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Si indaga in Francia per dichiarare santa una bambina di 8 anni

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© Éditions du Sacré cœur

Anne-Gabrielle Caron.

Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 18/06/19

La diocesi di Tolone apre la causa di canonizzazione di Anne-Gabrielle Caron, morta dopo aver vissuto un cancro come una vera escalation spirituale

Il processo per la possibile beatificazione e canonizzazione della piccola Anne-Gabrielle Caron (2002-2010), morta a 8 anni, è stato aperto ufficialmente nella diocesi di Fréjus-Tolone, dove viveva con la famiglia.

Colpita dal cancro, la sua terribile esperienza è stata l’occasione di un’impressionante escalation spirituale, come ha riferito la rivista Famille Chrétienne.

Dominique Rey, vescovo di Tolone, afferma che Anne-Gabrielle Caron offre una splendida lezione di speranza: “È stata una bambina che ha vissuto la sua malattia a somiglianza della Passione di Cristo. Ho pregato per lei e ho potuto vedere questa piccola che nel cuore della sua sofferenza accoglieva la vita come un’offerta al Signore. Anne-Gabrielle ha dato una testimonianza di Dio. Era un segno di Dio”, ha spiegato ad Aleteia.

Affrontando la malattia e la morte

Sorridendo, felice, disposta a prendersi cura dei tre fratellini e godendosi le attività degli scout a cui partecipava regolarmente, Anne-Gabrielle Caron si è scontrata con la malattia e la minaccia della morte.

A un certo punto si è lamentata sempre di più per un dolore alla gamba. Sei mesi dopo è arrivata la diagnosi: Anne-Gabrielle soffriva di un cancro molto raro, il sarcoma di Ewing, che le arrivava allo stinco.

Si è sottoposta alla chemioterapia per otto mesi all’Ospedale La Timone di Marsiglia. Tutta la vita familiare è stata coinvolta. Grazie ai familiari e alle infermiere dell’ospedale, è nata una grande rete di sostegno logistico e spirituale.

Nonostante le cure, il cancro non è stato sconfitto. Si è diffuso in tutto il corpo della bambina, attaccandone tutte le ossa. Sotto l’effetto della morfina, Anne-Gabrielle sopportava a malapena il peso del proprio corpo.

La piccola ha dato a tutti una splendida lezione di speranza, incarnando l’esempio di cui San Giovanni Paolo II ha parlato nella sua Lettera Apostolica Salvifici Doloris. Nell’esempio di Cristo, la sofferenza può diventare una preghiera. Unita a quella di Gesù, la sofferenza è in grado di entrare nell’ordine dell’amore e diventare grazia nei confronti degli altri.

Come spiega Marie-Dauphine Caron, la mamma di Anne-Gabrielle, nel toccante libro/testimonianza Là où meurt l’espoir, brille l’Espérance, non c’è un “Sì” alla sofferenza. È piuttosto un “Sì” all’amore che possiamo donare attraverso questa sofferenza.

Allo stesso tempo, questa offerta è una prova d’amore nei confronti di Cristo, una prova che si oppone ai peccati degli uomini. Anne-Gabrielle lo chiamava “consolare Gesù”. “Anche se non mi piace essere malata”, diceva, “sono fortunata perché posso aiutare Dio a far sì che la gente torni a Lui”.

Quando la gioia convive con la croce

Durante la malattia, la vita di Anne-Gabrielle si è articolata nella coesistenza di gioia e croce. Qualche mese prima di morire ha confidato alla madre: “Ho chiesto al buon Dio di darmi tutte le sofferenze dei bambini dell’ospedale. Soffro affinché loro non possano soffrire”.

Come dice la mamma, Anne-Gabrielle era decisa: voleva essere una grande santa, “come Santa Teresa di Lisieux!” Lo ha detto un giorno con grande sicurezza: “Sarò santa!” Poco dopo ha detto alla mamma: “A volte (non spesso) mi dico che quando morirò mi dirò che di fatto non era tanto difficile fare il bene. È vero, non è difficile essere gentili, pensare agli altri, obbedire e non infastidire i fratelli e le sorelle”.

L’ultimo mese della sua vita è stato caratterizzato da momenti di grazia. Anne-Gabrielle ha perdonato chi l’aveva ferita e derisa, e ha espresso la volontà di chiedere perdono a tutti coloro a cui poteva aver fatto del male. Ha anche espresso continuamente il suo amore per i genitori, il fratello e le due sorelle.

Sostenendo un’immagine di Cristo sulla croce ha esclamato: “No! È troppo… Gesù… Ha sofferto troppo…” Le sue preghiere sono così preziose che i familiari le affidano delle intenzioni. Alcuni di loro hanno dichiarato in seguito che sono state esaudite.

Il vescovo Rey ha ricordato un giorno in particolare. Le aveva appena portato la Comunione, e per la prima volta in 18 mesi di prova la bambina gli ha detto che tutto quello che stava vivendo era troppo per lei. Era la vigilia della sua morte.

Dopo un’agonia di 30 ore, Anne-Gabrielle è morta la sera del 23 luglio 2010.

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