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Padre Pio e Raffaelina si vedevano ogni giorno: la testimonianza

PADRE PIO SORRIDENTE

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 07/02/23

Raffaelina Cerase è stata una delle principali figlie spirituali di Padre Pio: sul rapporto con il santo se ne sono dette di cotte e di crude. Ecco la verità sui loro incontri

Si, è vero che un giovane Padre Pio frequentava quotidianamente (o quasi), nel 1916, la casa di Raffaelina Cerase, una delle sue più conosciute figlie spirituali. E lo faceva, a dispetto di voci e dicerie, per accompagnare la donna nel “viaggio” verso Dio, a seguito della grave malattia di cui soffriva. 

Nel libro di Francesco Guarino e Marcello Stanzione “Padre Pio e Raffaelina Cerase” (Mimep docete) è riportata la testimonianza del Terziario Francescano, il cavalier Romeo Tortorella di Foggia, che attesta la presenza giornaliera di Padre Pio a casa di un’ammalata Raffaelina. Tortorella era vicino di casa della donna e amico di famiglia. 

giovane padre pio
Padre Pio giovane sacerdote.

Chi era Raffaelina Cerase

Raffaelina Cerase nacque a Foggia, in una famiglia nobile, il 1º novembre 1868. Iscritta al Terz’Ordine Francescano e all’Azione Cattolica, nel 1914, per il tramite del padre Agostino da San Marco in Lamis, iniziò una corrispondenza epistolare con Padre Pio, il quale, per aderire alla volontà del confessore, accettò di guidarla, con paterne sollecitudine, nelle vie dello spirito. 

La malattia della donna 

Nell’ottobre del 1915 Raffaelina, dopo aver subito una grave operazione, si ammalò. Complice del padre Agostino e del padre Benedetto Nardella, che volevano ad ogni costo far rientrare Padre Pio in convento, espresse il desiderio di incontrare il suo santo direttore spirituale e di confessarsi da lui. Il venerato Padre, che si trovava a Pietrelcina per motivi di salute, il 17 febbraio 1916 giunse a Foggia e si stabilì nel convento di S. Anna. 

Le visite di Padre Pio 

Visitò la Cerase ogni giorno fino a quando, il 25 marzo 1916, la stessa si addormentò per sempre nel Signore. Il carteggio intercorso tra i due, soffuso di straordinario afflato di santità, è compreso nel secondo volume dell’Epistolario di Padre Pio (www.conventosantuariopadrepio.it).

La testimonianza di Romeo Tortorella

Secondo la testimonianza del cavaliere Romeo Tortorella: «Padre Pio, nel periodo che dimorò a Foggia, si recava ogni giorno da Raffaelina. Camminava sempre con le braccia incrociate sul petto e ad occhi bassi. Si tratteneva da Raffaelina fino a mezzogiorno (quasi due o tre ore) e poi se ne tornava in convento, camminando sempre come già detto».

Romeo era piccolino e, vedendo Padre Pio, che doveva necessariamente passare innanzi alla casa dei Tortorella, chiamava la sorella: “Vieni, Lucietta, viene a vedere Padre Pio!”.

I poveri di “Rione delle Croci”

Quale l’effetto spirituale di quegl’incontri, di quei colloqui di Padre Pio e Raffaelina? Chi potrebbe saperlo? Ma dagli effetti esterni qualcosa vien fuori. Ed è la fiamma che Gesù portò in terra, perché si accendesse in tutti; la carità, l’amore per il prossimo. Raffaelina non poteva non sentire compassione per i poveri, che, allora specialmente, abbondavano in Foggia, particolarmente nel depresso “Rione delle Croci”. E sapeva, Raffaelina, anche quali erano le famiglie più bisognose del rione.

giovane padre pio
Una immagine di un giovane Padre Pio.

La sorella avara

Come faceva la carità? Di nascosto, racconta Romeo Tortorella, «non solo per seguire l’insegnamento di Gesù, ma anche perché la sorella – Giovina – era avara un bel poco e la sorvegliava, perché la sapeva larga. Non era cattiva Giovina; solo era avara un bel poco. Raffaelina, dunque, agiva. Non poteva non agire. Lo faceva, però, di nascosto, servendosi di una persona fidatissima».

I soldi di Raffaelina

Questa persona era Luigi Tortorella (padre di Romeo ndr), il quale, data la grande intimità, aveva accesso libero in casa Cerase. Raffaelina consegnava al Sig. Luigi Tortorella i soldi per l’elemosina ed anche per il decoro della Chiesa delle Grazie. Raffaelina, dice Romeo, aveva un sorriso angelico.

L’ubbedienza a Padre Pio

Due episodi testimoniano, in modo brillante, la carità di Raffaelina e la sua ubbidienza al suo Padre spirituale, Padre Pio.

Una volta Raffaelina si tolse gli orecchini d’oro e li consegnò al su nominato Sig. Luigi, perché li vendesse e ne facesse elemosina ai poveri, determinando anche chi bisognava soccorrere. E, nel togliersi gli orecchini, soggiunse: “Così vuole il mio Padre spirituale, Padre Pio”.

Un’altra volta, per il medesimo motivo e con le medesime disposizioni, si tolse la catenina d’oro con un ciondolo dell’Addolorata, che portava al collo, e la consegnò al già menzionato Sig. Luigi, aggiungendo: “Così vuole il mio Padre spirituale, Padre Pio”.

La conferma di padre Gerardo Di Flumeri 

Nel 1972 il padre Gerardo Di Flumeri, nel primo convegno sulla spiritualità di Padre Pio organizzato a San Giovanni Rotondo, relazionò sulla direzione spirituale di Padre Pio a Raffaelina Cerase. Alla pagina 250 degli Atti che ne seguirono, in calce è riportata la seguente testimonianza: «A Foggia c’è ancora qualcuno che ricorda Padre Pio e Donna Raffaelina Cerase: è il Cav. Romeo Tortorelli, il quale ha confidato alcuni episodi al Padre Costantino Capobianco da Fragneto l’Abate, cappuccino vivente nel convento di Sant’Anna (Foggia)». 

Questa testimonianza del Cav. Tortorella è di fondamentale importanza per comprendere a fondo il rapporto spirituale che si era instaurato tra i due, durante il periodo in cui Raffaelina fu in vita assistita spiritualmente dal suo padre spirituale, e per capire meglio lo spessore umano e l’ampiezza spirituale di Raffaelina.

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