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Pensieri negativi? Tranquilli, scompariranno…

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Elizabeth Pardi - pubblicato il 25/10/16

Nessuno è immune alla paura e all'esaurimento emotivo. Se l'ansia colpisce anche voi, ecco cosa fare

Dell’epoca dell’università, ricordo molto bene una ragazza che mi spiegò il significato del suo nuovo tatuaggio. Nella parte interna del polso aveva disegnata con uno stile decorativo, come scritta a mano, la parola “respira”.

“È perché soffro d’ansia”, disse. “Ogni volta che entro in panico, guardo il polso e ricordo che basta respirare profondamente per calmarsi”.

Ho assentito con la testa, senza capire cosa mi avesse detto. All’epoca non avevo idea di cosa fosse la nevrosi. Ho pensato: “Hai paura? Rilassati. Prenditi una tazza di tè”.

Come una delle tante persone che non hanno mai sperimentato un episodio di forte ansia, pensai che potesse liberarsi facilmente di quello stato dicendosi “Calmati”.

Molti anni dopo, l’onda devastante della vera ansia ha colpito anche me, e allora mi sono resa conto che quando ho episodi di panico non riesco semplicemente a “calmarmi”. “Aiutami” è l’unico pensiero che il mio cervello riesce a processare in modo efficace in quei momenti.

I timori si moltiplicano. So cosa sia la paura. Ora vorrei tornare all’epoca dell’università, guardare negli occhi la mia compagna di classe e dirle: “Mi dispiace molto che tu debba sopportare tutto questo”.

Le donne sono più vulnerabili

Sorpresa, ho scoperto in quale misura questo malessere interessi la nostra società. La depressione e l’ansia sono le malattie mentali più comuni negli Stati Uniti, e colpiscono 40 milioni di persone con più di 18 anni.

La malattia non discrimina, colpisce sia la gente comune che lotta con la vita quotidiana che le star che conducono una vita comoda e interessante.

Le cantanti Selena Gómez e Camila Cabello conoscono bene gli attacchi di panico, e di recente hanno cancellato i loro tour per via dell’ansia.

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In Polonia, la 10ª versione della Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi Collegati alla Salute (CIE-10), in vigore dal 1997, ha imposto un nuovo – in molti sensi – approccio alla diagnosi dei disturbi da ansia e depressione.

La parola “nevrosi” viene sostituita sempre più con la definizione “disturbi di ansia”. In Polonia ne soffre il 20-25% della popolazione, e le donne sono colpite tre volte più degli uomini.

I ricercatori hanno verificato che la nevrosi che accompagna gli attacchi d’ansia non è puramente psicologica, ma riflette una certa disfunzione del cervello.

“Per un anno non sono riuscito a respirare bene”, ha spiegato Sebastian Karpiel-Bułecka, colpito da disturbi d’ansia, in un’intervista rilasciata alla rivista Twój Styl. “Vivevo stressato. A volte mi sembrava che sarei morto dopo un istante. Stavo facendo tranquillamente la spesa al supermercato e all’improvviso il mio cuore arrivava a 200 battiti al minuto. È deplorevole che si creda ancora che la nevrosi o depressione sia una malattia di cui vergognarsi. È una malattia come qualsiasi altra”.

“Ho scoperto che l’ansia, gli attacchi di panico e la depressione possono essere effetti secondari della mia malattia, e che in sé costituiscono un’altra sfida”, ha riferito in un’intervista alla rivista People Selena Gómez, alla quale vari anni fa è stato diagnosticato il lupus, una malattia del sistema immunitario.

“Voglio essere attiva, concentrarmi sulla mia salute e la mia felicità, e quindi ho deciso di prendermi un lungo periodo di riposo”, ha aggiunto. Come risultato, la cantante ha preso una decisione poco popolare ma assai ragionevole e dopo tre mesi ha interrotto il suo Revival World Tour.

Qualcosa di simile ha fatto la giovane stella 19enne del pop Camila Cabello, scendendo dal palco durante un concerto nel Missouri abbandonando la band Fifth Harmony.

La Cabello ha chiesto scusa ai suoi fans attraverso l’applicazione Snapchat con queste parole: “Ciao, Missouri, mi scuso per non aver terminato lo spettacolo di ieri, mi è venuta una forte ansia e non sono riuscita ad andare avanti. Mi dispiace molto, davvero”.

