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Papa Francesco chiama Palmaro che lo accusava di “eresia” dopo il colloquio con Scalfari

Intervista di Scalfari al papa

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Lucandrea Massaro - Aleteia Team - pubblicato il 18/11/13

Un colloquio fraterno tra il Papa e il giornalista che - assieme al collega Alessandro Gnocchi - mette in dubbio alcune posizioni di Bergoglio specie dopo l'intervista a Repubblica

La polemica, non banale, ma circostanziata, da “figli della Chiesa” realmente preoccupati del futuro del cattolicesimo, si era accesa ormai oltre un mese fa, prima con degli interventi a Radio Maria e poi con un lungo articolo su il Foglio, del 8 ottobre. Parliamo di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, voci storiche dell’emittente mariana e poi sollevati dagli incarichi dopo aver criticato apertamente sulla dottrina, Papa Francesco. L’accusa – sintetizzavamo noi con un breve articolo – era (ed è per i due) che il Papa non sia in linea con il Magistero della Chiesa. (Aleteia, 11 ottobre).

Polemica tutta interna al mondo cattolico e ai suoi media, una increspatura che sembra non aver raggiunto i grandi circuiti massmediatici, ma che comunque ha avuto una eco. In molti ne hanno parlato. Da Massimo Introvigne – altro noto esponente del cattolicesimo tradizionalista che tuttavia metteva in guardia i due giornalisti dal non superare la linea dello scisma de facto – firma de La Nuova Bussola Quotidiana, fino alle Dehoniane e ai commenti sul blog Vino Nuovo che di recente ha anche dato la notizia di una telefonata di Papa Francesco con Mario Palmaro e di un confronto fraterno e filiale tra i due. (Corriere della Sera, 17 novembre).

Al centro del caso, il nucleo della diffidenza dei due polemisti nei confronti di Bergoglio, proviene proprio da quella intervista che a settembre ha catturato l’attenzione di tutto il mondo: il colloquio tra Scalfari – ex direttore di Repubblica – e Papa Francesco. Intervista che, notano i due giornalisti, è stata successivamente rimossa dal sito del Vaticano, sebbene Padre Lombardi (portavoce della Santa Sede) abbia minimizzato la cosa dicendo che il testo è “attendibile nel suo senso generale, ma non nelle singole formulazioni" e quindi "Abbiamo ritenuto più corretto lasciare al testo la sua natura giornalistica – spiega Lombardi -. Non l’abbiamo rivisto, non è attendibil parola per parola". (Libero quotidiano, 15 novembre).

«Papa Francesco – ha spiegato Palmaro in una intervista in cui ha raccontato la telefonata ricevuta – mi ha detto di essermi molto vicino, essendo venuto a conoscenza delle mie condizioni di salute, della mia grave malattia, e io ho percepito con chiarezza questa sua empatia profonda, l’attenzione verso una persona in quanto tale, al di là di idee e opinioni, mentre vivo un periodo di prova e di sofferenza». Per questo «per me, cattolico, quella che stavo vivendo era una delle esperienze più belle della vita. Ma ho sentito il dovere di ricordare al Papa che io, insieme a Gnocchi, avevo espresso delle critiche precise al suo operato, mentre rinnovavo la mia totale fedeltà in quanto figlio della Chiesa. Il Papa quasi non mi ha lasciato finire la frase, dicendo che aveva compreso che quelle critiche erano state fatte con amore e come fosse importante, per lui, riceverle». (Tempi, 18 novembre).

Su Vinonuovo, Roberto Beretta chiosa così la vicenda che forse si è chiusa “umanamente”, ma che naturalemente resta aperta all’interno del dibattito ecclesiale: “La telefonata del Papa non era dunque l’occasione per tentare un dibattito pur sempre intellettuale tra le ragioni dell’uno e dell’altro. Non era nemmeno soltanto la dimostrazione pratica dell’evangelico «se amate solo quelli che vi amano, che merito ne avrete?» – che pure sarebbe già un bell’esempio. Era anche l’attenzione a una persona in quanto tale, nella sua difficoltà e oltre ogni differenza d’opinione. La distanza è rimasta, perché c’è rispetto delle posizioni altrui; ma ci si è parlati, ci si è scambiata una reciproca stima; siamo sinceri: quante volte vorremmo che la Chiesa fosse così? E il paradosso – molto cattolico – è che Mario Palmaro ha avuto la consolazione di provarne la rara carezza proprio grazie a quell’invettiva. Siamo davvero contenti che sia toccata a lui”. (Vino Nuovo, 15 novembre).

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