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“Curare il mio corpo è una priorità”. 3 punti chiave per non cadere nella vanità

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Shutterstock | Zoom Team

Catholic Link - pubblicato il 28/10/19

di padre Enrique Granados

Una donna mi si è avvicinata e mi ha detto: “Ho letto sul giornale uno slogan che diceva: ‘Da simpatica cicciottella a dea bella e snella!’” Mi ha colpito molto, visto che poco prima avevo sentito un’amica dire: “Finché non sarò dimagrita non potrò essere felice”. Quanto dev’essere importante il corpo per una persona?

L’essere umano è un’unità complessa, misteriosa e dall’enorme grandezza. Siamo un’unità biologica, psicologica e spirituale. Nessuno dei tre aspetti è superfluo, nessuna delle parti che compongono l’essere umano è di troppo o può essere trascurata. Ecco alcuni punti che considero importante per chiarire meglio questo tema e non cadere nella vanità.

1. C’è un ordine di priorità

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By Roman Samborskyi/Shutterstock

È importante sapere che esiste un ordine di priorità, e che ogni parte di quello che è l’essere umano ha la sua ragion d’essere e il suo posto. La preoccupazione per il corpo è valida, ma nella giusta misura. Quando l’essere umano inizia ad essere ossessionato dal corpo e a pensare che la sua vita cambierà o che sarà più felice semplicemente per il fatto di avere un corpo spettacolare, è perché ha perso di vista qualcosa di fondamentale: la retta valorizzazione di se stesso e la sua comprensione come persona.

2. Che problema c’è a preoccuparsi del corpo?

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William Recinos/Unsplash | CC0

Nessuno. Bisogna preoccuparsi del corpo che Dio ci ha dato e che è tempio dello Spirito Santo, ma nella giusta misura e nel modo corretto. Dobbiamo essere puliti, ben presentati, ben vestiti, e dobbiamo cercare di mangiare in modo salutare per essere sani.

È anche importante, per quanto possibile, fare esercizio, perché fa molto bene. Tutto, però, deve partire dalla corretta visione dell’essere umano, che porterà a proiettarsi e a dispiegarsi nel modo migliore.

Ecco la chiave della questione: quando si smette di guardare l’integrità della persona e si pensa che l’elemento fondamentale dell’essere umano sia nell’aspetto esteriore e non in quello interiore, si inizia a costruire una vita vana. Si comincia a valorizzare solo ciò che è esteriore, mettendo da parte la grandezza spirituale e la salute psicologica. Come dice Saint-Exupery ne Il Piccolo Principe, “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Riprendendo il tema, potremmo pensare: “A cosa mi serve il fatto di avere una macchina con una splendida carrozzeria se non ha il motore?”, o “A che mi serve avere una casa con una bella facciata se dentro è sporca e trascurata?” La casa serve per viverci, e la macchina per spostarsi.

Allo stesso modo, a cosa serve avere un corpo spettacolare, un viso molto bello, indossare abiti cari e all’ultima moda se non si ha niente nel cuore, o se questo è pieno di superficialità, di cose vuote e senza importanza? O peggio ancora, pieno di cattivi sentimenti, invidie, rancori…

3. Ricordiamo che la bellezza è effimera

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SHUTTERSTOCK

In genere accade che una persona che contempla semplicemente ciò che è effimero, come la bellezza corporea (che è passeggera), tenda a valutare le persone con gli stessi criteri con cui valuta se stessa, e questo dimostra una concezione limitata e povera di quella che è la persona e del suo grande valore agli occhi di Dio.

Potremmo forse parlare di una bellezza integrale, di una persona che riflette ciò che brilla dentro di lei. La sua bontà, la sua generosità, la sua grande capacità di accettare e perdonare. Quanto è importante che, come cerchiamo di rafforzare o abbellire il corpo, con la stessa tenacia cerchiamo di abbellire il nostro cuore!

Senza perdere di vista la grande ricchezza di ciascuno, quanto è bello incontrare persone belle dentro e fuori, che si nutrono di ciò che è davvero essenziale e cercano di trattare gli altri allo stesso modo, con quello stesso sguardo!

Il mondo della vanità, del superfluo – e di conseguenze del vuoto che c’è nelle persone –, è sempre più forte. Abbandonando l’interiorità e ciò che conta di più, la vita spirituale, si finisce per cercare solo cose che ci fanno sentire bene, ma che non sono necessariamente positive.

Alcuni consigli che credo potrebbero aiutare per non cadere nella superficialità sono coltivare l’interiorità, avere una vita spirituale ricca, nutrire la propria mente, leggere cose che alimentino a livello intellettuale, sforzarsi di guardare l’aspetto più profondo delle persone e non solo la loro apparenza.

Ricordate, siamo un’unità di corpo, anima e spirito, e Dio, che ci ha dato la vita, ci dà le capacità per coltivare i nostri doni e i nostri talenti, per raggiungere la vera e piena realizzazione.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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