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Spiritualità
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Per dare un senso a ciò che abbiamo, dobbiamo trovare il senso di ciò che siamo

JESUS

thanasus|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 27/02/20

Non viviamo la Quaresima solo ripiegati su noi stessi sui limiti, quello che va cambiato o convertito. Fissiamo gli occhi sulla Croce, ma ricordiamoci di guardare soprattutto a quello sfondo luminoso di Resurrezione che sta dietro.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?»

Luca 9,22-25

Il brano del Vangelo di Luca di oggi detta subito il passo giusto per vivere seriamente il tempo della Quaresima. Innanzitutto Gesù precisa che la Sua missione non è una passeggiata, ma un cammino che lo porterà ad essere rifiutato e ucciso:

Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno.

Bisogna però non omettere mai la parte finale di questa condivisione di Gesù, perché senza resurrezione la Croce rimane incomprensibile, insopportabile, invivibile. Troppo spesso il nostro cammino cristiano ha gli occhi fissi sulla Croce senza che essa sia messa a fuoco nel grande fondale della resurrezione. Anche la Quaresima può farci riempire gli occhi di noi stessi, dei nostri limiti, delle parti della nostra vita da convertire, e magari farci dimenticare che la visione di noi stessi è insopportabile se non è innestata nel grande fondale dell’Amore di Dio. La seconda cosa che il Vangelo di oggi ci ricorda è che bisogna imparare a disobbedire a noi stessi, e ciò perché questa è l’unica maniera in cui possiamo essere realmente liberi:

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

In questo modo non passeremo il tempo sulla difensiva a tentare di salvare il salvabile, ma passeremo la vita in zona d’attacco, provando, riprovando, rischiando, scommettendo:

Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.

E fare questo è necessario per una verità così semplice che delle volte dimentichiamo: a che cosa serve avere tutti gli ingredienti e non preparare nessuna torta? Non è l’accumulo delle cose di questa vita che ci renderà felici, ma la capacità di trovare un senso a ciò che abbiamo. E il senso delle cose lo si trova solo se trovi un senso a ciò che sei. Ha quindi profondamente ragione Gesù a dire:

Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

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