Come “funzionare” quando tutto sembra schiacciarci?

Spesso l’ansia peggiora talmente lo stato d’animo che non si riesce a svolgere neanche i compiti quotidiani.

“Cercavo di sistemare le cose per ‘funzionare’ abbastanza bene. Dovevo prendermi cura di mio figlio. Temevo però di non riuscirci, per cui ho deciso di cercare l’aiuto di un esperto. Se gli stati nevrotici persistono e iniziano ad avere un impatto negativo sul funzionamento negli ambiti più importanti della vita, come i rapporti con le persone care o il lavoro, bisogna consultare un medico”, afferma la psicoterapeuta Kathryn Leugers.

“Ciò non vuol dire che per il resto della vita bisognerà andare in terapia. L’ansia e la paura sono emozioni normali e comprensibili, che tutti sperimentano in qualche modo nella vita”.

L’accettazione del fatto che non ero solo io ad avere questo problema e che l’ansia che mi colpiva non provava che fossi una fallita mi ha aiutata nel processo di recupero del controllo emotivo.

Visto che dall’inizio credevo fermamente che la mia ansia e la paura del futuro fossero un presagio di quello che sarebbe venuto in seguito, mi aspettavo inconsciamente qualche tipo di sconfitta.

Essere consapevole del fatto che altre persone soffrivano di questo tipo di problemi mi ha aiutata. È stata come una conferma del fatto che anziché preoccuparmi del futuro potevo fare qualcosa per aiutarmi e iniziare la cura.

Che tutto vada bene non significa che in qualche momento debba scoppiare una bomba.

“Assomiglia un po’ ai problemi con il sonno”, ha spiegato la dottoressa Leugers. “Qualcosa va male, ma non significa che soffriamo di gravi disturbi del sonno. Anche se l’ansia può essere una malattia grave, non è sempre segno di problemi di salute mentale”.

L’ansia è spesso il modo in cui il nostro cervello cerca di alleviare i problemi e le tensioni della vita.

Osserva le situazioni della tua vita che ti costringono a realizzare dei cambiamenti. Tieni conto dei cambiamenti positivi, come i progetti per trasferirsi, per iniziare un nuovo lavoro o per le nozze, e negativi, come la perdita dell’impiego o la rottura di alcuni rapporti.

“In base a come cerchi di risolverle, puoi aver bisogno di parlare con qualcuno di fiducia, o se sei introverso inizia a scrivere un diario”, consiglia la dottoressa Leugers.

Cercare soluzioni

Per me la soluzione è stata la terapia. Ho dovuto parlare con un esperto di una serie di temi per capire come il passato influisse sui miei processi di pensiero attuali.

In primo luogo, per via delle esperienze della mia infanzia la mia mente si sviluppava preparandosi in qualsiasi momento a qualunque disastro avrebbe potuto verificarsi nell’arco di un secondo.

Questa disposizione mi ha accompagnato nel cammino verso l’età adulta, allertando del fatto che qualcosa di terribile mi si profilava all’orizzonte. “Ho bisogno di rilassarmi”, cercavo di dirmi per convincere me stessa.

Più una persona si preoccupa di quello che pensa la gente di lei, più basa il suo valore e la consapevolezza del proprio “io” su ciò che gli altri vedono in lei, più alta è la probabilità di cadere nella nevrosi e nell’ansia.

È importante che tutti capiscano la questione della pressione sociale: nessuno vuole essere ridicolizzato. Nessuno vuole che i propri amici e conoscenti o gli sconosciuti cerchino di indicare i suoi difetti.

La nevrosi, non importa se hai cinque milioni di amici su Facebook o 50, ha le stesse radici in ogni psiche. Ad alcune persone, assistere a un’importante riunione di lavoro costerà quanto alla Cabello è costato uscire di scena.

E tutto si riduce a una sola conclusione: quando stiamo lottando con l’ansia siamo solo umani.

Tutti siamo esposti allo stress emotivo, non importa quanto sembri tranquilla la nostra vita. Anche se questo problema non interessa direttamente voi e non capite molto bene che sia una sfida per gli altri, sono contenta che leggiate questo testo.

Perché uno dei meccanismi migliori per far fronte al problema – al di là della terapia e del diario – è la preghiera e l’empatia reciproca.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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