Una delle regole alimentari condivise dagli studiosi è avere una dieta che sia il più varia possibile: fu proprio l'astinenza quaresimale dalle carni a stimolare nei monasteri la ricerca di alternative e a creare nuove produzioni.
Ecco arrivata anche quest’anno la Quaresima, tempo forte della Chiesa, con i suoi riti suggestivi, l’invito alla penitenza, le astinenze e i digiuni. Fin dagli albori del monachesimo e dell’eremitismo cristiano i sacrifici nella dieta alimentare sono una costante della vita ascetica. Considerando i vantaggi spirituali di queste pratiche, la Chiesa ha voluto proporre anche ai laici di praticare ogni tanto giorni di astinenza dalle carni e giorni di digiuno. Oggi vorrei soffermarmi di più su un altro aspetto: il cristianesimoha plasmato le abitudini alimentari dell’Occidente e anche chi non è credente e non segue i precetti della Chiesa in realtà ancora oggi ha alcune abitudini alimentari che vengono proprio dalla cultura cristiana.
Partiamo dall’alternativa carne/pesce. Oggi sono alimenti costosi ma, contrariamente a quello che si pensa, raramente mancavano sulle tavole medioevali: era facile allevare qualche gallina, oche, pecore e maiali, andare a cacciare i cinghiali, le lepri e altra selvaggina; c’era bassa densità di popolazione e ampie aree boschive dove chiunque poteva cacciare liberamente. Si andava a pescare nel mare, nei fiumi e nei ruscelli, limpidi e ricchissimi di pesci.