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Maometto avrebbe sostenuto la guerra santa dell’Isis?

Christians copt beheaded by Isis

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 05/05/15

La guerra si giustifica solo per legittima difesa. E allo scontro è sempre preferita la pazienza

Maometto avrebbe approvato il jihad in stile Isis? Avrebbe sostenuto la guerra condotta oggi dallo Stato Islamico? Nel libro "L'Islam spiegato a chi ha paura dei musulmani" (Città Nuova) al quesito viene data una risposta molto chiara. Cioè anche l'Islam, come la religione cattolica, non giustifica alcuna guerra che sia "offensiva", nessuna battaglia che sia di conquista. E' giustificata invece una legittima difesa. 

IL CORANO E LA GUERRA
Nel volume, il teologo musulmano Adnane Mokrani premette che il Corano non giustifica mai la guerra offensiva; la guerra non può essere che difensiva e limitata a fermare l’aggressione, come mostrano questi versetti: «Combattete per la causa di Dio contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Dio non ama coloro che eccedono» (2, 190).

L'AGGRESSIONE E LA PAZIENZA
Oppure: «Aggredite coloro che vi aggrediscono. Temete Dio e sappiate che Dio è con coloro che Lo temono» (2, 194). E ancora: «Se punite, fatelo nella misura del torto subìto. Se sopporterete con pazienza, ciò sarà [ancora] meglio per coloro che sono stati pazienti. Sii paziente! La tua pazienza [non viene da altri] se non da Dio. Non ti affliggere per loro e non farti angosciare dalle loro trame» (16, 126-127). E infine: «Se inclinano alla pace, inclina anche tu ad essa e riponi la tua fiducia in Dio. Egli è Colui che tutto ascolta e conosce» (8, 61).

MAOMETTO E I MECCANI
In questa ottica, reagire alla violenza con la violenza è consentito a determinate condizioni: che sia una legittima difesa; proporzionata e non esagerata, fermata al primo segno di pace; la pazienza e la non-reazione è auspicabile. Maometto fu perseguitato a La Mecca, sua città natale, per ben tredici anni, fino a essere costretto a chiedere rifugio a Medina, dove fondò la prima comunità libera. Ma i meccani, evidenzia Mokrani, hanno proseguito la loro guerra contro di lui e i suoi compagni, formando una alleanza tribale per assediare i medinesi. 

LA CORRETTA LETTURA DEI TESTI
Le guerre del Profeta erano tutte guerre di difesa, sottolinea ancora il teologo, contro la minaccia meccana, non ha mai condotto una guerra di conquista. Le conquiste sono cominciate dopo la sua morte secondo la cultura politica del tempo e non perché il Corano lo dice o Maometto le ha raccomandate. La storia islamica non è stata sempre fedele all’ideale profetico. I testi, infatti osserva il teologo, sono lo specchio delle nostre anime, nel bene e nel male. Nutrirebbero l’esperienza religiosa, ma non la sostituiscono. Senza l’incontro con il divino, senza un cuore puro e sano, la lettura diventa una selezione ideologica ed egoistica per giustificare gli interessi e i desideri.

FONDAMENTALISMO E' IGNORANZA
Il fondamentalismo violento, conclude Mokrani, non è altro che una «santa ignoranza», come lo chiama Olivier Roy. Non ha l’onore né la dignità d’essere chiamato una lettura oppure un approccio, nemmeno una scuola di pensiero.

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