La teologia del Papa è lontana dalle ideologie e vicina alla spiritualità popolare. I suoi "maestri" gli hanno tramandato questa differenza di pensiero, che ci permette di comprendere i suoi gesti più rivoluzionari
«Bergoglio si ispira alla Teologia del Popolo». Questo “slogan” è spesso ripetuto sin dal 2013: anno dell’elezione di papa Francesco. Ma pochi, in realtà, conoscono la “Teologia del Pueblo”, una delle correnti della Teologia della Liberazione, di origine sudamericana.
Il pontefice ne parla nella prefazione di “Introduzione alla Teologia del Popolo” (EMI) testo, pubblicato qualche anno fa, dal teologo argentino Ciro Enrique Bianchi, che ha studiato sotto la guida di Víctor Manuel Fernández, attuale rettore dell’Università Cattolica d’Argentina e da tempo stretto collaboratore del Papa.
Evangelizzare partendo dal popolo
Il testo di Bianchi si presenta (così recita il sottotitolo) come profilo teologico e spirituale di Rafael Tello, pensatore argentino, che è da considerarsi uno dei fondatori della Teologia del Popolo. Bergoglio lo stima molto.
Evangelizzare a partire dal popolo, vedere il popolo come soggetto della storia, immerso in un processo storico, assumerne la cultura, optare per la centralità dei poveri, sono le linee della ricerca teologica di Tello.
Tello e Bergoglio
«Tello cercò fedelmente strade per la liberazione integrale del nostro popolo portando fino in fondo la novità evangelica senza cadere nei riduzionismi ideologici…». Sono le parole pronunciate il 10 maggio 2012 dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, alla Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica dell’Argentina per la presentazione del libro di padre Bianchi.
Nella prefazione Bergoglio scrive:
«Quando ci avviciniamo al nostro popolo con lo sguardo del buon pastore, quando non veniamo a giudicare ma ad amare, troviamo che questo modo culturale di esprimere la fede cristiana resta tuttora vivo tra noi, specialmente nei nostri poveri. E questo, fuori da qualsiasi idealismo sui poveri, fuori da ogni pauperismo teologale. È un fatto. È una grande ricchezza che Dio ci ha dato» (da Introduzione alla teologia del popolo, C.E. Bianchi).
La pietà popolare
In una prospettiva storica, prosegue l’allora cardinale di Buenos Aires, «se guardiamo a questi cinque secoli di storia, vediamo che la spiritualità popolare è una strada originale sulla quale lo Spirito Santo ha condotto e continua a condurre milioni di nostri fratelli. Non si tratta soltanto di manifestazioni di religiosità popolare che dobbiamo tollerare, si tratta di una vera spiritualità popolare che deve essere rafforzata secondo le sue proprie vie».
«La pietà popolare è una modalità legittima di vivere la fede, un modo di sentirsi parte della Chiesa e una forma dell’essere missionari; in essa si sentono le vibrazioni più profonde della profonda America. Essa è parte dell’ “originalità storico-culturale” dei poveri di questo continente, e frutto di “una sintesi tra le culture [dei popoli originari] e la fede cristiana».