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I santi di questa settimana? Onoriamoli con un’azione cristiana!

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Lucia Graziano - pubblicato il 05/12/22

Anche questa settimana, prosegue la sfida che avevamo lanciato il 1° dicembre. Che ne direste di onorare il santo del giorno con un’azione cristiana ispirata alle gesta per cui è diventato celebre?

Ci sono mille modi per onorare i santi: pregandoli, naturalmente. Oppure leggendo i loro scritti, o raccontandone la vita a chi non la conosce ancora (e soprattutto ai nostri figli! Non priviamoli della gioia di affezionarsi fin da piccoli a questi eroi della fede, dalla vita spesso avventurosa!). Ma, in questo mese di dicembre, noi di Aleteia abbiamo deciso di farvi una proposta: proviamo a onorare i santi del giorno compiendo un’azione cristiana che sia ispirata alle loro gesta. In fin dei conti, vi viene in mente un modo migliore di questo, per festeggiare?

Ecco dunque a voi qualche spunto per la settimana che inizia, per chi volesse unirsi a noi in questa piccola sfida d’Avvento.

5 dicembreBeato Niccolò Stenone. Impara qualcosa di nuovo!

A voler essere puntigliosi, Niccolò Stenone non è (ancora) un santo: la Chiesa Cattolica lo venera come beato. Ma il personaggio è così notevole da meritare senz’altro una citazione: nella Danimarca del XVII secolo, Stenone fu naturalista, geologo e medico (il dotto parotideo, anche noto come “dotto di Stenone”, deve il suo nome proprio allo studioso che per primo ne indagò e comprese le funzioni). Ordinato sacerdote nel 1675, fu nominato vescovo una manciata d’anni dopo – e la nuova carica (che pure rivestì con grande dedizione) non gli impedì di portare avanti la sua intensa attività di ricerca scientifica.

Il curriculum accademico di Stenone è a dir poco impressionante: seppe dimostrare con efficacia che il cuore è un muscolo; studiò approfonditamente le ovaie e le tube uterine per meglio comprenderne la funzione ai fini della riproduzione umana; ebbe intuizioni importanti riguardo i meccanismi attraverso cui opera il cervello. Il tutto, mentre esercitava le funzioni pastorali e si incamminava a passi decisi lungo la strada della santità!

Onoriamo la festa del beato Niccolò Stenone compiendo un’azione cristiana

Questo uomo dal multiforme ingegno amava ripetere che «belle sono le cose che si vedono, più belle quelle che si conoscono, bellissime quelle che si ignorano». E allora, prendiamoci l’impegno di scoprire oggi qualche bellezza ignorata: insomma, leggiamo qualcosa su un argomento di cui non sappiamo niente. Davvero potrebbero aprirsi davanti a noi orizzonti inediti!

6 dicembreSan Nicola. Fai un piccolo regalo al tuo partner!

Oggigiorno, gli innamorati sono soliti scambiarsi piccoli doni in occasione della festa di san Valentino. Ma anche il 6 dicembre potrebbe essere una buona data per sorprendere la nostra dolce metà con un regalino inaspettato, giacché san Nicola è da sempre legato alle coppie fidanzate: si dice infatti che il vescovo fosse solito destinare laute elemosine a quelle ragazze da marito che avrebbero tanto voluto sposarsi, ma che arrivavano da famiglie troppo povere per poter pagare la dote. 

Naturalmente, non è un mistero che, in molte zone d’Europa, san Nicola sia ancor oggi considerato colui che porta regali ai bimbi buoni… quindi, perché non unire le due tradizioni e sorprendere il nostro amore con un piccolo dono inaspettato?

Onoriamo la festa di san Nicola compiendo un’azione cristiana

Naturalmente, non stiamo (necessariamente) parlando di un dono materiale. Una preghiera vale molto più di mille pacchetti incartati in veline sgargianti; e qui riportiamo tre preghiere tradizionali (per fidanzati, per coniugi, e per ragazze single che sperano di poter incontrare presto il loro amore) legate a san Nicola.

