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Ci sono esperienze di pre-morte riconosciute dalla Chiesa?

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Shutterstock | Paul shuang

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/02/23

L'escatologo Ancona: non ci sono pronunciamenti perché non riguardano la dottrina della fede

Un lettore ci scrive se “ci sono esperienze di pre-morte, in cui si sostiene di essere stati in Paradiso, ufficializzate o verificate dalla Chiesa”.Giovanni Ancona, docente ordinario di Antropologia teologica ed Escatologia presso la facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana, premette: «Le cosiddette esperienze di pre-morte costituiscono un fenomeno abbastanza impenetrabile e complesso. Tali esperienze sono oggetto di studio scientifico a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, ma c’è chi rimanda ancora indietro nel tempo l’osservazione razionale di esse».

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I libri di Moody

«Sta di fatto – prosegue Ancona – che gli studi su questo argomento si sono enormemente moltiplicati soprattutto tra gli anni ’70 e ’90 e hanno trovato anche una massiccia divulgazione per l’opera di alcuni ricercatori; in proposito sono noti i libri di Raymond Moody jr., diventati dei veri e propri bestseller mondiali». L’escatologo si riferisce, ad esempio, a “La Vita Oltre la Vita” (1977) e “Nuove Ipotesi sulla Vita Oltre la Vita” (1996), forse i libri più conosciuti dello psichiatra americano.

L’esperienza di pre-morte (EPM), evidenzia Ancona, «è da intendere in termini di situazione psicofisica, legata a una grave crisi vitale, che si verifica per lo più nel contesto di un arresto cardiaco». E quanti hanno sperimentato tale situazione di coscienza «hanno poi raccontato di aver vissuto particolari sensazioni (simili in tutti i soggetti nonostante la loro eterogeneità): sensazioni di benessere; percezione di sé, degli altri e anche di oggetti o avvenimenti vicini o distanti nel tempo con modalità diverse dalle solite e cioè come se si stesse fuori dal proprio corpo; percezione di altre entità o luoghi o di defunti conosciuti o sconosciuti; vissuti di tunnel di luce entro cui ci si muove ad altissima velocità e panoramica della vita passata; disagio nel rientrare nel proprio corpo; cambiamento esistenziale provocato da questa esperienza».

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Cambiamento esistenziale

Tra le suddette sensazioni, prosegue l’esperto di Escatologia, «quelle che potrebbero venire analizzate con una certa oggettività sono la panoramica della vita passata e il cambiamento esistenziale. Tra l’altro, le due cose sono abbastanza connesse e ciò viene ampiamente confermato dalla psicoterapia».

Nessuna prova dell’aldilà

Una parola definitiva sulle EPM, però, «non è facile a dirsi. Sicuramente esse non costituiscono una prova dell’aldilà e tantomeno una rivelazione del paradiso. Questo però non significa che esse non abbiano un valore per la ricerca scientifica».

“Non riguardano la dottrina della fede”

Quello che bisogna evitare «assolutamente», sottolinea Ancora, «è valutare tali esperienze a partire dalle proprie convinzioni religiose o filosofiche o ideologiche». “Ricorrere alla scienza per sostenere la propria fede è una sopravvalutazione della scienza e un segno di debolezza della propria fede” (A. Paciolla).

«Ovviamente – chiosa l’escatologo – non ci sono pronunciamenti ecclesiali sulle EPM, poiché esse non riguardano in alcun modo la dottrina della fede».

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