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Verso il Sinodo in Amazzonia tra i veleni degli incendi e quelli di Bolsonaro contro la Chiesa

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ressormat | Shutterstock

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 26/08/19

L'esercito in campo per arginare il dramma roghi nel "polmone verde" del mondo. Clima teso tra il presidente brasiliano e le istituzioni ecclesiastiche locali

Un messaggio non proprio sereno arriva a poco più di un mese dal Sinodo per l’Amazzonia (6-27 novembre).

La più grande foresta del pianeta brucia a ritmi preoccupanti e i vescovi dell’America Latina sentono il dovere di alzare la voce per richiamare l’attenzione su questo dramma.

L’allarme dei vescovi

«Consapevoli dei terribili incendi che consumano grandi porzioni di flora e fauna, in Alaska, Groenlandia, Siberia, Isole Canarie, e in particolare in Amazzonia, noi vescovi dell’America Latina e dei Caraibi desideriamo esprimere la nostra preoccupazione per la gravità di questa tragedia», si legge in un comunicato a firma della presidenza del Celam, il Consiglio dei vescovi latinoamericani.

AMAZZONIA FORESTA PLUVIALE
Filipe Frazao/Shutterstock
La Foresta Amazzonica

L’Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali brasiliano, responsabile del monitoraggio satellitare delle foreste, riporta che dall’inizio dell’anno sono scoppiati circa 73.000 incendi con un aumento dell’82% rispetto allo scorso anno. Poco più della metà dei roghi avviene in Amazzonia (Vatican News, 24 agosto).




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L’appello del Papa

«Siamo tutti preoccupati per i vasti incendi che si sono sviluppati in Amazzonia. Preghiamo perché, con l’impegno di tutti, siano domati al più presto. Quel polmone di foreste è vitale per il nostro pianeta». ha rincarato papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica 25 agosto.

Per tamponare l’emergenza l’Esercito brasiliano ha iniziato il dispiegamento di uomini e mezzi in Amazzonia. Sul campo ci saranno 44.000 soldati a cui saranno affiancati aerei militari. Lo hanno reso noto i ministri della Difesa e dell’Ambiente illustrando i piani per contrastare i roghi (Ansa, 25 agosto).

Le responsabilità di Bolsonero

Tutto questo dopo settimane di “non intervento”, denuncia Márcia Oliveira, docente di Sociologia all’Università Federale di Roraima (Ufrr), componente della Giunta della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) e perito in vista dell’imminente Sinodo dell’Amazzonia, interpellata dal Sir (24 agosto) sugli incendi che stanno distruggendo vaste zone della foresta amazzonica.

«Da due settimane gli incendi vanno avanti e si stanno man mano estendendo, sia nell’Amazzonia brasiliana che nei Paesi vicini, in particolare in Bolivia e Perù. In Brasile le situazioni peggiori sono negli stati di Acre, Rondônia, nel sud dell’Amazonas, nel Pará e nel Mato Grosso».

Secondo Oliveira, il Governo Bolsonaro sul tema dei roghi, più che intervenire subito per arginare il dramma, «vuole attaccare le organizzazioni non governative, ma soprattutto cerca di attaccare la Chiesa dentro al tema del conflitto agrario».




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“Strategia codarda”

Il presidente del Brasile, secondo l’esponente della Repam, sta provando ad addossare responsabilità su un presunto scarso impegno della Chiesa Cattolica – molto diffusa nelle comunità amazzoniche – rispetto al contrasto dei roghi selvaggi. «Bolsonaro – sottolinea la docente – cerca molte volte di attaccare alcuni organismi come la Commissione pastorale della terra (Cpt) e del Consiglio indigenista missionario (Cimi), entrambi collegati alla Chiesa brasiliana. Sono due importanti istituzioni che difendono i popoli dell’Amazzonia».

Il capo del Governo brasiliano, prosegue Oliveira, «cerca di tirarsi fuori e al tempo stesso di coinvolgere proprio chi lavora in difesa dell’Amazzonia. È grave che il Governo non voglia responsabilizzare le sue istituzioni e cerchi di rovesciare la colpa sulla Chiesa che difende la popolazione e sulle organizzazioni sociali, che sono invece contro il piano di distruzione della foresta. Mi sembra una strategia molto codarda» (Toscana Oggi, 25 agosto).


AMAZZONIA FORESTA PLUVIALE

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