La ferula è un accessorio indispensabile dei pontificali papali. Da Paolo VI in qua, il celebre bastone liturgico è portato in ogni processione e in occasione delle benedizioni delle messe solenne. Papa Francesco ne ha utilizzati piú di una ventina, dall’inizio del suo pontificato, e molti di questi gli sono giunti come doni durante i suoi viaggi.
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Lo scorso 27 ottobre, il Papa argentino era munito di una ferula assolutamente inedita: in occasione della messa di conclusione del Sinodo, il Papa si è presentato al baldacchino del Bernini in San Pietro con un bastone liturgico… amazzonico! Un simbolo forte, se si comprende il significato della ferula, che senz’alcun dubbio è l’attributo piú parlante del potere spirituale e temporale del Papa. Nel cuore della Chiesa, il pontefice delle periferie ha quindi scelto di collocare gli indigeni dell’Amazzonia, forse le persone piú isolate del pianeta, sul proscenio.
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Realizzato piú di vent’anni fa da un artista della provincia di Bahia (Brasile), questa ferula è stata offerta al vescovo di Roma da mons. Franz Joseph Meinrad Merkel, vescovo di Humaità (Brasile). Scultura tortile, l’oggetto è sormontato da una croce, caratteristica della ferula, e offre alla vista dei volti indigeni. Ben visibile l’iscrizione JHS (abbreviazione del nome di Gesú in greco), scolpita in rilievo su un legno piú chiaro. Secondo alcuni testimoni, il Papa avrebbe promesso a mons. Merkel di utilizzare questo dono durante la messa conclusiva del Sinodo. Portando in processione questo bastone liturgico – agli antipodi dei codici estetici barocchi della Basilica Vaticana – davanti alle telecamere di tutto il mondo, il successore di Pietro manifesta cosí l’appartenenza specifica dell’Amazzonia alla Chiesa universale.