner ha stabilito nuove forme di guardare alla tradizione architettonica, e dopo aver studiato a Berlino ha lavorato a Budapest, anche se ha viaggiato a lungo in Italia, ha vissuto a Parigi per un certo periodo e poi è stato a Londra.

A Bratislava ha lavorato alla costruzione della chiesa di Sant’Elisabetta d’Ungheria tra il 1907 e il 1913, anche se in precedenza aveva ricevuto l’incarico del Reale Collegio Cattolico (1906-1908), che si trova accanto alla chiesa. Anche questo edificio presenta note moderniste nella forma, anche se il colore non attira ugualmente l’attenzione. Bisogna ricordare che all’epoca Bratislava apparteneva al Regno d’Ungheria, e si chiamava Presporok (in ungherese) o Pressburg (in tedesco).

Colpisce il visitatore il fatto che davanti alla Chiesa Blu si trovi un edificio di aspetto piuttosto brutto, di stile formalista russo, che durante il regime comunista era un ospedale.

Una regina immensamente generosa

La chiesa è dedicata a una delle sante d’Ungheria, Elisabetta, figlia del re Andrea II, nata nel 1207 e morta nel 1231. Era cresciuta nel castello di Bratislava, sposò il principe Luigi di Turingia-Hesse e furono immensamente felici. Nonostante alcune critiche, si sa che Elisabetta già allora donava oggetti della propria corte ai poveri, cosa che il marito approvava, ritenendo che sarebbero stati ricompensati in cielo. Elisabetta fece costruire nella parte inferiore del castello di Wartzburg un ospedale con 28 letti, e visitava i malati ogni giorno.

Ebbe una figlia, la futura beata Gertrude di Altenberg.

Presto, però, Elisabetta rimase vedova. Decise allora di distaccarsi da tutte le sue ricchezze, costruire ospedali e dedicarsi all’assistenza ai più bisognosi. Morì a 24 anni, non si sa se per l’eccessiva stanchezza o per malattia.

Alla morte di Elisabetta, la sua fama di santità si estese rapidamente in tutta l’Europa Centrale.

BLUE CHURCH

La donna più importante del Medioevo tedesco

Nel 1235 venne canonizzata dal Papa. Si disse che era “la donna più importante del Medioevo tedesco”. I suoi resti riposano nella Elizabethkirche di Marburgo. Oggi è una chiesa protestante, ma ci sono spazi riservati al culto dei cattolici.

La fama di Sant’Elisabetta d’Ungheria nei territori ispanofoni è dovuto al fatto che la sua sorellastra, Violante d’Ungheria, sposò il re Jaime I d’Aragona. “Elisabetta” è diventato da allora un nome molto diffuso tra le bambine.

Attualmente, Sant’Elisabetta d’Ungheria è patrona della città di Bogotà, capitale della Colombia.

Patrona delle infermiere

In Spagna è la patrona delle infermiere, che la celebrano il 17 novembre, giorno della sua morte e quello in cui viene ricordata nella Chiesa.

BLUE CHURCH

Tornando alla Chiesa Blu di Bratislava, si può notare che sia le pareti interne che quelle esterne del tempio sono dipinte di azzurro e bianco per ravvivare il colore. All’interno, la volta presenta delle stelle, e la pala d’altare è dedicata a Sant’Elisabetta.

Il dipinto della pala d’altare raffigura Sant’Elisabetta che dona beni di origine nobile (che tiene sulla gonna dell’abito) ai poveri.

A destra della navata c’è un altare dedicato a Santa Teresa di Gesù Bambino, con un’immagine per venerare i suoi genitori, che sono già santi: la coppia formato da Louis Martin e Marie Zélie Guérin, beatificati da Benedetto XVI nel 2008 e canonizzati da Papa Francesco nel 2015.

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