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Nigeria: vescovo sequestrato in piena notte nel nord del Paese

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Reinnier KAZE / AFP

Bérengère Dommaigné - pubblicato il 04/06/20

È il decimo sequestro in meno di un anno

Il presidente dell’Associazione Cristiana della Nigeria (CAN), monsignor Joseph Masin, è stato sequestrato nel nord della Nigeria la notte di venerdì 29 maggio da un gruppo di uomini armati, venendo liberato dalla polizia la domenica di Pentecoste. Si tratta del decimo sequestro di un chierico in meno di un anno. Dal 2009, il gruppo terroristico Boko Haram semina il terrore nel Paese.

La polizia dello Stato di Nasawara, nel nord della Nigeria, e la CAN hanno confermato il sequestro del presule, presidente della CAN per Nasarawa. Fondata nel 1976, la CAN è la principale associazione ecumenica del Paese, e riunisce la Chiesa cattolica e varie Chiese pentecostali.

Non è la prima volta che un membro di spicco dell’associazione scompare in Nigeria e viene richiesto un riscatto. Il sequestro ha avuto luogo a casa del presule a mezzanotte del 29 maggio. Secondo i media nigeriani, i sequestratori lo hanno portato su una motocicletta in un destinazione imprecisata, e hanno chiesto 50.000 dollari per la sua liberazione. Fonti locali hanno affermato che il vescovo protestante sarebbe stato liberato la domenica di Pentecoste dalla polizia senza che sia avvenuto alcun pagamento.

È un sollievo perché si temeva che il presule facesse la stessa tragica fine del pastore Lawan Andimi, assassinato a gennaio perché la comunità cristiana locale non poteva pagare il riscatto richiesto.

Il sequestro del vescovo Masin aumenta la paura e l’incertezza in un Paese in cui Boko Haram non cessa le sue azioni terroristiche. I ripetuti attacchi dell’organizzazione hanno provocato la morte di quasi 6.000 cristiani dal 2015, sfollato due milioni di Nigeriani e provocato la fuga di centinaia di migliaia di rifugiati nei Paesi vicini.

L’appello della Comece

Il 19 maggio, qualche giorno prima di questo nuovo sequestro, e in reazione alla drammatica situazione in cui versa il Paese, la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) ha lanciato un appello a porre fine alla “persecuzione dei cristiani”.

Allo stesso modo, ha chiesto all’Unione Europea e alla comunità internazionale di agire per “aiutare le autorità nigeriane a porre fine alla violenza, portare i criminali davanti alla Giustizia, sostenere le vittime e includere pienamente i cristiani (47% della popolazione nazionale) in tutte le strutture statali e in tutti i livelli dell’amministrazione, incluse la polizia e le forze armate”.

Nel dicembre scorso, lo scrittore e filosofo Bernard-Henri Levy ha acceso i riflettori sul destino di questi cristiani firmando un rapporto sorprendente e scioccante sulle pagine di Paris-Match sui massacri dei cristiani nigeriani commessi dai Fulani, un gruppo etnico musulmano. Secondo la ONG Open Doors, il 90% dei cristiani assassinati nel 2018 in tutto il mondo è stato massacrato in Nigeria.

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