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Spiritualità
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8 “pillole” di spiritualità che ci ha trasmesso San Tommaso d’Aquino

THOMAS AQUINAS

Fra Bartolomeo(CC BY-SA 4.0)

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 03/02/23

Ecco il percorso dell'importante teologo per rilanciare la spiritualità e giungere a un'unione più intima con Dio

Otto pillole di spiritualità di San Tommaso d’Aquino. Le introduce ad Aleteia il professore Alessandro Beghini, scrittore, studioso di Teologia spirituale e mistica, coordinatore del Percorso di formazione sulla Vita spirituale cristiana “Camminate secondo lo Spirito (Gal. 5, 16)”.

«Si è deciso di intraprendere un percorso di formazione sulla Vita spirituale cristiana a partire dalla dottrina di Tommaso d’Aquino – Doctor Humanitatis per due ragioni principali – spiega Beghini – la prima è relativa al contenuto in se stesso, ovvero la vita spirituale in ordine alla contemplazione e alla conoscenza mistica; la seconda è legata allo stesso Tommaso d’Aquino in quanto è uno dei più grandi autori e studiosi che la storia ci abbia mai consegnato e nello stesso tempo un grande santo per il suo vissuto eroico, anche se, purtroppo, al giorno d’oggi spesso relegato a contesti di nicchia».

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Un “aiutino” per la contemplazione e una fede più intensa. Ce lo dà San Tommaso.

E allora ecco le 8 pillole di spiritualità di San Tommaso.

1) Unione “intima” con Dio

Con riferimento alla Vita spirituale, San Tommaso d’Aquino afferma che è un cammino che ci porta ad una conoscenza quasi sperimentale di Dio. Il vissuto spirituale cristiano intimo, ovvero mistico, non è riservato a qualcuno di speciale, ma a tutti ed è il percorso di unione intima con Dio cui ognuno è chiamato a partire del Battesimo: la vita mistica è, quindi, la vita intima di Dio comunicata all’uomo.

2) Dio ci vuole come lui

Affrontando questo percorso emerge quello che è il nucleo fondante del credo cristiano e cattolico in particolare: non un Dio che “semplicemente” si rivela, ma un Dio che si è fatto uomo per farci come Lui o, come ci dice Tommaso: “Il Figlio di Dio, volendo che noi fossimo partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura, affinché, fatto uomo, facesse gli uomini dei!” (Officium de festo corporis Christi).

3) Dare peso alle giuste cose

Il Doctor Humanitatis, inoltre, lascia trasparire nella sua opera una carica affettiva profonda del rapporto Dio-uomo, seppur con un linguaggio che oggi considereremmo un po’ freddo e aspro. La sua non è una dottrina solo speculativa, ma affettiva! Egli, infatti, ci ammonisce a dare il giusto peso alle cose, a mettere in ordine, una volta per tutte, ciò che davvero conta per la vita presente e per quella futura, ovvero lo stare col Signore, relegando tutto il resto a paglia, cioè a cosa di poco conto.

4) La carità

Insegna San Tommaso d’Aquino che la vita spirituale mistica è ciò che ci conduce, attraverso la carità, ad essere elevati fino alla visione di Dio stesso. Ecco quindi il cuore della riflessione tommasiana: l’amore, la carità è fine e mezzo. Fine in quanto Dio-amore è ciò verso cui tutti quanti tendiamo; mezzo in quanto l’amore è ciò che ci permette di elevarci e attraverso l’amore, Dio ci eleva fino a renderci degni per l’incontro con Lui. E questo è il frutto della contemplazione.

5) L’aspirazione di ogni uomo

Questa contemplazione, seppur imperfetta, in questa vita dà, potremmo dire, come bene accessorio la delectatio (gioia, piacere) e a sua volta la delectatio ci spinge ancor di più alla contemplazione, spiega Tommaso. L’uomo allora si dimostra essere capace di Dio, e questa è la più grande promessa del cristianesimo, la vetta più alta raggiungibile, l’aspirazione che tutti noi, che ne siamo consapevoli o no, che riusciamo a esprimerlo o no, portiamo nel cuore.

6) La felicità

Tommaso ci insegna che l’uomo cercando la felicità in realtà cerca Dio che è la felicità ultima cui ognuno aspira; infatti, l’uomo può trovare questa solo in Dio: la felicità dell’uomo, ci dice Tommaso, consiste nel soddisfacimento del desiderio naturale di vedere Dio: solo quando questo accadrà l’intelletto si acquieterà.

7) Percorso a ritroso

La distanza esistente tra l’Essere di Dio e l’essere dell’uomo non potrà essere colmata con le sole forze umane. Per questo, in pieno schema tommasiano, è necessario effettuare un cammino “a ritroso” di ricongiungimento a Dio, ben sapendo che Dio è il buon Padre misericordioso sempre pronto a sorreggerci e ad aiutarci con la sua Grazia.

8) La bellezza dell’amore

Nella sua dottrina, San Tommaso d’Aquino non trasmette “solamente” dei contenuti, ma, piuttosto, egli si rivela un abile pedagogo: ci prende per mano e ci conduce alla scoperta della pienezza della dignità di essere uomini e alla scoperta della bellezza di essere creature amate da Dio. Non ci insegna, esplicitamente, a contemplare, ma ci rivela l’importanza della contemplazione. Non ci spiega concretamente come essere felici, ma ci dice in cosa consista la vera felicità. In nessun caso si impone su nessuno chiedendo di abdicare al proprio desiderio di ricerca e di conoscenza della verità, ma sprona chiunque a percorrere questo cammino alla scoperta di se stessi e di Dio.

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