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Lotta alla fame. Le iniziative della Chiesa italiana

Chiara Santomiero - Aleteia - pubblicato il 14/04/15

La presentazione del padiglione della Santa Sede all'Expo è l'occasione per parlare della crisi in Italia. Parla monsignor Pompili

"Non di solo pane" è il tema biblico che verrà sviluppato nel Padiglione della Santa Sede che sarà presente all’Expo 2015 come paese espositore. Non di prodotti da vendere, come ha precisato nella conferenza stampa di presentazione svoltasi oggi in Vaticano, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura e commissario del padiglione, ma di contenuti spirituali e culturali gratuiti. All'interno del padiglione il tema "Non di solo pane" viene declinato attraverso quattro dimensioni: ecologica, educativa, religiosa-teologica, economica-solidale.

Quest’ultima dimensione è diventata tanto più necessaria anche in Italia a causa della crisi economica che ha provocato una massiccia risposta da parte della Chiesa. Sono 1.148 le iniziative anticrisi avviate nelle diocesi, ha ricordato nel corso della conferenza stampa monsignor DomenicoPompili, portavoce della Conferenza episcopale italiana. Dal 2010 ad oggi le iniziative diocesane risultano pressoché raddoppiate (+ 99,0%) e gli empori solidali/botteghe di vendita sono presenti in 109 diocesi (+70%). Aumentano, inoltre, i progetti di taglio sperimentale o innovativo che passano da 121 nel 2012 a 215 nel 2013 (+77,7%).

Nel nostro paese c’è una vera e propria emergenza alimentare, non solo economica: è così?

Pompili: C’è un’emergenza economica che genera anche un diffuso malessere alimentare. La prova è che ci sono circa 4 milioni di persone stimate al di sotto della soglia alimentare ed è il motivo per cui la Chiesa ha provveduto in questi anni, specialmente attraverso la Caritas, con una presenza sul territorio molto ramificata – circa 15 mila centri – a distribuire cibo e generi di prima necessità a persone socialmente insospettabili che hanno avuto problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.

La Chiesa ha dimostrato in questa attività di soccorso una grande fantasia: dai corsi di cucina e gestione della spesa alle giornate di sensibilizzazione agli “orti solidali”…

Pompili: C’è stata una sensibilità che è cresciuta nelle diocesi con un’attenzione per primo al versante culturale, nella cura di un miglior rapporto con l’alimentazione che genera sempre più spesso diverse malattie a partire dall’obesità e, sul versante opposto, l’anoressia e la bulimia. C’è stata poi una grande fantasia nel reperimento delle risorse per fare in modo da un lato che non ci siano sprechi e dall’altro che si possa condividere il più possibile.

Quale occasione rappresenta l’Expo 2015 per la Chiesa, proprio a partire dall’attenzione culturale al tema del cibo?

Pompili: L’Expo, se si riuscirà a far emergere la singolarità di questo padiglione, potrà essere l’occasione per dire che dietro ogni problema economico – e in fondo l’esposizione di Milano rappresenta il mondo prorompente dell’economia che mette in mostra le sue ultime invenzioni – c’è sempre un problema di carattere spirituale ed umano. Anche dietro la crisi alimentare non ci sono solo questioni economiche ma ci sono problemi di carattere etico e culturale e la religione è il luogo nel quale il pane – da oggetto che produce il conflitto e la guerra – diventa invece ragione di condivisione e di crescita della comunità. L’Expo, in questo senso, può essere l’occasione per far emergere sorprendentemente lo specifico di una proposta spirituale.

Non a caso ci sarà un confronto tra le religioni su questo tema…

Pompili: E’ stato annunciato un convegno multiculturale e multireligioso che farà emergere come il cibo sia un momento centrale nella riflessione filosofica e nell’esperienza religiosa e come la carta vincente dell’esperienza religiosa è proprio quella di trasformarlo in un’occasione di crescita e di condivisione. 

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