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Amatrice. 9 donne insegnano a riscoprire le tradizioni della loro terra per ridarle un futuro!

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Sonia Mascioli/Screenshot/YouTube/Tutta la città ne parla

Silvia Lucchetti - pubblicato il 26/08/19

La storia di Sonia, Simona, Ines, Marina, Samantha, Federica, Assunta, Sofia, Francesca e della "Casa delle donne di Amatrice e Frazioni": ripartire dalle antiche tradizioni per rinascere.

Tre anni fa, alle 3,36 della notte del 24/8/2016, la terra ha tremato ad Amatrice per una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 registrata dai sismografi dell’Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia nel territorio del Comune di Accumoli, in provincia di Rieti, a circa 8 chilometri di profondità. Il sisma distrusse quasi totalmente i quattro centri abitati situati in prossimità dell’epicentro: oltre ad Accumoli vennero sgretolate Amatrice, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto, mietendo 299 vittime, 239 delle quali nel solo territorio di Amatrice.

“Ci siamo dette che saremmo dovute ripartire dalla natura”

Lì nove donne, di fronte alla distruzione operata dal terremoto delle loro case e dei loro sogni, si sono guardate negli occhi pieni di lacrime dicendosi che non potevano continuare soltanto a piangere. Ce lo racconta un articolo del Corriere a cura di Jacopo Storni.

Abbiamo osservato la natura attorno alle nostre case distrutte e abbiamo visto che i boschi, le montagne, gli alberi erano ancora intatti. E ci siamo dette che saremmo dovute ripartire da lì, dalla natura che è la nostra forza e il nostro futuro. E dovevamo farlo senza paura, respingendo i fantasmi e guardando il futuro (Ibidem).

SERENA DAMICO

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“La casa delle donne di Amatrice e Frazioni”

Così Sonia, Simona, Ines, Marina, Samantha, Federica, Assunta, Sofia e Francesca, nove donne di mezza età, si sono rimboccate le maniche per fondare “La casa delle donne di Amatrice e Frazioni”, un laboratorio artigianale dove guidano altre donne, che seguono i loro corsi, a riscoprire le antiche tradizioni della loro terra: dalla cucina alla tessitura, dall’apicoltura alla agricoltura. Sonia Mascioli, la Presidente dell’Associazione, sottolinea con orgoglio:

Molte di noi hanno lasciato il proprio lavoro per specializzarsi in mestieri della tradizione che adesso insegniamo alle donne di Amatrice, che a loro volta recuperano antichi mestieri e tentano di farne un’attività (Corriere).

Ecco come due anni fa presentava il progetto

Rimettersi in gioco per il futuro di Amatrice

Infatti Assunta Perilli da archeologa si è trasformata in tessitrice, Marina Gentile che aveva una profumeria oggi si occupa di un negozio di gnocchi ricci, tipico piatto tradizionale più antico della stessa “amatriciana” famosa nel mondo, Francesca Nardi dalla professione di geometra è passata a organizzare corsi per formare chef. La Casa delle Donne, che si autofinanzia attraverso donazioni e raccolta fondi, conta attualmente più di 80 iscritte e presto si trasferirà nella nuova struttura antisismica di 140 metri quadrati che verrà inaugurata il prossimo settembre.

Il terremoto ha distrutto strade, ponti, case – continua Sonia – ma soprattutto 142 secondi sono bastati per azzerare un tessuto umano e sociale alla base di una piccola città come la nostra. Ecco perché il futuro di Amatrice sarà soprattutto legato a quelle attività che sapranno generare delle micro economie in grado di assicurare una permanenza sostenibile alle famiglie del territorio (Corriere).

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Rinascere partendo dalle tradizioni

Territorio che nel periodo estivo richiamava nel comune reatino per le vacanze moltissimi turisti e proprietari di seconde case trasferitisi a Roma per motivi di lavoro, ma anche per la tradizionale sagra degli spaghetti all’amatriciana, evento tra i più famosi nel Lazio, che nel 2016 era in programma il 27 agosto, tre giorni dopo la tragedia. Oggi per rinascere bisogna ripartire proprio dalle preziose tradizioni del passato con un obiettivo ambizioso:

Vendere sempre più i nostri prodotti in tutta Italia, affinché i sapori di Amatrice possano essere diffusi ovunque (Ibidem).

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Il coraggio, la tenacia, la speranza di Sonia, Simona, Ines, Marina, Samantha, Federica, Assunta, Sofia e Francesca mi ha ricordato una bellissima frase di Benedetto XVI:

«Nella premura e nell’amore delle donne si preannunzia già il mattino della risurrezione».

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