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Meno tasse, meno pressione fiscale, quindi meno lavoro in nero

PORTAFOGLIO ROSSO VUOTO

Di Cryptographer|Shutterstock

Aleteia Italia - pubblicato il 26/01/23

Quando pagano tutti, lo Stato incassa di più e questo genera più ricchezza, educazione, cultura e lavoro

di Avv. Massimiliano Sammarco

Per l’Italia quella delle riforme fiscali ed economiche non è solo una necessità non più rimandabile, è una grande sfida e un nodo da sciogliere per il futuro del Paese. La rivoluzione fiscale  dovrebbe muoversi sul doppio binario pubblico-privato. Il pubblico interviene nelle grandi opere, mentre il privato entra con le sue attività imprenditoriali a sostegno dello Stato e per realizzare progetti industriali innovativi che creino occupazione e cultura e redistribuiscano ricchezza tra tutti i cittadini. Considerando la situazione critica in cui versa il Paese, diventano urgenti misure e scelte eccezionali per trasformare definitivamente l’Italia in una nazione moderna e all’altezza delle sue possibilità.

Dal 1987 l’OCSE dice all’Italia che la nostra pressione fiscale era troppo alta , che avevamo il record mondiale di numero di leggi e leggine e che la nostra burocrazia era una giungla ! Sono passati oltre trent’anni dal lontano 1987 e, più che miglioramenti tangibili, abbiamo imboccato la via del peggioramento lento, continuo e costante.

Negli altri Paesi occidentali il comune denominatore è ben altro: burocrazia semplice, equa tassazione, incentivi ed aiuti alle imprese sia sul mercato nazionale che internazionale, fisco amico, possibilità di interloquire con qualsiasi apparato burocratico dello Stato, normative chiare e immediata con propensione a modificare indirizzi e norme a seconda delle nuove situazioni dettate dal mercato.

Queste riforme non devono guardare all’immediato, al presente, ma a uno sviluppo futuro con una visione inclusiva e produttiva (una riforma lenta -passo dopo passo- ma costante nel tempo, che cambi completamente le radici dell’impianto tributario). Il principio ispiratore è quello dell’investimento, dello Stato che fa ciò che l’impresa da sola non può fare e che promuove innovazione: se attiro attività sul territorio con incentivi fiscali a breve termine, a lungo termine creerò un indotto economico di crescita e di ricchezza (non solo economica ma soprattutto culturale). Con un piano così strutturato anche le imprese straniere potranno decidere di stabilirsi in Italia. Bisogna realizzare  le grandi riforme che possono mettere in marcia una crescita costante per quella rete infinita di PMI – soprattutto di piccole e piccolissime – che rappresentano – non scordiamolo mai – la linfa vitale del sistema produttivo italiano e che sono quelle che se crescono e si sviluppano possono dare opportunità di lavoro a tutti in ogni territorio del nostro paese !

Ma è proprio oggi, quando il Covid ha messo in luce le nostre debolezze, che dobbiamo creare le condizioni per essere protagonisti e superare le nostre criticità di sistema. Le imprese cercano condizioni ottimali per poter investire e produrre: servono incentivi per chi assume, per chi porta nuova tecnologia  sul territorio; serve una diversa tassazione, con aliquote più basse rispetto a quelle ordinarie, per chi vende sul mercato internazionale; serve la possibilità di operare anche come un holding di partecipazione per tutte le proprie succursali nel mondo e quindi anche in questo caso con un trattamento differente rispetto alla normale tassazione dei dividendi ricevuti da succursali straniere. E poi ancora: le infrastrutture ed i collegamenti sono fondamentali per la crescita economica di un’area geografica.

