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Il Vaticano chiede scusa alla Russia dopo le esternazioni del Pontefice

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AFP

Hugues Lefèvre - pubblicato il 16/12/22

La portavoce del Ministero degli Esteri russo ha affermato che il Vaticano ha chiesto scusa dopo i commenti di Papa Francesco sui gruppi etnici nell'esercito russo

Il Ministero degli Esteri russo ha ricevuto una richiesta di scuse da parte della Santa Sede dopo le considerazioni del Papa su Buriati e Ceceni, riferisce l’agenzia di notizie russa RIA Novosti, presente a una conferenza stampa con la portavoce del Ministero, Maria Zakharova, il 15 dicembre.

Il Pontefice ha sollevato un polverone in Russia dopo aver parlato della crudeltà di queste minoranze etniche, che fanno parte dell’esercito russo, in un’intervista alla rivista America il 28 novembre.

La portavoce del Ministero degli Esteri ha dichiarato di aver ricevuto un messaggio attraverso i canali diplomatici dal cardinale Segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, in cui questi chiedeva scusa alla Russia. “La Santa Sede tratta con profondo rispetto tutti i popoli della Russia, la loro dignità, fede e cultura, come anche gli altri popoli del mondo”, ha dichiarato il cardinale Parolin secondo la Zakharova.

Contattata da I.MEDIA, la Sala Stampa della Santa Sede ha confermato che “ci sono stati contatti diplomatici in questo senso”.

“Crediamo che l’incidente sia stato superato, e desideriamo portare avanti un’interazione costruttiva con il Vaticano”, ha assicurato la portavoce russa.

Le considerazioni del Papa su Buriati e Ceceni

Papa Francesco aveva suscitato le ire di molti Russi con i suoi commenti in un’intervista in cui aveva detto che “in genere, i più crudeli sono forse quelli che sono della Russia ma non sono della tradizione russa, come i Ceceni, i Buriati e così via”.

Se queste parole erano indubbiamente destinate a sfumare la reputazione delle truppe russe di violenza indiscriminata, e quindi a inviare un segnale indiretto di apertura nei confronti di Mosca, l’effetto è stato quello contrario. La Zakharova ha denunciato le parole del Papa come una “perversione della verità” e lo ha accusato di voler dividere le forze russe. “Siamo un’unica famiglia con Buriati, Ceceni e altri rappresentanti del nostro Paese plurinazionale e pluriconfessionale”, ha aggiunto. 

Anche diversi leader politici e religiosi di queste regioni hanno condannato le osservazioni del Papa. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha affermato che il Pontefice era “vittima della propaganda e della persistenza dei media stranieri”.

Proteste contro i servizi diplomatici vaticani non si sono fatte attendere neanche dall’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, di cui il Papa ha detto spesso di apprezzare l’“umanesimo”. “Ho espresso indignazione per queste insinuazioni e sottolineato che nulla può scuotere la coesione e l’unità del popolo multinazionale russo”, ha detto a RIA Novosti.

L’amore del Papa per la Russia

Il Papa ha cercato di difendere il popolo russo in altre occasioni. Tornando dal Bahrein a novembre, parlando di Ucraina e Russia ha affermato di sentirsi tra due popoli che ama, e che definisce l’Ucraina “tormentata” a causa della “crudeltà” che sta vivendo nella guerra.

Questa crudeltà, ha osservato il Pontefice, “forse non appartiene al popolo russo, perché il popolo russo è un grande popolo. Si tratta di mercenari e soldati che vanno in guerra come se fosse un’avventura. Preferisco pensarla così perché ho una grande stima per il popolo russo e per l’umanesimo russo”. “Basti pensare a Dostoevskij, che ancora oggi ci ispira, ispira i cristiani a pensare al cristianesimo”.

Queste “difese”, dall’altro lato, hanno causato costernazione tra gli Ucraini. Il Patriarca Sviatoslav della Chiesa greco-cattolica ucraina ha confessato di aver detto al Papa che in Ucraina dicono che “non ha letto Dostoevskij in modo corretto”.

Il Papa era insegnante di letteratura, e cita spesso l’autore russo.

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