Preghiera dei fidanzati a san Nicola: o santo vescovo Nicola, che durante la tua vita terrena mostrasti la tua misericordia verso le fanciulle che avrebbero dovuto sposarsi, volgi benigno lo sguardo anche verso di noi. Intercedi presso il Signore, che ha voluto che ci incontrassimo, affinché non venga mai meno la gratitudine per il dono dell’amore che ha fatto germogliare in noi. Che egli ci aiuti a coltivarlo affinché ci accostiamo al sacramento del matrimonio conoscendoci, comprendendoci e amandoci sempre più, e superando ogni difficoltà che si ergerà sul nostro cammino, nello spirito dell’amore e della fede in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

Preghiera degli sposi a san Nicola: o glorioso e santo vescovo Nicola, che durante la tua vita terrena mostrasti la tua generosità verso le fanciulle povere permettendo loro un matrimonio decoroso e felice, rivolgi i tuoi occhi misericordiosi anche su di noi sposi. Ti preghiamo di presentare dinanzi al trono di Dio la nostra profonda gratitudine per aver permesso che ci incontrassimo. Non sono certo mancate le difficoltà e le incomprensioni durante questi anni di vita matrimoniale, ma con l’aiuto di Dio le abbiamo superate. Rivivendo il momento in cui, spinti dall’amore, ci siamo uniti col sacramento del matrimonio, ti chiediamo, o santo Taumaturgo di Myra, di continuare ad intercedere affinché non ci manchi mai la benedizione e la protezione del nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

Preghiera della ragazza nubile a san Nicola: o santo vescovo Nicola, che durante la tua vita terrena ti mostrasti così sensibile alle difficoltà delle fanciulle che dovevano sposarsi, al punto da donar loro parte dei tuoi averi, volgi benevolo i tuoi occhi verso di me. Intercedi presso Dio affinché mi conceda di incontrare colui che dovrà condividere con me la sua esistenza e creare con me una famiglia in cui regni l’amore. Chiedi per me al Signore che mi illumini affinché io riesca ad individuare l’uomo giusto, sappia amarlo e comprenderlo, riversando particolarmente su di lui quell’amore per il prossimo, che raccomanda il nostro Signore Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

7 dicembreSanta Maria Giuseppa Rossello. Offri sostegno economico ai sacerdoti!

Certo, certo: il 7 dicembre è la festa di sant’Ambrogio. Ma il vescovo di Milano certamente non si offenderà se profitteremo di questo spazio per dare un po’ di lustro alle attività di santa Maria Giuseppa Rossello, una energica suora vissuta a Savona tra il 1811 e il 1880 che è a sua volta ricordata il 7 dicembre. Nella Liguria del XIX secolo, la suora diede il via ad attività caritative in così vasto numero che davvero risulta difficile enumerarle tutte. Ne citiamo solamente due: una, la fondazione di un ricovero per ex-schiave nere provenienti dall’Africa e in vario modo sbarcate nei porti liguri. A queste donne, disperatamente bisognose di integrarsi in una società che le guardava con sufficienza (nella migliore delle ipotesi), suor Maria Giuseppa dava gli strumenti (economici e culturali) per inserirsi al meglio nella società italiana, dedicandosi a lavori dignitosi e ben remunerati. 

Onoriamo la festa di santa Maria Giuseppa Rossello compiendo un’azione cristiana

E quante attività lodevoli potrebbe ispirarci la carità con cui suor Maria Giuseppa accolse quelle donne bisognose! Ma il periodo dell’anno ci sembra particolarmente propizio per suggerire ai nostri lettori un’altra azione cristiana ispirata alle gesta della santa: far pervenire una donazione all’Istituto per il Sostentamento del Clero, se già non abbiamo provveduto quest’anno. 

Suor Maria Giuseppa approverebbe di certo, tenuto conto del fatto che nel 1869 fondò a Savona un Piccolo Seminario per Chierici Poveri, destinato ad accogliere tutti quei giovani che avrebbero desiderato dedicarsi al sacerdozio ma non erano in grado di pagare la retta richiesta dal seminario cittadino al fine di coprire le spese vive di vitto e alloggio.