Dal primo gennaio 2018 c’è una legge in vigore in Italia che riguarda la Zona speciale economica, che interessa tutti i porti del Sud Italia, scritta e realizzata sui modelli delle zone franche di Barcellona, Rotterdam, Suez. Ma nessuno lo sa e la cosa più grave è che nessuno fa niente per portare avanti questi progetti! Una legge fatta e scritta benissimo che però nella realtà non trova applicazione per l’incompetenza e il disinteresse delle parti in gioco. E che per esempio prevede che in quello zone deve essereassunto personale per il 90% residente in quelle zone !!! Uno Stato illuminato deve anche semplicemente capire perché una impresa trasferisce la sua sede all’estero e poi provare a ricreare in Italia quelle stesse condizioni -o anche di migliori- economico-giuridiche che l’impresa ha trovato all’estero. Se poi in Italia si pensasse davvero ad abbassare le tasse, con uno schema fiscale più equo, si contribuirebbe a risolvere il problema del nero e dell’evasione e si lascerebbero maggiori risorse ai privati per rilanciare i consumi: con aliquote più basse, tutti pagano e lo Stato incassa di più!

E’ anche  di fondamentale importanza cercare di trattenere nel nostro territorio le imprese italiane  e di  non farle scappare all’estero  e questo lo si fa esattamente come appena ho precisato sopra; questo significa più lavoro per tutti più possibilità per tutti di poter arrivare ad un livello dignitoso per poter vivere !

Un esempio per tutti : ricordiamo il caso FCA che ha traferito la sede da Torino a Londra ed Amsterdam.  Quando finalmente la FCA FIAT è diventata una impresa privata  grazie a Marchionne , ha cominciato a studiare ed a verificare  dove poteva avere più vantaggi legali-fiscali-economici rispetto all’Italia ; fatto il cambio ed il trasferimento della sede, immediatamente tutti in Italia contro Marchionne che era diventato un traditore delle patria etc etc !!! Uno Stato illuminato avrebbe semplicemente cercato di capire perché l’impresa stava trasferendo la sua sede all’ estero e poi semplicemente cercare di ricreare in Italia quelle stesse condizioni ( o migliori ) economiche-giuridiche che la FIAT FCA aveva trovato all’estero .

Solo Il castigo e la minaccia servono a poco !

Una rivoluzione fiscale che liberi l’impresa e generi ricchezza .

1) Per le società si può ad una Aliquota generale al 15% con la creazione dell’istituto del TAX RULING e di APA, cioè la possibilità di trattare con il fisco le aliquote all’inizio dell’attività delle imprese per 5/10 anni; le aliquote per le nuove attività vengono negoziate, trattate e decise preventivamente con l’amministrazione tributaria (a titolo di esempio molto generale: il primo anno un’aliquota dell’imposta sulle società potrebbe essere del 2%, 3% o 4%, e poi via via crescendo a secondo del business e/o del fatturato, e/o degli utili, delle perdite, degli investimenti e dell’andamento del mercato, etc etc). In ogni caso verranno ulteriormente premiati la ricerca, lo studio, lo sviluppo scientifico e le nuove tecnologie. Non sarà previsto nessun altro tipo d’imposta diretta o indiretta sulle società. Altri incentivi potranno essere regolati in caso di assunzione con contratti a tempo indeterminato. Anche l’ IVA  potrebbe avere una Aliquota generale al 15% (per far aumentare i consumi) .

2) Per le persone fisiche Aliquota per i redditi più alti (da +250.000 euro) al 31 %; aliquota per i redditi da 180.000 euro a 250.000 al 25%; aliquota per i redditi da 100.000 euro a 180.000 al 15%; aliquota per i redditi da 60.000 euro a 100.000 al 9%; aliquota per i redditi da 30.000 euro a 60.000 al 7%; aliquota per i redditi da 22.000 euro a 30.000 al 4%; i redditi fino ad un importo massimo di 22.000 euro sono esenti.

3) Una Imposta sul patrimonio prevista su un totale di asset in proprietà (titoli, immobili, etc etc) di un valore pari o superiore a 5.000.000 di euro con un’aliquota dello 0,5% (esclusa da questa imposta patrimoniale e quindi dal calcolo è la prima casa in proprietà).

