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Tutti noi dovremmo essere deposti nel Santo Sepolcro per risorgere

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 21/11/19

Don Fortunato ci racconta la fede di Oriana, tetraplegica, di fronte al Mistero di Cristo

Il Santo Sepolcro, dove è stato deposto Gesù era vuoto. Lui è Risorto. Ma non sappiamo per quale misterioso disegno, quale insondabile amore, quel giorno un corpo di 28 Kg., per pochi minuti, è stato deposto nel luogo di Gesù. Delle ossa inaridite, morte, dei muscoli atrofizzati, una sofferenza visibile che rappresenta i tanti come lei ha ricevuto un dono, e un grazie di chi, quel giorno era custode di quel Sepolcro. Ha sconvolto le menti di chi, a volte per fretta, per curiosità, chissà se con fede o incredulità visita quel luogo Santo. La sintesi del mio terzo viaggio a Gerusalemme. Dopo 20 anni dall’ultimo.

Il suo nome è Oriana, siamo davanti al portone che ci introduce nel Calvario, nel Golgota, nella Deposizione e nel Sepolcro vuoto, dove capeggia, in un grande arazzo, il Cristo Risorto.
E’ affetta da tetraparesi spastica che è una forma di paralisi che coinvolge contemporaneamente la muscolatura volontaria di tutti e quattro gli arti. Una condizione grave che solo con amorevole cura è capace di rendere ciò che non è possibile, impossibile, nel dono anche della fede. Non conosco se altri, come Oriana, hanno avuto questo dono di essere presa e deposta, stirata, sul marmo dove Gesù fu sepolto. Sono convinto che altri avranno avuto questa esperienza, unica e non possibile a tutti.

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Don Fortunato Di Noto

La conosco da sempre e con i suoi genitori ha fatto tutto il Cammino Neocatecumenale (30 anni), lei ne ha oggi 38. Gli davano solo pochi anni di vita. Del resto, per i benpensanti e nella subcultura dello scarto, una bambina, oggi ragazza e donna in quello stato che cosa è se non uno scarto? Meglio che non fosse nata, dicono i benpensanti e i calcolatori dell’efficienza della vita.

Lei non parla, emette suoni, a volte anche in questo caso per una sorta di miracolo pronuncia, “mamma”, ma solo sua madre sa interpretare qual suono, e con gli occhi dice un si e un no.
Ho imparato a conoscerla e ho ascoltato il suo bisogno di conversione, di camminare nella fede in Colui che ha la forza di dire: prendi il tuo lettuccio e cammina. Ma Lei non cammina, non ha avuto questo miracolo, ma ha ricevuto, il dono della fede. Un bene prezioso, molto prezioso che la rende se stessa, che la fa vivere nonostante, a guardarla, sembra essere una pietra che non ha vita.

Non posso non pensare che la Parola di Dio si è realizzata, si realizza: precede, accompagna, illumina e da senso al non senso della vita.

Una Parola che risuona potente e che, non me ne voglia nessuno, ha trovato in Oriana compimento. Oriana è un compendio della potente azione dello Spirito vivificante. Ha conosciuto Gesù Cristo, si è nutrito di Lui, e Lui, il Suo Sposo, ha realizzato la vocazione dell’appartenere solo al Signore. «Metterò in voi il mio spirito e rivivrete» (Ez 37,12-14); «Il Signore è bontà e misericordia» (Salmo 129); «Lo Spirito di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi» (Rm 8,8-11); «Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 11,1-45).

Nei luoghi Santi, scoperti anche come luoghi turistici, si possono osservare e visitare pietre, città distrutte, inesistenti, ricordi e memorie a volte offuscate e via dolorosa immersa in un lungo ed estenuante bazar.
Lui è presente e chi sente oramai perduto senza speranza, definitivamente finito trova l’essenziale di un cristianesimo in profonda crisi, in una società relativista e consumistica. In una Chiesa ossificata.
Ho pensato che tutta la Chiesa, la comunità dei credenti dovrebbe essere deposta nel Santo Sepolcro, dove non c’è nessuna puzza nauseabonda, né marciume e cattivo odore. Gesù Cristo ha vinto la morte e il peccato e ha offerto se stesso per Amore, Lui che è Amore dato che Suo Padre è Amore.

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