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Bambini: il bisogno di stare insieme dopo il lockdown

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Quinn Martin | Shutterstock

Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 28/07/20

I mesi di lockdown dovuti all’emergenza Coronavirus hanno causato grande frustrazione, soprattutto per i bambini e gli adolescenti. Come comportarsi ora, a isolamento terminato? Ecco alcuni consigli utili

di Francesca Bevilacqua

Durante il lockdown, la nostra quotidianità è cambiata radicalmente. Grazie alle regole che ci è stato chiesto di rispettare siamo riusciti ad arginare un’epidemia che rischiava di portare al collasso il nostro sistema sanitario. Nello stesso tempo questi cambiamenti hanno comportato una grande frustrazione dei bisogni di ognuno di noi. In particolare, per i bambini sono stati mesi difficili. Sicuramente tanti bambini e tanti ragazzi hanno dimostrato una straordinaria capacità di adattamento ad una situazione così particolare, ma anche chi se l’è cavata meglio ha sofferto molto l’impossibilità di passare del tempo con i propri coetanei. Nelle prossime righe esploreremo meglio come funziona la socialità dei bambini, come il bisogno di stare insieme ad altri bambini è stato frustrato durante il lockdown, e come aiutare i bambini e i ragazzi ad incontrare nuovamente i coetanei in questi mesi di riapertura.

I bambini e la socialità

Fino ai 3 anni il gioco con i coetanei è sostanzialmente un gioco in parallelo: in altre parole, i bambini giocano contemporaneamente con gli stessi giochi, ma ciascuno per conto proprio. A questa età, gli ambienti principali di vita e di crescita sono la casa e la famiglia. A partire dai 3 anni il gruppo dei pari inizia ad essere un ambiente di vita fondamentale. Negli anni della scuola dell’infanzia (3-5 anni), i bambini imparano le regole della vita sociale. Confrontandosi nel gioco, i bambini imparano a collaborare con i compagni e a gestire i conflitti, imparano il rispetto dell’altro e il piacere di contribuire al bene comune. Nel confronto con gli altri iniziano a scoprire sé stessi. Le maestre e i maestri diventano degli adulti di riferimento. Possiamo pensare la scuola e il “gruppo classe” come una piccola società protetta in cui i cittadini di domani imparano il piacere della socialità e le basi della convivenza. Poco alla volta, mentre il bambino cresce, il gruppo di amici assume sempre più importanza nella quotidianità, fino a diventare l’ambiente di vita principale durante l’adolescenza. Durante il periodo di lockdown i bambini, soprattutto i figli unici, hanno sofferto molto la mancanza di relazioni sociali. Spesso questa sofferenza si è espressa con comportamenti regressivi, caratterizzati da un ritorno ad una maggiore dipendenza dai genitori. I bambini hanno avuto a disposizione più tempo per giocare e per stare con i genitori, ma questo ha compensato solo in parte il loro bisogno di socialità. I bambini maggiormente colpiti sono stati sicuramente quelli che vivono in ambienti sociali disagiati e in situazioni di conflitto familiare che spesso, purtroppo, sono stati acuiti dall’isolamento forzato.


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Gli adolescenti e la socialità

Per quanto riguarda la socialità, la realtà degli adolescenti merita una considerazione a parte. Nel periodo dell’adolescenza, il gruppo dei pari è il principale e il più naturale ambiente di vita e di crescita. Uno degli obiettivi di crescita dell’adolescente è proprio quello di mettere in discussione i modelli familiari appresi durante l’infanzia. Un obiettivo che l’adolescente persegue costantemente tramite il contatto con il mondo esterno rappresentato dal gruppo dei pari. La perdita di questo contatto durante il periodo di lockdown è stato sicuramente più traumatico per questa fascia di età. La possibilità di mantenere i contatti tramite le risorse tecnologiche ha in parte attutito l’impatto di questa mancanza. Ma spesso gli adolescenti hanno fatto un uso eccessivo di queste tecnologie. Il rischio, già presente prima del lockdown, è quello che si rinforzi troppo l’abitudine di stabilire relazioni esclusivamente virtuali. Le famiglie con gli adolescenti, inoltre, si sono trovate di fronte alla sfida di trovare un equilibrio all’interno della famiglia con tempi di convivenza e condivisione molto lontani dalla routine. Spesso questa convivenza forzata così poco adatta all’età dei ragazzi è stata motivo di conflitti crescenti.

E adesso?

Ora è tempo che i bambini e i ragazzi escano di nuovo, e incontrino di nuovo i propri amici. Da un lato, è importante non negare loro la possibilità di avere nuovamente accesso al proprio mondo di amicizie. Nello stesso tempo, è fondamentale seguirli e aiutarli in questa nuova fase, condividendo con loro eventuali dubbi e paure. Molti genitori ci stanno descrivendo il timore dei propri bambini nell’affacciarsi nuovamente al mondo esterno. Un mondo che durante il lockdown è stato percepito come pericoloso e minaccioso. È importante allora accompagnarli poco alla volta descrivendo il graduale passaggio verso la ripresa dei contatti sociali. All’opposto, gli adolescenti possono mostrarsi spavaldi e noncuranti delle regole. In entrambe le situazioni, è importante confrontarsi apertamente sui comportamenti da adottare e, soprattutto, dare il buon esempio. La parola chiave è sicurezza. Quando incontrano i propri amici, bisogna ricordare sempre ai bambini e ai ragazzi di rispettare le tre regole più importanti per prevenire la trasmissione del virus: mantenere le distanze di sicurezza, indossare la mascherina e lavarsi spesso le mani. Approfittando della bella stagione, è decisamente consigliabile evitare gli incontri al chiuso e vedersi all’aperto. L’aria aperta, se si rispettano le regole, permette di ridurre la possibilità di trasmissione del virus. Per gli incontri al chiuso, invece, un suggerimento utile può essere quel- lo di seguire l’esempio del Belgio, dove è stata adottata la strategia delle “bolle sociali”: meglio scegliere una o due famiglie con cui passare del tempo insieme liberamente che vedere persone diverse ogni giorno. È però importante ricordare sempre a tutti i bambini che anche se le regole non sono più severe come prima, comunque il virus continua a circolare, e se non vogliamo favorirne la diffusione è importante rispettare le regole, per il bene di tutti. In questa maniera, anche il ritorno alla vita sociale sarà un’importante occasione per apprendere e consolidare un atteggiamento di responsabilità nei confronti dell’intera società.

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