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Un fatto di Vangelo alla vigilia di Natale

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Emiliano Fumaneri - pubblicato il 01/01/23

Due carabinieri e un albergatore: non è una barzelletta, ma una storia di generosità e calore umano per la quale non è esagerato spendere una parola spesso abusata (ma non in questo caso): carità, attenzione al fratello in umanità colpito dalla sventura.

Una fede concreta, che va alla nuda realtà delle cose. Su questo tasto ha insistito molto papa Francesco, sia nella messa della notte di Natale che nel messaggio Urbi et Orbi del 25 dicembre davanti a una Piazza San Pietro tornata a gremirsi di fedeli.

Bando a scuse, autoassoluzioni e ipocrisie. Niente menzogne con Gesù. «Lui, che è stato teneramente avvolto in fasce da Maria, vuole che ci rivestiamo di amore. Dio non vuole apparenza, ma concretezza», ha detto Francesco. Che poi ha esortato: «Non lasciamo passare questo Natale, fratelli e sorelle, senza fare qualcosa di buono. Visto che è la sua festa, il suo compleanno, facciamogli regali a Lui graditi! A Natale Dio è concreto: nel suo nome facciamo rinascere un po’ di speranza in chi l’ha smarrita!».

Riconoscere e servire Dio nei poveri. È questo il marchio, il vero contrassegno del discepolo di Cristo. Rimboccandosi le mani, operando in maniera fattiva. Come Gesù, ha ricordato papa Bergoglio, «che nasce povero, vivrà povero e morirà povero» e «non ha fatto tanti discorsi sulla povertà, ma l’ha vissuta fino in fondo per noi».

Due anziani nel gelo della notte alla viglia di Natale

Proprio alla vigilia di Natale una vicenda concretissima ha dato un corpo visibile a queste parole di Francesco. Un fatto di Vangelo, come quelli di cui andava alla ricerca il vaticanista Luigi Accattoli in un bel libro-inchiesta di diversi anni fa.

La storia è stata riportata anche dai grandi giornali nazionali. È quella di una coppia di anziani – Marco di 65 anni e Rocca di 70 anni – sfrattati di casa da più di due mesi. Da allora la loro nuova casa è diventata l’automobile. Un’auto alquanto malandata: unico rifugio dal freddo e dal gelo per due persone non più nel fiore degli anni.

E così, infreddoliti e da giorni senza un pasto caldo, li hanno trovati i carabinieri a Copparo, in provincia di Ferrara. I militari sono intervenuti sabato 24 dicembre, la sera della vigilia di Natale (circa verso le 22.30), dopo la segnalazione di una persona. La coppia era lì, in via Primicello, all’interno di quella vettura ghiacciata dalle temperature notturne. E a differenza dei loro colleghi immaginari della famosa canzone di De André non sono venuti meno al loro dovere. Anzi, hanno fatto ben di più.

Marco e Rocca

La divisa al servizio del bene

Ai due militari del nucleo radiomobile marito e moglie raccontano di quello sfratto di due mesi prima, di come da allora siano costretti a vivere in macchina. E mai come in questo caso gli uomini dell’Arma sentono forse nel loro cuore ciò che la divisa che indossano – la stessa indossata da Salvo D’Acquisto, la stessa sotto il patrocinio della Virgo Fideils – indica loro implicitamente, con la sua sola presenza: il valore della forza giusta, della forza messa al servizio del bene, soprattutto dei più inermi.

È l’aspetto più nobile della condizione militare, che la plasma a immagine del Buon Samaritano della parabola evangelica. In attesa di allertare i servizi sociali, i due carabinieri – il vicebrigadiere Francesco Cavolo e l’appuntato scelto Davide Tieghi – pensano prima di portare con sé in caserma i due anziani per fare loro passare la notte lì. Poi, raccontano in questo video sul sito della Gazzetta di Reggio, subentra la possibilità di portare la coppia di anziani a “Corte Scanarola”, un ristorante di Ro Ferrarese, per offrire a loro spese la cena e un letto caldo per la notte.

Il gesto dell’albergatore

Ma non è tutto: anche l’albergatore, Leonardo Stefanoni, si rende immediatamente disponibile quando i carabinieri lo contattano per chiedergli se ha disponibilità per ospitare i due coniugi sfrattati. «Mi hanno chiesto – racconta al Resto del Carlino – se avevo la possibilità di ospitare due persone che avevano trovato nella loro auto, al freddo. Così ho dato la mia disponibilità. Non si possono lasciare due persone anziane in quella condizione».

Marco e Rocca non solo hanno cenato e dormito a “Corte Scanarola” la notte di Natale, hanno anche passato Natale e Santo Stefano con la famiglia dell’albergatore. I due miliari sono passati a trovarli a Natale. E quando si sono offerti di coprire – sempre di tasca loro – le spese di vitto e alloggio, Stefanoni ha risposto loro di aver deciso di ospitare gratuitamente la coppia nel suo albergo. «Fino a che avranno bisogno potranno restare qui», ha detto l’albergatore non nuovo a gesti di solidarietà come portare sacchi a pelo ai clochard. I due anziani resteranno dunque da lui fino a quando i Servizi sociali e il Comune di Riva del Po non avranno trovato una sistemazione per loro.

Nel frattempo Stefanoni ha anche accompagnato la signora Rocca, acciaccata e col peso di un lungo periodo trascorso al freddo, a farsi visitare all’ospedale di Copparo. Una situazione, quella dei due sposi finiti a vivere per strada in macchina, già nota al Comune e ai Servizi sociali che tempo prima avevano offerto come soluzione alternativa un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Che però, per qualche ragione, i due avevano rifiutato.

Come far rinascere la carità: servire i poveri

Vengono alla mente sempre le parole di Francesco: «Ricordiamo che non è veramente Natale senza i poveri. Senza di loro si festeggia il Natale, ma non quello di Gesù». «Fratelli, sorelle, a Natale Dio è povero: rinasca la carità!».

Storie come queste mostrano il vero volto della carità: che è sempre uno slancio, è sempre fare più del proprio stretto dovere. Come ha scritto da qualche parte Gustave Thibon, il cristianesimo non è una religione della legge e della morale. L’amore cristiano non nega la morale ma la supera. La morale prescrive in gran parte precetti negativi (non rubare, non uccidere, non commettere adulterio, ecc.). Ma il vangelo trascende la morale dei comandamenti. Non è una virtù negativa, è una virtù positiva, attiva, quella che richiede. Per il Vangelo non basta più non fare il male, occorre fare il bene.

Per la morale basta al limite astenersi dal fare il male, ma per la virtù attiva del vangelo astenersi dal fare il bene è forse il peccato più grande. Per la legge può bastare non fare il male. Ma alla carità preme soprattutto che si faccia il bene.

Le due cose del resto non sono scollegate: se amo il mio prossimo di certo non gli toglierò nulla di quanto gli appartiene né attenterò alla sua vita; se amo mia moglie di certo non la tradirò e così via. Fare il bene – e farlo bene – non toglie niente ai propri doveri. Li perfeziona soltanto, mostra forse il loro volto più puro e autentico. Come hanno mostrato, in maniera tangibile e concreta, due militari e un albergatore nella notte di Natale.

Tags:
carità cristiana
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