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Divisi tra Xi Jinping e il Papa, i cattolici cinesi sono sempre nel limbo

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Xi Jinping

PANG XINGLEI / XINHUA / AFP

i.Media per Aleteia - pubblicato il 27/12/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

1 – Divisi tra Xi Jinping e il Papa, i cattolici cinesi sono sempre nel limbo
2 – RDC: la prossima visita del Papa suscita la speranza per la regione travagliata
3 – Le questioni inquietanti poste dal caso Rupnik
4 – La Bielorussia, possibile luogo per i negoziati russo-ucraini?
5 – In India la battaglia liturgica continua

1Divisi tra Xi Jinping e il Papa, i cattolici cinesi sono sempre nel limbo

In un lungo articolo di analisi, Worldcrunch ripercorre la storia dell’accordo sino-vaticano, rinnovato due volte dal 2018, per affrontare la situazione critica dei cattolici cinesi dopo gli sforzi di tre Papi. Il contenuto dell’accordo rimane segreto, ma già solo il suo titolo, “Nomine episcopali”, lascia pensare che i quattro anni dell’accordo siano stati poco fruttuosi, con appena sei vescovi nominati, nessuno dei quali dal settembre 2021. Anche la comunità clandestina fedele a Roma ha sofferto, con sei vescovi clandestini ufficialmente riconosciuti e il futuro di altri 20 ancora incerto. Il processo di duplice consenso tra la Santa Sede e Pechino ha impedito la ricomparsa di vescovi illegittimi, ma il cammino per promuovere la riconciliazione resta ripido. Worldcrunch vi vede un tango in cui Papa Francesco ha un partner di danza “maldestro”, che “ignora addirittura la presenza dell’altra parte”. Tre anni dopo l’epidemia di Covid-19, le relazioni sino-vaticane si sono raffreddate, con il Partito Comunista che ha ripetutamente rifiutato colloqui faccia a faccia per motivi di controllo dell’epidemia. Anche se il contatto è stato mantenuto, le riunioni a Pechino e a Roma, che si erano alternate ogni pochi mesi, sono state sospese. Alla fine di agosto, però, la Santa Sede ha improvvisamente ricevuto un invito dalla Cina, mentre il Partito Comunista Cinese si preparava per il XX Congresso Nazionale.

Oltre al rinnovo dell’accordo, la Santa Sede ha chiesto al Partito Comunista Cinese il riconoscimento ufficiale dei vescovi clandestini e la ridefinizione della diocesi, e ha espresso la sua preoccupazione per i procedimenti contro il cardinale emerito Joseph Zen a Hong Kong. L’accordo è stato tuttavia prorogato per altri due anni. Secondo gli esperti, si tratta di mettere da parte le questioni diplomatiche e di concentrarsi sulle questioni ecclesiastiche. Di conseguenza, il Vaticano è criticato per il suo silenzio su Hong Kong, Tibet, Xinjiang e Taiwan. Alcuni oppositori dell’accordo hanno accusato Papa Francesco di vendere la Chiesa cinese e di tradire i fedeli clandestini. Per un sacerdote sul posto, però, “Papa Francesco è un uomo d’azione, il che richiede più coraggio. Qualcuno deve sempre iniziare (a negoziare con i comunisti), ed è già difficile quando si gestisce una piccola parrocchia, per non parlare di qualcosa di così importante come un accordo (nazionale)”. Il Vaticano si trova ora in una posizione difficile, conclude Worldcrunch, e se l’accordo non venisse rinnovato, Pechino potrebbe rispondere perseguitando i cattolici cinesi, o tornando ai suoi vecchi metodi di nomina di vescovi illegali, dividendo ulteriormente la Chiesa.

Worldcrunch, inglese.

2RDC: la prossima visita del Papa suscita la speranza per la regione travagliata

Dopo una nuova ondata di violenza nell’est della Repubblica Democratica del Congo, la popolazione locale spera che la visita di Papa Francesco a febbraio possa riportare la calma in questa regione travagliata. Negli ultimi mesi, riferisce Africa News, il gruppo ribelle Movimento del 23 Marzo (M23), sostenuto dal vicino Ruanda, ha conquistato vaste aree nella zona orientale del Paese ed è arrivato fino a poche decine di chilometri da Goma, capitale della provincia del Nord Kivu. Secondo un’indagine preliminare delle Nazioni Unite, sono almeno 131 i civili massacrati nei villaggi di Kishishe e Bambo il 29 e 30 novembre dal M23, principalmente di etnia tutsi. La regione è ricca di risorse minerarie, che hanno alimentato anni di combattimenti. Per padre Martin Yuremye, sacerdote della parrocchia di Kanyaruchinya, vicino alla città di Goma, dove molti sfollati a causa dei massacri hanno trovato rifugio, la visita di Papa Francesco porterà speranza a tutto il Paese. In un primo progetto di viaggio annullato lo scorso giugno, il Pontefice doveva visitare la regione di Goma, destinazione rimossa dal viaggio in un secondo tempo. “Visitando Kinshasa, penso che coinvolgerà tutto il Paese, che conosce le difficoltà di cui soffrono le popolazioni dell’est. Il messaggio che ci porta è quindi un messaggio di pace, e ci consola. Siamo orgogliosi che visiti il nostro Paese”, confessa il sacerdote.  

Africa News, inglese.

3Le questioni inquietanti poste dal caso Rupnik

Le accuse contro il sacerdote-artista sloveno si accumulano e pongono domande sul modo in cui il suo caso è stato trattato dal Vaticano e dalla Compagnia di Gesù, l’ordine religioso a cui appartiene.

La Croix, francese.

4La Bielorussia, possibile luogo per i negoziati russo-ucraini?

La Bielorussia potrebbe diventare il centro dei negoziati e contribuire alla pace in Ucraina, ha dichiarato il nunzio apostolico presso la Repubblica della Bielorussia, monsignor Ante Jozic.

TVR, inglese.

5In India la battaglia liturgica continua

Il cardinale George Alencherry, arcivescovo maggiore e responsabile della Chiesa siro-malabar, e l’arcivescovo Andrews Thazhath, amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Ernakulam-Angamaly, hanno annunciato misure nei confronti dei cristiani che hanno utilizzato la cattedrale di Santa Maria di Ernakulam come luogo di protesta per due giorni in prossimità delle celebrazioni natalizie, nel contesto della guerra liturgica in corso. 

The Hindu, inglese.

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