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Socialismo e Provvidenza: la spiritualità inedita del “Papa Buono”

POPE JOHN XXIII

Jim Forest CC

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/12/22

Nei quaderni scritti dal giovane Roncalli si origina la sua "rivoluzionaria" concezione della Chiesa. Eccone i tratti salienti

Con la pubblicazione dei quaderni Ad Omnia, datati 1901, la Fondazione Papa Giovanni XXIII pone un altro importante tassello all’ambizioso progetto di studiare e divulgare gli scritti del “Papa buono” Angelo Giuseppe Roncalli, anche quelli finora sconosciuti, ma importanti per conoscere la sua maturazione umana, culturale e spirituale. Scritti risalenti al periodo dei suoi studi in Seminario a Bergamo (chiesadimilano.it).

L’eredità del “Papa buono”

Sì dà così attuazione alla richiesta formulata già all’indomani della morte di Giovanni XXIII, di «raccogliere, difendere, sviluppare la sua eredità», come scrisse il card. Giovanni Battista Montini il giorno in cui partì per il Conclave che l’avrebbe eletto papa.

Il tesoro di Capovilla

Negli stessi giorni padre Cornelio Fabro, acuto teologo e grande stimatore di papa Roncalli, scriveva al segretario monsignor Loris Capovilla: «Bisogna far conoscere la spiritualità di Papa Giovanni nelle sue autentiche sorgenti. La supplico di raccogliere gli scritti spirituali: i frammenti che vengono pubblicati stanno già facendo un bene immenso. Ma la missione spirituale di questo Santo Pontefice è appena all’inizio».

La speranza di Francesco

Tale auspicio è stato ripreso da Papa Francesco il 3 giugno 2013, nel 50° anniversario della morte di Papa Roncalli. In quell’occasione, egli esortava i pellegrini bergamaschi, giustamente «orgogliosi del “Papa Buono”, luminoso esempio della fede e delle virtù di intere generazioni di cristiani della vostra terra», a imitarne la santità, a custodirne lo spirito e «ad approfondire lo studio della sua vita e dei suoi scritti».

Angelo Giuseppe Roncalli

Le origini bergamasche di Papa Giovanni

E’ ormai convinzione storiografica condivisa che per comprendere appieno Papa Giovanni, il suo magistero e le sue scelte pastorali, è indispensabile investigarne le radici orobiche: famiglia e parrocchia, Seminario e Curia vescovile, educatori collaboratori e amici, diocesi e istituzioni civiche. (www.fondazionepapagiovannixxiiii.it).

A riguardo di ciò, sembrano del tutto appropriate le parole pronunciate da Roncalli il 10 settembre 1954, intervenendo a Bergamo per la commemorazione dell’illustre concittadino cardinale Angelo Mai, insigne studioso e cultore delle lettere classiche. «La terra che noi abitiamo e che – per modeste che siano le sue dimensioni – noi sentiamo di amare… contiene ancora nelle sue viscere tesori sorprendenti di documentazione per la storia religiosa e civile della nostra gente».

Apprezzava il socialismo

Anche le note roncalliane sul periodico Vita Diocesana offrono uno spaccato vivace della Chiesa bergamasca in tempi difficili, segnati da una mentalità sempre più attratta dagli ideali del socialismo. Da queste note emergono alcune scelte di fondo che qualificano la pastorale diocesana nell’episcopato di monsignor Radini Tedeschi. Come la cura per la formazione dei giovani; la promozione della dignità e del ruolo sociale ed ecclesiale delle donne; la presenza attiva e solidale nel mondo del lavoro. Grande importanza è assegnata al rinnovamento liturgico e spirituale (Zenit.org).

La spiritualità

E’ questo retroterra ad incidere una spiritualità unica nel suo genere. Già all’indomani della morte del “papa buono” il gesuita francese Robert Rouquette ha parlato di “mystère Roncalli”, formula che «bene esprimeva la difficoltà di dare risposte adeguate alla domanda che ci si trova davanti quando cerchiamo di avvicinarci a Giovanni XXIII: come accostare nello stesso uomo, nella stessa esperienza di fede, il pontefice del Vaticano II che ha riconciliato la Chiesa col suo tempo, che ha guardato fisso negli occhi uomini tanto distanti tra loro, padre e fratello di tutti, che ha scosso col vento nuovo della sua parola, del suo sorriso, della sua immediata cordialità secoli di incomprensioni, arrivando nel cuore dei potenti e degli umili; lo stesso uomo che la sera annotava nelle sue agende i fatti di una routine talvolta persino banale (…), che non tralasciava le piccole pratiche devozionali (…), che trascorreva lunghe ore di veglia nella lettura di antichi dottori e che traeva dalla meditazione del breviario e dell’Imitazione di Cristo le armi più formidabili della sua azione di pastore?» (Aleteia).

POPE JOHN XXIII

Roncalli e la Provvidenza

Questo “mistero” trova risposte diverse, ispirate dalla sensibilità di ciascuno e che attingono alla «assoluta docilità di Roncalli a lasciarsi guidare dalla Provvidenza», «o anche alla sua fine sensibilità che gli permetteva di cogliere i segni dei tempi», «la sua capacità straordinaria di aprirsi al mondo con una genuina concessione di fiducia nella storia, di cui anche la fine cortesia e gentilezza erano un segno eloquente».

Giorno dopo giorno Roncalli, «che seppe lanciare la Chiesa in una avventura i cui esiti furono inattesi quanto straordinari e al tempo stesso non temuti».

Come essere più buoni: i consigli di Papa Giovanni

Interessante in tal senso è il decalogo della quotidianità. Sono una serie di consigli del “Papa Buono”, frutto della sua spiritualità “rivoluzionaria”, che hanno il proposito di far vivere una vita, ad ognuno di noi, nel segno della bontà quotidiana. Un consiglio su tutti da ripetere ogni giorno? Eccolo: «Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo».

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