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“Sono un ladro”, il tatuaggio sulla fronte che commuove il Brasile

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Pablo Cesio - Aleteia Brasil - pubblicato il 15/06/17

Ecco quello che hanno fatto a un ragazzo come “punizione” per il presunto furto di una bicicletta

Secondo gli autori del fatto, il giovane brasiliano avrebbe cercato di rubare una bicicletta a San Paolo, ma nessuno ha potuto verificare che lo avesse fatto davvero.

La risposta come “punizione” da parte delle presunte vittime, un tatuatore e il suo vicino, è stata questa: incidergli “Sono un ladro e uno stupido” sulla fronte. Mentre eseguivano questa azione, si sono anche dati la pena di filmarla per poi diffonderla attraverso le reti sociali.

Una volta che la questione è diventata pubblica, molti hanno iniziato a deridere il “ladro”. Col passare delle ore il caso ha iniziato ad acquisire un altro tono quando si è detto che il ragazzo aveva problemi mentali ed era tossicodipendente. È quanto ha detto la famiglia, che ha confermato che il giovane era scomparso da alcuni giorni.

Molti anziché condannarlo hanno iniziato a impegnarsi per rimediare alla situazione.

Ad esempio, il collettivo Afroguerrilha, un’entità incaricata di vegliare sui diritti dei discendenti degli africani in Brasile, attraverso un comunicato ha confermato l’inizio di una campagna di raccolta fondi – che ha ottenuto più di 5.000 dollari – per aiutare questo ragazzo ad affrontare sia la situazione che l’iter giudiziario e la sua malattia a causa della povertà in cui vive.

“Nonostante i messaggi di odio che lo hanno accusato senza conoscerlo, abbiamo ricevuto molti messaggi di sostegno da tanti esseri umani che fanno la differenza nel mondo. Confidiamo nel fatto che le persone possono cambiare ed essere migliori. Cambiano quando le aiutiamo a cambiare, non quando chiediamo la loro tortura o la morte”, dicono i membri del collettivo nel comunicato.

“Come ha detto quel Gesù che molti citano, ‘chi è senza peccato scagli la prima pietra… Ama il prossimo tuo come te stesso’ (sic). Era un amore che convertiva, non che condannava. Vi piacerebbe essere torturati e avere i vostri (presunti) errori tatuati sulla fronte?”, chiedono i membri del collettivo.

Il ragazzo, di cui nessuno ha potuto verificare la colpevolezza, ha suscitato grande sensibilità in Brasile. Chi sono io per condannarlo? E nel caso in cui abbia rubato, la risposta è questa? La società a quanto pare alla fine lo ha perdonato, i protagonisti della lesione sono stati accusati di tortura e ora manca solo che la riparazione del danno diventi effettiva.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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