E’ rinviato al 7 dicembre, alla vigilia del Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco, il processo “Vatileaks due” sulla diffusione di documenti riservati. Il tribunale della Santa Sede ha preso la decisione su istanza dell’avvocatessa Laura Sgro’, subentrata al difensore d’ufficio di Francesca Immacolata Chaouqui. Alla sbarra insieme alla donna anche il monsignor Vallejo Balda, il suo ex collaboratore Nicola Maio, e i giornalisti Gianligi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi.
La Corte, presieduta da Giuseppe Dalla Torre, si e’ riunita brevemente in Camera di Consiglio dopo la “non opposizione” del promotore di Giustizia, Gianpiero Milano, e ha concesso dunque “i termini a difesa”, indicando anche la data per la presentazione di prove a discolpa della parte: il 5 dicembre. Le difese degli altri imputati hanno dovuto esplicare tale atto entro sabato scorso, 28 novembre. Oggi gli imputati erano tutti presenti in aula con i difensori. Anche Maio e Fittipaldi hanno nominato un avvocato di fiducia, confermando pero’ lo stesso che gli era stato assegnato d’ufficio. Proprio come aveva già fatto Nuzzi.
Mentre alla prima udienza appariva dimessa, non truccata, con addirittura i jeans sbottonati a causa della gravidanza iniziata da poco, Francesca Immacolata Chaouqui si e’ presentata oggi truccatissima, con stivali e tacchi e un vestito nero sopra al ginocchio. Monsignor Balda, che resta agli arresti, proprio per questa sua condizione non ha fatto dichiarazioni alla stampa, limitandosi a dire ancora una volta “sto bene, benissimo”. E, andando per primo a sedersi sulla panca alla sinistra della Corte, ha fatto in modo di non avere come vicino la sua ex amica ma Fittipaldi e Nuzzi. Nicola Maio, che era l’ultimo della fila, cioe’ il piu’ vicino ai giornalisti, era invece il piu’ teso. Ai colleghi che seguivano l’udienza, Nuzzi ha confermato di avere in mano tutto il fascicolo processuale e di avere conservato “lo storico dei messaggi” tra lui e Balda. Il giornalista ha segnalato poi una sua precisa volonta’: quella di opporsi ad eventuali interrogatori separati con esclusione della presenza di uno o piu’ imputati. La Chaouqui, infine, ha affermato: “questi 5 giorni mi serviranno a dimostrare la mia estraneita’ a questa vicenda. Non c’e’ una prova contro di me”.