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Spiritualità
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Un simpatico aneddoto del Cardinal Biffi: la “teologia audace” della Sandra

GIACOMO BIFFI CARDINALE

CPP/CIRIC

Lucandrea Massaro - pubblicato il 11/09/18

Lo raccontò dopo aver predicato gli esercizi spirituali in Vaticano nella Quaresima del 2007

«El Signùr el g’avrà el sù difett, però quella roba chi l’ha fatta giusta, che moren tuc ricchi e poveri, grandi e piccoli» così con queste parole in milanese raccontate ai fedeli raccolti ad ascoltare un ciclo di catechesi, rammentava quelle di una signora milanese, affettuosamente conosciuta semplicemente come “La Sandra“, che ha stimolato una riflessione del Cardinale Giacomo Biffi, aneddoto che egli stesso aveva riportato ad un divertito Benedetto XVI, e come potete ascoltare nel video, anche apprezzato per la sua ironia.

La riflessione di Biffi parte dalla signora Sandra, ma passa attraverso gli insegnamenti del Cardinal John Henry Newman: “mi è venuto in mente quello che dice nel suo libro La Grammatica dell’Assenso, uno dei suoi libri più difficili, dove distingue l’assenso nozionale da quello reale. Quando dico “Dio è l’essere perfettissimo” questo è un puro concetto astratto che per la vita spirituale non serve niente, con buona pace dei teologi. Quando la Sandra diceva “El Signùr il g’avrà i suoi difett” parlava di Dio come di una persona concreta che aveva davanti. E’ una frase stereotipa, ma questo è una assenso reale, quindi alla fine lei si metteva in comunione col Signore molto più di quanto posso fare io con tutta la mia teologia”. Il Cardinale, racconta allora di aver raccontato questa riflessione e questo aneddoto ad un Pontefice divertito che gli rispose: “vorrei infine dirle grazie per il suo realismo, per il suo umorismo, e per la sua concretezza fino alla teologia un po’ audace di una sua domestica, non oserei sottoporre queste parole al giudizio della Congregazione per la Dottrina della Fede”.

Davvero una bella riflessione che ci ricorda che il nostro rapporto con Gesù deve essere davvero spontaneo e dialogico, si potrebbe dire alla “don Camillo”, ma soprattutto che dobbiamo avere una fede piena di umorismo, non cupa o seriosa, ma seriamente incarnata nella nostra vita, e una vita senza una risata è vuota, una amicizia senza risate non è amicizia, compresa quella col Signore…

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