4) Poi per tutte le società italiane che investono all’estero esenzione totale d‘imposta sui redditi ricevuti dalle partecipate e/o stabili organizzazioni estere quali: dividendi; interessi; plusvalenze; canoni. Le partecipate estere e le stabili organizzazioni non dovranno essere residenti nei paradisi fiscali. Le attività estere dovranno riguardare i seguenti settori: produzione industriale, di ingegneria, di progettazione, ricerca e sviluppo scientifico ed esportazione del made in Italy (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili).

5) Possibilità poi come dicevamo per gli investitori esteri di costituire in Italia società di partecipazione finanziaria ed industriale con i seguenti vantaggi e condizioni: il socio straniero della SPI non deve essere residente in un paradiso fiscale; i redditi della SPI provenienti da attività al di fuori del territorio italiano (escluso i paradisi fiscali) sono esenti quali dividendi, interessi, plusvalenze, canoni. I redditi invece prodotti dalla SPI in Italia saranno tassati secondo le norme generali interne (potrebbe anche essere prevista una norma specifica per i manager stranieri che si trasferiscono in Italia a lavorare per la SPI – quindi che non sono mai stati residenti prima in Italia – che fissa una aliquota, per esempio, del 15% per 4 anni su tutti i redditi da loro percepiti come persone fisiche sia in Italia che all’estero). Con riferimento alla distribuzione dei profitti dalla SPI al socio straniero, non sarà prevista nessuna ritenuta alla fonte indipendentemente dalle previsioni normative delle convenzioni, per evitare la doppia imposizione firmate. Le attività estere dovranno riguardare: produzione industriale, progettazione, ingegneria, ricerca scientifica, esportazione (escluse tutte le attività bancarie, finanziarie e simili).

 6) Possibilità da parte di qualunque soggetto di dedurre tutte le spese e costi quali ricevute, fatture, ticket etc,etc di qualsiasi tipo, anche non inerenti alle attività svolte dagli stessi soggetti (per esempio, un lavoratore dipendente potrà dedurre come spesa la fattura dell’idraulico: se io posso dedurre chiedo sicuramente la fattura e l’idraulico la emette e paga iva ed imposte).

7) Azzerare poi tutto il contenzioso in corso con la possibilità di chiuderlo con aliquote crescenti dal 5% al 20%, a seconda del volume degli importi contestati. Verrà costituito un albo professionale di mediatori fiscali: tali professionisti avranno la funzione di mediare e risolvere i conflitti fra l’amministrazione tributaria ed il contribuente per tutti i contenziosi fiscali fino ad un valore massimo di 1.000.000 euro.

8) LOTTA SENZA SOSTA E CONFINE CONTRO I GRANDI EVASORI (mafie, riciclaggio di denaro sporco) con la previsione di pene ancora più severe.

L’aliquota generale sulle plusvalenze realizzate e relative a tutte le operazioni di borsa potrebbe essere fissata  al 20%.

Realizzare un definitivo condono tombale per far rientrare i capitali italiani depositati in conti cifrati esteri e/o in paradisi fiscali, con una aliquota pari al 15% del totale dell’importo condonato e rientrato in Italia.

9) Si stabiliranno programmi per professori e ricercatori stranieri su grandi progetti scientifici da sviluppare in Italia  in stretto collegamento con il mondo privato ed imprenditoriale.

10) Abrogazione di tutte le norme di restrizione valutarie – legali sui pagamenti e versamenti in denaro contante sia in Banca che in relazione a tutte le transazioni commerciali.

11) Ritenuta a titolo d’imposta in Italia del 15% su tutti i pagamenti effettuati ai grandi gruppi del web dai soggetti residenti in Italia.

Nuova disciplina dei REATI in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Contemporaneamente alla riforma fiscale vanno di pari passo inasprite ed aumentate tutte le pene relative ai reati per evasione fiscale.

Se aiutiamo le nostre piccole imprese saremmo in grado di generare ricchezza , educazione , cultura, lavoro e ridistribuire veramente la ricchezza e risolvere il gravissimo problema delle classi più fragili  che oggi purtroppo non hanno possibilità di accesso ad un lavoro dignitoso e rispettoso della persona.

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