Ebbene: per far arrivare anche il nostro aiuto economico ai sacerdoti, basterà andare sull’apposita pagina del sito Uniti nel dono e indicare liberamente l’importo che vogliamo destinare al clero, prima di provvedere al pagamento con carta di credito. Le offerte saranno raccolte a livello centrale e poi ridistribuite equamente ai sacerdoti italiani in condizioni di bisogno (e dunque, principalmente a quei parroci che lavorano in località remote o disagiate, che non riuscirebbero mai a sostenersi solo con le offerte delle loro piccole comunità). Le donazioni sono fiscalmente riconosciute, dunque questo è il miglior momento per provvedere: tutte le offerte effettuate entro il 31 dicembre potranno essere dedotte dalla nostra dichiarazione dei redditi già l’anno prossimo. Dunque, perché aspettare? 

8 dicembreFesta dell’Immacolata Concezione. Fai brillare una luce nella notte!

La festeggiata del giorno non ha bisogno di presentazioni, sicché ci dedicheremo piuttosto a illustrare le modalità con cui l’Immacolata viene festeggiata in Francia, nella città di Lione. Ogni anno, l’8 dicembre, le vie del centro città si riempiono di mille luci splendenti, che brillano sui balconi oltre i vetri delle finestre: è la Fête des lumières, la festa delle luci; dolcissimo omaggio a Maria.

La tradizione nasce nel 1643, mentre la città di Lione era minacciata da una pestilenza che infuriava nelle regioni vicine. L’8 settembre di quell’anno, festa della natività di Maria, le autorità cittadine si affidarono alla Madonna facendo voto di dedicarle grandi festeggiamenti se lei avesse steso il suo manto protettore sulla città tenendo lontana l’epidemia. Tre mesi più tardi, poiché Lione era stata effettivamente risparmiata da quel contagio, i cittadini si riunirono per marciare in processione verso la basilica di Fourvière per rendere grazie alla Madonna, tenendo in mano cento e mille ceri accesi. Nasceva così la Fête des lumières: una tradizione che vive ancor oggi. 

Onoriamo la festa dell’Immacolata Concezione di Maria compiendo un’azione cristiana

Certo: noi non siamo a Lione, ma nulla ci vieta di importare anche a casa nostra questa dolce tradizione. Un lume acceso alla finestra per illuminare la notte, mentre la famiglia gli si raduna attorno per recitare una preghiera alla Vergine o intonare qualche canto mariano: riuscite a immaginare qualcosa di più dolce?

9 dicembreSanta Gorgonia. Rinunciamo al make-up per un giorno!

Essere la sorella di un Dottore della Chiesa è indubbiamente uno status che garantisce particolare visibilità. E così, santa Gorgonia di Nazianzo, sorella maggiore di san Gregorio Nazianzeno, passò alla Storia grazie al meraviglioso elogio funebre che suo fratello compose in occasione del suo funerale.

Gorgonia ebbe una vita piuttosto ordinaria: si sposò, ebbe tre figli, fu pia cristiana, si dedicò agli affari domestici e alla cura della sua famiglia. La Chiesa Ortodossa la ricorda come “Madre degli Orfani”, “Occhi dei Ciechi” e “Rifugio dei Poveri”, a causa delle sue attività cristiane; la donna morì nel 374, dopo una vita caratterizzata da numerosi acciacchi che non le impedirono però di dedicarsi a numerose attività caritative. 

Onoriamo la festa di santa Gorgonia compiendo un’azione cristiana

Questa è difficile, eh. Ma una delle caratteristiche che san Gregorio di Nazianzo apprezzava di più in sua sorella era la sua totale mancanza di vanità: «l’assenza d’ornamenti era, per lei, fonte di bellezza»; «i pigmenti e i colori li lasciava alle donne da palcoscenico».

Ecco: per le signore che ci leggono, se la sentirebbero di imitare almeno santa Gorgonia per ventiquattr’ore, rinunciando al loro make-up? Naturalmente, non c’è nulla di male nel farsi belle: ma se per caso la sola idea è bastata a farci inorridire… beh: questo potrebbe essere indice del fatto che c’è un problema da affrontare.

