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I ricercatori cercano di provare scientificamente l’esistenza dell’anima

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J.P. Mauro - pubblicato il 18/07/19

Un team di studiosi crede che le opere degli antichi filosofi possano essere utili a questo scopo

Per migliaia di anni, i fedeli devoti sono stati disposti a sacrificare la propria vita mortale, credendo fermamente nella vita eterna attraverso mezzi spirituali. Ci sono, tuttavia, anche coloro che non credono, o che non riescono a fare un salto di fede di fronte alla domanda “L’anima umana esiste?”

Si tratta di una domanda antica quando la religione istituzionalizzata e che ha messo alla prova la comunità scientifica per centinaia di anni, ma ora uno neuroscienziato della Ivy League e un team dei suoi colleghi stanno cercando di rispondere a questa domanda e di provare che l’anima non è solo una teoria ipotetica, quanto piuttosto un concetto scientifico.

Michael A. Ferguson, Ph.D., ha spiegato che lui e il suo team stavano studiando la decomposizione architettonica dei modelli funzionali del cervello umano quando è rimasto colpito da una correlazione tra i dati osservati e le opere filosofiche di Aristotele sull’anima umana.

Ferguson ha riferito a Religion News:

“Aristotele pensa che le facoltà sensoriali nell’anima umana diano adito a memoria e immaginazione, che a loro volta danno adito alle facoltà intellettive, che a loro volta esercitano un controllo sulle facoltà a livello di impulso. Le correlazioni tra la nostra serie di componenti di connettoma e la serie di facoltà dell’anima di Aristotele mi hanno colpito come un fulmine”. “Il modello del filosofo di un asse che passa dall’aspetto sensibile a quello dell’immaginazione e a quello intellettivo è esattamente quello che avevamo visto nella nostra soluzione neurobiologica della rete sensoriale primaria, del default mode network e delle configurazioni del network di intelligence. Non ho potuto non chiedermi in cos’altro abbia indovinato”.

PRAYING

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Per proporre un’argomentazione formale per l’esistenza dell’anima, Ferguson ha riunito un team di educatori e ricercatori nei campi della medicina, della neuroscienza, della filosofia e dell’arte, che presenteranno le loro conclusioni in un incontro presso il The Joseph B. Martin Conference Center della Harvard Medical School il 3 agosto prossimo. Ulteriori informazioni e materiale di studio si possono trovare sul sito web del team, Soul and Brain.

Il dottor Ferguson e il suo team credono che l’evento darà il via a un dialogo importante, che a sua volta promuoverà una ricerca fruttuosa sull’argomento. Spiega Ferguson:

“La mia ipotesi è che i principi del realismo trascendentale – bellezza, giustizia, verità, bontà – non siano semplicemente schiuma che fluttua sulla superficie del mare, ma fonti della gravità lunare, per così dire, che provocano le onde stesse. Se è vero che i principi trascendentali esercitano una sorta di gravità evolutiva espressa nella forma e nella funzione della nostra neurofisiologia umana, allora l’organismo umano può legittimamente essere identificato come specie spiritualmente animata”.

Ferguson si è già guadagnato l’attenzione con la sua

Your Brain on God, che riportiamo qui sotto e in cui ha analizzato il cervello dei credenti mentre pregavano, ascoltavano indicazioni religiose ed erano esposti a immagini di fede.

Se volete partecipare all’evento del 3 agosto, potete prenotare i biglietti qui.

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