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Come imparare a fare i nonni?

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Ignasi de Bofarull - pubblicato il 23/01/23

Inizia una nuova tappa in cui ai neononni a volte costa trovare il proprio posto e ruolo

Quando nasce il primo nipote, durante i primi mesi i nonni devono obbedire al primo precetto di base: non essere invadenti, rendendosi conto che i genitori sono i primi responsabili del bambino. Sono i genitori a dover prendere le iniziative e a occuparsi delle visite, di chiedere aiuto e di informare i nonni su tutto ciò che è necessario.

Non è facile, perché i neononni sono così affascinati dal nipotino o dalla nipotina da essere pieni di curiosità e di voglia di vedere il/la nuovo/a arrivato/a. Bisogna però seguire un altro criterio: aspettare di ricevere le richieste.

C’è comunque un compito implicito che i nonni possono svolgere: pregare per i figli (e per la nuora o il genero), e ovviamente per il piccolo. E questa preghiera ha un punto fermo: l’evangelizzazione del bambino. Prima cosa: quando verrà battezzato?

Mi si risponderà: “E se i genitori del bambino sono cristiani tiepidi e non praticanti, che non vanno a Messa la domenica?” Non succede niente: sono stati battezzati, e vedranno favorevolmente il Battesimo.

Come promuovere il Battesimo se abbiamo detto che non bisogna essere invadenti? Insisto, va fatto con grazia, delicatezza e molta preghiera. Bisogna dare per scontato che il Battesimo è necessario, o quantomeno non fa male a nessuno.

Dev’essere poi celebrato presto, non oltre i due mesi e qualcosa, e vi devono partecipare solo le due famiglie, il padrino e la madrina. I primi tempi sono già abbastanza difficili, non serve una festa in grande, che spesso diventa un’ostentazione.

Ciò che conta è il sacramento e riuscire a far sì che tutti comprendano cosa significa diventare figli di Dio. In questo senso, un sacerdote amico o pedagogo è molto utile.

Abbiamo menzionato lo stress della madre. La vita è cambiata completamente anche per il padre, ma soprattutto per lei, ancor di più se allatta il bambino.

Il ruolo dei nonni è dare pace alla coppia, far sì che abbia pazienza con il bambino, che lo guardi come un esserino che ha bisogno di attenzioni costanti. Se tutto va bene e si circonda il piccolo di calore e parole gentili (perché la lingua si impara fin dalla nascita), raggiungerà progressivamente una maggiore autonomia a livello di sonno, igiene e alimentazione, il che favorirà le cose.

La cosa peggiore è l’impazienza della madre, e andando agli estremi un certo rifiuto come segno di un inizio di depressione post-parto. I nonni devono incoraggiare, calmare e confortare i genitori, fare qualche regalino ragionevole (un gioco educativo consigliato dai pediatri), accompagnare dal medico, ma mai intromettersi criticando o disprezzando.

Se, quando il bambino avrà due o tre mesi, lo accoglieranno in casa propria perché i genitori vogliono uscire a rilassarsi, dovranno attenersi alle routine di mamma e papà.

Per quando crescerà

Un altro tema è la scuola. Quando la madre tornerà al lavoro, bisognerà trovare la soluzione migliore per l’istruzione del bambino.

I genitori devono avere una visione a lungo termine, e anche i nonni. La mia proposta è una scuola cristiana, piccola, vicino casa e molto familiare. Non è facile, ma se si trova un istituto con queste caratteristiche è tutto più facile.

Quando il bambino cresce si può passare all’estremo contrario: non sono i nonni ad essere invadenti nei confronti dei figli per quanto riguarda il nipote, ma i figli ad esserlo con i nonni delegando troppo a questi ultimi la cura del piccolo.

In questo caso, i nonni si devono imporre, salvo in situazioni di estrema necessità. La madre e il padre devono essere responsabili e cambiare il proprio stile di vita, capendo che non sono fidanzati che escono ed entrano quando vogliono, ma genitori dediti e attenti.

Ad ogni modo, è bene che figli e nonni parlino del tema, per poter vivere serenamente e in modo proficuo la splendida novità dell’arrivo di un altro membro della famiglia.

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