10 dicembreBeato Marco Antonio Durando. Diffondi la devozione per la Medaglia Miracolosa

Nacque in Piemonte nel 1801, e fin da piccolo manifestò il desiderio di partire missionario per la Cina. Pur essendo entrato a far parte di un ordine religioso esplicitamente votato alla vita missionaria, non realizzò mai il suo sogno di viaggiare nel lontano Oriente: i casi della vita lo costrinsero a vivere a Torino per coordinare a livello centrale le attività dei suoi confratelli in giro per il mondo. Visse in Piemonte fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 1880, ma ebbe – per così dire – la sua piccola rivincita: se non poté viaggiare per il mondo, portò il mondo ai piedi delle Alpi. 

Vale a dire: per sua iniziativa, giunsero in Italia molti ordini religiosi che fino a quel momento non esistevano nel nostro Paese. Fra i molti, ci furono anche le Figlie della Carità, nate dal carisma di santa Luisa de Marillac: dopo gli anni di crisi vissuti durante la rivoluzione francese, che aveva sciolto il loro ordine, le suore stavano appena cominciando a riorganizzarsi. Nel 1833, padre Durando le fece arrivare in Piemonte, dando loro incarichi di responsabilità in numerosi ospedali; e le suore arrivarono portando con sé, nel loro bagaglio, qualcosa di molto speciale. Pochi anni prima, nel novembre 1830, la loro consorella Caterina Labouré era stata oggetto delle apparizioni mariane che portarono alla creazione della Medaglia Miracolosa. Si trattava di una devozione recentissima, che non aveva ancora avuto modo di diffondersi significativamente: e fu proprio il beato Marco Antonio Durando a desiderarla fortemente in Italia, e a darsi da fare per diffonderla sul nostro territorio. 

E non solo: visti i suoi facili contatti coi sacerdoti missionari in giro per il mondo, il religioso contribuì in modo determinante alla sua diffusione su scala globale.  

Onoriamo il beato Marco Antonio Durando compiendo un’azione cristiana

Quale? Non c’è nemmeno bisogno di dirlo!

Natale si avvicina, non ci potrebbe essere un momento migliore: perché non regalare una Medaglia Miracolosa a quell’amica o a quella parente che potrebbe apprezzare, avendo cura di accompagnare il gesto con qualche scritto che ne racconti la storia?

11 dicembreSan Damaso. Scopri la vita di un santo che non conosci!

C’è un buon motivo, se san Damaso (305 – 384) è stato scelto come patrono degli archeologi. Il pontefice, vissuto negli anni in cui l’editto di Costantino aveva da poco garantito ai cristiani la libertà religiosa, si diede un gran daffare per tenere viva la memoria di quei martiri che avevano perduto la vita durante le persecuzioni. Non appena divenuto papa, diede ordine di esplorare e restaurare le catacombe di Roma, molte delle quali stavano già cominciando a mostrare segni di decadenza e di abbandono. Ma non solo: nell’età delle persecuzioni, capitava di frequente che le comunità cristiane murassero e occultassero quelle sezioni delle catacombe in cui erano conservate le reliquie dei grandi martiri, nel timore (comunque mai concretizzatosi) che i soldati romani potessero decidere di farne sfregio in odio alla religione. 

Molte delle più preziose reliquie della cristianità erano dunque sepolte sottoterra; e altissimo era il rischio di perderne le tracce, se non si fosse intervenuti urgentemente con un intervento di recupero. Fu papa Damaso a dare il via a veri e propri scavi archeologici che permisero di riportare alla luce questi tesori della cristianità.

Onoriamo san Damaso compiendo un’azione cristiana

Progettare una visita al museo diocesano è certamente qualcosa che potrebbe renderlo felice. In alternativa, sono moderatamente certa che san Damaso si compiacerà anche se ci limiteremo a prendere l’impegno di scoprire la vita di un qualche martire di cui sappiamo poco. Google è dalla nostra: non dobbiamo che chiedere!

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