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A 5 anni dona i suoi risparmi al medico che ha curato il cancro di sua mamma: “Sono per la ricerca”

child money piggy bank

Di Elvira Koneva/Shutterstock

Silvia Lucchetti - pubblicato il 15/06/19

La commozione dell'oncologo di fronte alla busta bianca piena dei risparmi del bambino: 45 centesimi. Pochi spiccioli che valgono un milione! Perché il piccolo Giovanni come la povera vedova del Vangelo ha dato tutto ciò che aveva!

Giovanni è “solo” un bambino, ma noi credenti sappiamo che se non ritorneremo piccoli non entreremo nel Regno dei Cieli. Il suo gesto mi ha ricordato quello della povera vedova del Vangelo che getta nel tempio tutto ciò che aveva per vivere senza tenere nulla per sé. Anche Giovanni non ha conservato nulla, i suoi pochi spiccioli li ha raccolti in una busta per donarli al medico, Pietro Caldarella, vicedirettore dello Ieo (Istituto europeo di oncologia) che ha curato la sua mamma quando si è ammalata di tumore al seno. (Repubblica.it)

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Mi veniva da piangere

“Sono per la ricerca” ha detto Giovanni poggiando il prezioso pacchetto tra le mani imbarazzate dell’oncologo che a stento ha trattenuto le lacrime. “Mi veniva da piangere” ha raccontato ai tempi del fatto l’anno scorso in un post su Facebook che ha ricevuto migliaia di interazioni e commenti. Un gesto di una serietà stravolgente! I bambini credono davvero a quello che fanno, prendono le cose sul serio, fino in fondo, donano tutto non il superfluo, ciò che avanza, come facciamo noi adulti che cerchiamo scorciatoie, sconti, vie di fuga. Siamo increduli mentre per loro ogni cosa è possibile!


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Caro Cadarella

Giovanni ha avuto modo di consegnare la sua donazione (circa 45 centesimi) al dottore in occasione di una visita di controllo della madre che l’anno scorso si è sottoposta ad un’operazione e alla chemioterapia ed ora può dichiararsi guarita. Dopo un viaggio dalla Sardegna a Milano il bambino ha incontrato il medico e gli ha consegnato la busta con scritto: “Caro Cadarella”. Poche monete da devolvere alla ricerca sul cancro, un modo speciale per dire “grazie”.

“La busta pesava – racconta l’oncologo – e ho capito che non avrei trovato solo una letterina” (Ibidem). Gli occhi di Giovanni hanno fissato a lungo quelli dello specialista che non è riuscito quasi a sostenere lo sguardo del bambino e poi gli ha risposto con la voce piena di orgoglio: “Sei un ometto”.

Cosa ci rendi uomini? Persone libere? La capacità di offrire ciò che è più prezioso, perché dimostra quanto effettivamente ci sta a cuore qualcosa. Ma forse solo i piccoli, i poveri, sono in grado di farlo perché sanno cos’è l’essenziale. 

“Sono 20 anni che faccio il chirurgo. Di storie tristi ne ho viste tante. Ma questo gesto in particolare mi ha commosso. (…) Sono pochi spiccioli, ma il bello è vedere in questi bambini il nostro futuro, fatto di gesti semplici”. (Repubblica.it)

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