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Il mondo del gioco d’azzardo critica gli “allarmismi”

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Aleteia - pubblicato il 12/04/13

E invece sul numero di giocatori patologici si esagera... “ma per difetto”

In un momento in cui tutti i settori sembrano risentire fortemente della recessione in atto, ce n'è uno che continua invece a prosperare, quello del gioco d'azzardo. Lo rivela “Il Gioco online in Italia: un mercato già maturo?”, la ricerca 2012-2013 sul gioco online nel nostro Paese presentata l'11 aprile al Politecnico di Milano e curata dalla School of Management dell'ateneo, dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da Sogei nel corso di un evento con numerosi partner e sponsor di primo piano tra le agenzie e le concessionarie del mondo del gioco d’azzardo tradizionale e online.


Nonostante la crisi, la spesa del settore è cresciuta del 2%, grazie soprattutto al Casinò game (la cui spesa è triplicata), mentre hanno registrato una flessione le scommesse sportive (20%) e il poker (7%). Dai dati diffusi dall’Osservatorio Gioco online, emerge che la spesa media dei giocatori online attivi negli ultimi 6 mesi raggiunge i 43 euro mensili.

La spesa annua del gioco online ammonta a 750 milioni di euro. Per promuovere “un’offerta sempre più appagante”, si è rilevato nell’appuntamento milanese, il mercato fa leva anche sui nuovi dispositivi. “Mobile site e app raddoppiano e gli operatori che puntano sugli smartphone crescono del 30%”, si è detto, ma spiccano anche i nuovi canali digitali: social network (+50% di pagine Facebook), smartphone e tablet (Avvenire, 12 aprile).

In questo contesto, colpisce che il dirigente responsabile del Gioco a distanza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Francesco Rodano, abbia criticato una “certa stampa” a suo avviso colpevole di allarmismo sul dilagare del gioco d'azzardo e delle malattie da gioco compulsivo, ritenendo “marginali” e comunque “fisiologici” i “rischi” e i prezzi sanitari e sociali da “gioco problematico”. La ludopatia, insomma, l'avrebbero inventata i giornalisti, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i membri delle Fondazioni anti-usura e una legge dello Stato (Avvenire, 12 aprile).

Rodano ha anche messo in dubbio l'esistenza di 800.000 giocatori patologici. “Chi è in grado di confermare questo dato? Ne siamo proprio sicuri? Finché non ci sarà un serio studio internazionale accreditato non saremo in grado di avere stime certe”, ha osservato. Questa cifra, tuttavia, è stata fornita, tra gli altri, dal Dipartimento nazionale per le Politiche antidroga e poi riportata negli atti ufficiali della XII Commissione permanente della Camera dei deputati (Affari sociali) in una seduta del 2 agosto 2012 (Avvenire, 12 aprile).

L'avvocato Attilio Simeone, membro di spicco della Consulta nazionale antiusura, sa che non si tratta affatto di dati esagerati: “Sarebbe bello, bello davvero se avesse ragione chi sostiene che il gioco d’azzardo patologico non esiste… Ma un conto sono i desideri, un altro la realtà”. La ludopatia, ha ricordato, è una dipendenza certificata da chi lavora sul campo, “dalle Asl che su tutto il territorio si confrontano quotidianamente con i malati”. “Negli Stati Uniti è stata inserita da un pezzo nel DSM IV, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” (Avvenire, 12 aprile).

Sul numero dei malati d’azzardo, ha sottolineato, si esagera “ma per difetto”, “perché ogni giocatore compulsivo fa ammalare di gioco almeno altre sei persone del suo entourage, le fa soffrire precipitandole nel meccanismo perverso di cui lui per primo è vittima. Quindi, fare i conti è facile, non si tratta di centinaia di migliaia di persone ma di milioni di individui”. Se poi, come ha sostenuto Rodano, non ci fossero dati certi, “sarebbe un’ottima ragione per pretendere tutti, noi, lo Stato e le aziende del gioco, che vengano sospese le nuove concessioni fino a che l’osservatorio previsto dal decreto Balduzzi non abbia visto la luce e, soprattutto, non abbia fatto il punto della situazione”.

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