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Che cosa stiamo a fare al mondo?

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 26/09/15

Per il presidente di CL Juliàn Carròn: esistiamo per caratterizzare la nostra identità attraverso una "presenza originale" nella quotidianità

Che cosa stiamo a fare al mondo? Ognuno di noi ha una missione da compiere? Sono domande a cui risponde il presidente del movimento Comunione e Liberazione Julián Carrón nel libro “La bellezza disarmata” (edizioni Rizzoli)

Carròn ricorda quanto don Giussani diceva nel 1976, cioè che ci sono due possibilità di essere presenti nel reale: o come «presenza reattiva», che nasce da una nostra reazione, o come «presenza originale», che sorge da quello che ci è capitato.

LA PRESENZA “REATTIVA”

Una presenza è reattiva quando è «determinata dai passi di ciò che non è noi»; ciò significa porsi nel reale «con iniziative, utilizzare discorsi, realizzare strumenti non generati come modalità totale dalla nostra personalità nuova, ma suggeriti dall’uso di parole, dalla realizzazione di strumenti, dalla modalità di atteggiamento e di comportamento degli avversari».

REAZIONARIA O IMITATIVA

Poiché gioca «sul terreno degli altri», la presenza reattiva «non può che cadere in due errori: o diventa una presenza reazionaria, attaccata cioè alle proprie posizioni come “forme”, senza che i contenuti […] siano così chiari da essere resi vita […]; oppure [diventa] mimesi, imitazione degli altri».

PRESENZA “ORIGINALE”

Invece, una presenza originale è «una presenza secondo la nostra originalità», che nasce cioè da quello che siamo. Vivere una presenza originale là dove ci troviamo è perciò anzitutto realizzare la comunione con Cristo e tra di noi. Carròn cita esempi come quelli Maria, Matteo, Zaccheo. «Quando questo accade a ciascuno di noi, la comunione si esprime come presenza secondo la nostra originalità».

CONSISTENZA E SODDISFAZIONE

Una presenza è originale, insomma, «quando scaturisce dalla coscienza della propria identità e dall’affezione a essa, e in ciò trova la sua consistenza». E se trova la sua consistenza è perché trova anche la sua soddisfazione, come dice san Tommaso: «La vita dell’uomo consiste nell’affetto che principalmente lo sostiene e nel quale trova la più grande soddisfazione».

“UN MEGLIO” PER LA NOSTRA VITA

Ma cosa significa avere una identità? «Identità è sapere chi siamo e perché esistiamo, con una dignità che ci dà il diritto a sperare dalla nostra presenza “un meglio” per la nostra vita e per la vita del mondo».

IMMEDESIMARSI IN CRISTO

E noi chi siamo, che cosa definisce il nostro volto? «Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, perché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete immedesimati con Cristo. Non c’è più né giudeo né greco; non c’è più né schiavo né libero; non c’è più né uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù».

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