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Che cos’è che brucia, in pratica, il fuoco del purgatorio? 

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Stanisław Samostrzelnik, Public domain, via Wikimedia Commons

Philip Kosloski - pubblicato il 01/12/22

Spesso il purgatorio è descritto come un fuoco purificatore (anzi, l’aggettivo “purgatorius” è attestato – in riferimento a “ignis” – ben prima del sostantivo “purgatorium”), ma che cos’è che brucia, esattamente? Lungi dal consistere in una orribile tortura, il fuoco del purgatorio è un mezzo per preparare i nostri cuori alla gioia del cielo.

Si sa poco su quello che accade quando un’anima arriva in Purgatorio, ma molti santi e teologi lo hanno descritto come un “fuoco purificatore”. Ancora oggi il Catechismo della Chiesa Cattolica usa appunto tale immagine per parlare del Purgatorio (CCC 1030-1031). La dottrina della fede sul purgatorio si è stabilizzata in particolare (pur esistendo già fin dai tempi apostolici), a partire dai concilî di Firenze e di Trento. Tale tradizione, fondata scritturisticamente, evoca un fuoco purificatore. 

Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze (621) e di Trento. (622) La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, (623) parla di un fuoco purificatore:

« Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c’è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro ». (624)

Catechismo della Chiesa Cattolica, 1030-1031

Il grande scrittore ecclesiastico Origene fornisce un’immagine efficace di questo fuoco e di ciò che effettivamente esso “brucia”: 

Se un uomo lascia questa vita con delle colpe più leggere, egli è condannato al fuoco che brucia le materie più leggere… Volete entrare in cielo con la legna, col fieno e con qualche filo di paglia e così sozzare il regno di Dio? Questo fuoco non consuma la creatura, ma ciò che la creatura stessa costruisce – cioè legno, fieno e paglia. È evidente che il fuoco distrugge il legno delle nostre trasgressioni e ci rende quindi la ricompensa per le nostre opere buone. 

Questa immagine ci aiuta a comprendere che Dio non manda al castigo del fuoco, ma che piuttosto ci fa passare per un fuoco purificatore, perché siano bruciati tutti i piccoli peccati di cui siamo ancora sporchi quando moriamo. 

Per quanto riguarda i piccoli peccati, bisogna credere che esiste un fuoco purificatore prima dell’ultimo giudizio. Colui che è la Verità dice che chiunque bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né in questo secolo né nel prossimo. Donde noi capiamo che alcune offese potranno essere perdonate in questo secolo (cioè nella vita terrena) e altre nel prossimo (la vita dopo la morte). 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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