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Perché dovreste arrendervi alla solitudine

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Blue Planet Studio | Shutterstock

Sylwia Krajewska - pubblicato il 08/05/19

Anche questo passerà, ed è un'opportunità per rafforzarsi interiormente

Chiunque ha sperimentato la solitudine a un certo punto della vita, e come gli esseri umani sono tutti diversi, cambia anche il modo in cui si vive. Per alcuni stare da soli è una situazione temporanea, il risultato doloroso di circostanze difficili (magari una rottura, o un trasferimento), per altri è uno stato permanente di solitudine che può sembrare velenoso.

Indipendentemente da quanto si stia soli, la solitudine può assumere due forme: una sana e l’altra distruttiva. La forma che assume fa la differenza, e dipenderà in larga misura da come si gestisce – dal proprio atteggiamento e dal fatto di accettare o meno volentieri la situazione in cui ci si trova.

L’accettazione è una delle chiavi fondamentali per trovare sollievo, perché permette di riconoscere e affrontare ciò che accade dentro e intorno a noi. Evitare, negare o reprimere sono meccanismi in cui è fin troppo facile entrare, e possono far sentire meglio nel breve periodo, ma alla fin fine creano solo frustrazione, tensione, stress, dolore e ansia.

Il più comune di questi meccanismi per far fronte alla solitudine è forse il fatto di evitarla, ovvero ignorare il desiderio di socializzare con altre persone o cercare di convincersi del fatto che si è più felici nella propria solitudine. Ad esempio, ci si potrebbe dimenticare di eventi di famiglia o incontri con gli amici, o isolarsi a livello inconscio o anche intenzionale. Una persona in questa situazione potrebbe provare spesso vergogna, senso di colpa nel rapporto con gli amici e mancanza di fiducia. È una via che porta direttamente alla solitudine come stile di vita.


FAMIGLIA, SOLE, BRACCIA

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Il meccanismo successivo è la negazione – cercare di convincersi che non ci si sente davvero soli. Non accettare di essere soli comporta il rischio di vari tipi di dipendenza, come bere in solitudine ogni sera o un tempo eccessivo trascorso davanti a Internet o guardando la televisione. Queste “soluzioni”, però, tendono ad aumentare l’isolamento, il che può portare a una vita ai margini della realtà.

Sembra drammatico, ma la negazione è un’abitudine in cui cadere è più facile di quanto si pensi: vivere da soli può essere spesso più facile che vivere con gli altri, perché si fa come si vuole. Non si rischia di ferire nessuno, non c’è nessuno con cui discutere e non ci sono impegni. Si può essere se stessi. Nessuno limita, giudica o critica, e così si può affondare ulteriormente nella logica per la quale si preferisce stare da soli.

Ovviamente per tutto questo c’è anche il rovescio della medaglia: a volte stare da soli può fare bene, come il silenzio può aiutare a trovare la pace. Da soli ci si riesce a vedere più chiaramente. Si può crescere, imparare e comprendere se stessi, riscoprendo il proprio io. Si possono ascoltare le proprie necessità ed esplorare passioni e speranze senza timore di essere giudicati. Si può vivere in armonia con se stessi, e avere tempo per quello che è importante per sé. Per via di tutte queste proprietà riflessive, certe persone scelgono consapevolmente la solitudine, per il bene di una missione o di una passione – avventurieri, marinai o missionari laici, ad esempio.

Molte delle persone che scelgono la via della solitudine dicono che permette loro di organizzare mentalmente il passato. Un po’ di distanza dai rapporti può aiutare una persona a vederli in modo più chiaro, senza essere trascinata dalle emozioni. Quando una persona sceglie la solitudine, è spesso una situazione temporanea e positiva, in cui si ha bisogno di stare da soli per sperimentare i propri pensieri e i propri sentimenti o abbandonare vecchi modi di pensare.

Scegliere la direzione giusta

Essere soli, quindi, può essere “ricostruttivo” oppure “distruttivo”, e anche se non si può sempre impedire che si verifichi, ci sono dei modi per far sì che il tempo trascorso da soli sia più benefico che dannoso.

La prima cosa da ricordare è di non entrare in panico. Quando ci si lascia prendere dall’ansia, è facile arrivare a pensare che la situazione sia una strada senza uscita dalla quale non si può fuggire. Questo modo di pensare non fa che promuovere un’ulteriore instabilità emotiva, portando a ogni tipo di sentimenti, come impotenza, tristezza e rassegnazione, e a volte perfino depressione.

La paura e la disperazione dietro questo tipo di panico possono anche portare a una serie di azioni impulsive, come andare disperatamente alla ricerca di nuove persone da avere accanto, dedicando ore alle chat online o ai siti di appuntamenti. Questi, però, possono far avvicinare a persone che altrimenti non si approccerebbero mai, stabilendo rapporti superficiali e perfino tossici, giusto per avere qualcuno nella vita.




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Il dottor Sean Seepersad Ph.D., fondatore e presidente del Web of Loneliness Institute – un’organizzazione no-profit che si dedica a promuovere informazione, ricerca e sostegno alle persone sole – ha toccato un tema simile quando ha affermato in un articolo su Psychology Today che “stabilire un rapporto romantico semplicemente come modo per sfuggire alla solitudine probabilmente si ritorcerà contro la persona”. Per chiunque si senta su quella strada, raccomanda non solo di visitare il sito del Web of Loneliness Institute e di usarlo come risorsa per trovare aiuto, ma di ricorrere anche al Center for the Study of Interpersonal Acceptance and Rejection dell’Università del Connecticut.

E allora, anziché lavorare sodo per coltivare rapporti scomodi solo per limitare la propria solitudine, potrebbe essere meglio dedicare la stessa energia per ottenere informazioni utili e riflessioni e per essere sinceri con se stessi. Iniziate a scrivere un diario, o magari considerate di ricorrere all’aiuto di un terapeuta. Permettetevi di riconoscere che state attraversando un momento di solitudine e di ricordarvi che anche questo passerà. E quando parlate con la gente cercate di farlo nella verità, spingendovi a usare quel tempo per scoprirvi e rafforzarvi, perché anche se non avete scelto di essere soli potete scegliere come affrontare questa situazione.

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