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Nuovi passi verso la normalizzazione della pedofilia?

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Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 04/08/20

Don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, ci mette in guardia dalle nuove insidie che vengono da una trattazione benevola della pedofilia

Premessa: è difficile scrivere di queste cose, ma dobbiamo dirle affinché nessuno, in un prossimo futuro, possa dire: nessuno lo ha mai detto. Non sapevamo.
Quello che sta accadendo non possiamo giustificarlo, né condividerlo. La cosa certa è che il massiccio tentativo – molto realizzato e foraggiato da tanti – di adultizzazione, erotizzazione dei bambini, sta, non più velatamente, normalizzando questo mosaico dalle distorte immagini sulla dignità e tutela dei bambini e degli adolescenti.

“La pedofilia è un orientamento sessuale, si nasce pedofili, la società non può perseguitare chi è attratto sessualmente dai bambini, ma solo chi ha commesso l’atto in quanto il molestatore – si afferma – può non essere pedofilo”. Le giornate dell’orgoglio pedofilo sono la dimostrazione – così dicono i pedofili – che bisogna uscire allo scoperto e se ai bambini venisse data l’opportunità di esprimere un consenso nella relazione d’amore e sessuale sarebbe solo per il loro benessere. “Lasciateci – continuano ancora con questo manifesto (scritto e divulgato da più di 25 anni da vere e strutturate organizzazione pedofile) – vivere allo scoperto, non facciamo del male a nessuno. La pedofilia è solo una forma sublime di benessere per i bambini”. Il portale “madre” dei boy lover (amanti dei bambini, dei ragazzi) è un nutrito e aggiornato contenitore di siti, personali e di gruppo che espongono questo orientamento “naturale” che la società, bigotta e retrograda, non accetta per retaggi del passato e per una visione non progressista della sessualità.

L’anno scorso è stato segnato un notevole passo avanti verso la normalizzazione dell’attrazione sessuale dei pedofili.
Per quello che diciamo, non posso che ringraziare, l’acuta e intelligente analisi dei miei collaboratori, che seguono attentamente l’evoluzione e i passi che vanno verso la normalizzazione della pedofilia.
Senza che ci sia un contrappeso e una elaborata posizione, senza che unanimemente si possa dire che la pedofilia è un crimine contro la piccoli di questa specie umana.

A maggio 2019 l’APA (Associazioni Psicologici Americani) – non quella che redige il DSM – ha pubblicato nella sua rivista “Journal of Abnormal Psychology” uno studio dal titolo “Empathy in pedophilia and sexual offending against children. A multifaced approach”.
Lo studio è stato preparato da un team di psicologi tedeschi molti dei quali facenti parte dell’Istituto Charité di Berlino che, da anni, afferma pubblicamente che la pedofilia è un orientamento sessuale innato ed immutabile ed è diverso dall’abuso sui bambini.

Tra i ricercatori dello studio vi è ovviamenteKlaus Beier, il direttore dell’Istituto Charité, ma ci sono anche vari esponenti del medesimo istituto come Miriam Schuler, Till Amelung, Henrik Walter e Sebastian Mohnke. Klaus Beier è il mentore di Mirjam Heine, colei che, nel 2018, spiegò la stessa linea di pensiero della clinica durante un evento organizzato da TEDx all’università di Würzburg.

Lo studio dei ricercatori tedeschi si basa sull’analisi dell’empatia dei “pedofili offensivi” (coloro che commettono abusi su bambini) quella dei “pedofili non offensivi” (coloro che, pur essendo attratti sessualmente da bambini, non commettono abusi) e quella dei “teleiofili” (coloro che sono attratti sessualmente da adulti) attraverso l’uso del Multifaceted Empathy Test (MET) e dell’Interpersonal Reactivity Index (IRI).

Dallo studio si rileverebbero i seguenti risultati:

– “una maggiore risonanza empatica affettiva verso gli stati emotivi dei bambini negli uomini pedofili”
– “superiori capacità di empatia cognitiva solo nei pedofili non offensivi”.

L’empatia cognitiva è la capacità di intuire chiaramente le emozioni dell’altra persona e di comprenderne a fondo il suo punto di vista. L’empatia affettiva, invece, arriva anche a sentire sulla propria pelle gli stati d’animo altrui senza necessariamente provarne compassione.
Attraverso questo studio i ricercatori ritengono di dimostrare che i pedofili non offensivi possono essere curati attraverso una terapia cognitiva-comportamentale ai fini della prevenzione dell’abuso sessuale.
Ma il problema non è la cura terapeutica dei pedofili ma l’opinione sempre più condivisa che ci sia una differenza tra la pedofilia e l’abuso sui bambini come si deduce dal titolo dello studio. Per questo il team di Klaus Beier sostiene che “pedofili si nasce”. È il solito slogan del “born this way”.
E questo pensiero non si limita ai ricercatori tedeschi. Lo stesso studio pubblicato dall’APA, che è un’associazione americana, è stato pienamente approvato dal sessuologo canadese James Cantor che, nel suo sito personale, rigetta completamente la teoria dell’incidenza degli eventi infantili sulla pedofilia e promuove una presunta origine biologica dell’attrazione. Per questo conclude la presentazione dicendo che “la pedofilia è un caratteristica innata e probabilmente immutabile” e che “le persone non scelgono di essere sessualmente attratte dai bambini”. In pratica, è un orientamento sessuale come gli altri.

E ovviamente, sostenendo ciò, arriva a rivendicare i diritti di pedofili. L’8 dicembre 2018, in risposta ad un tweet dei “pedofili virtuosi” (che non compiono l’atto), afferma quanto segue: “Parlando come gay, credo che [il movimento LGBTQ, ndr] dovrebbe includere la lettera P. Fare diversamente significherebbe tradire i princìpi che ci danno i nostri diritti”.
Tale affermazione ha trovato opposizione in molti commentatori omosessuali. Resta però l’intenzione di rivendicare i presunti diritti dei pedofili in quanto “born this way”.

Non finisce qui. Il 5 dicembre 2019, Cantor scrive un nuovo tweet dove ribadisce nuovamente che “La pedofilia non è intrinsecamente sbagliata o dannosa: lo è la molestia sui bambini. L’errore comune è che le persone confondono la pedofilia quale sinonimo delle molestie sui bambini”. La pedofilia, quindi, non sarebbe sbagliata o dannosa.
Tale affermazione non può che essere condivisa dai pedofili. L’utente Schlomo O’Brien risponde seccamente a lui e ad un utente sospeso su Twitter, tale MAP Supporter2 dove MAP sta per “Minor Attracted Person”, ovvero persona attratta da minori.
Il sessuologo James Cantor non è un folle fuori dal sistema ma è parte integrante di esso. Rilasciò

già nel 2012 e continua a proporre la sua teoria anche all’estero, come durante l’intervista rilasciata in Australia lo scorso dicembre quando nuovamente affermò che la pedofilia va accettata in quanto distinta dall’abuso sui bambini.

Sono passi significativi verso la normalizzazione della pedofilia come “orientamento sessuale”. Picconata una parte, ne resta l’altra da picconare: abolire l’età del consenso. A quel punto, se il pedofilo è nato in quel modo e il bambino è libero di autodeterminarsi sessualmente, cosa impedisce un rapporto sessuale tra adulto e bambino?

Il dibattito è aperto?

La tutela dell’infanzia e della adolescenza non può abbassare la guardia a questa normalizzazione. Il fatto di scriverlo e dirlo….e già qualcosa.

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