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La scintilla del lunedì – Chi conosce tutte le nostre password?

SCINTILLE, COVER, WINDOW

Joel Overbeck | Unsplash

Annalisa Teggi - pubblicato il 17/08/20

Ci sono zone del cuore e dell'anima sigillate al nostro accesso, ci fanno paura. Ma c'è Chi ha il coraggio di entrare anche lì.

Non tutti gli hacker sono cattivi. Il nostro podcast del lunedì oggi dice grazie a chi è capace di entrare in ogni parte del nostro io. Ascoltate!

Ho notato che la mia casella di posta elettronica è piena di messaggi per reimpostare le password che ho dimenticato. Credo sia una cosa comune a tutti noi. Siamo pieni di app, siti, spazi virtuali che sono nostri e per accedere abbiamo bisogno di questa chiave … che deve essere un codice forte, con una maiuscola, con un carattere speciale, con dei numeri. Più è complessa meglio è. Ma sistematicamente non ce le ricordiamo. Ero al supermercato e avevo bisogno di fare una verifica urgente sul mio bancomat per timore che fosse stato clonato, e non riuscivo ad accedere al sito della mia banca. Perché avevo dimenticato la password.

Strano, mi sono detta: non riesco ad entrare in uno spazio che è mio. Ho ripetuto questa frase e ho intuito che non riguardava solo il problema col mio bancomat. I pensieri si sono allargarti a considerare quanto è vero, al di là del virtuale, che spesso io non ho le chiavi di accesso per entrare nel mio io. Dovrei essere il comandante in capo di me, questo dice il mondo, eppure ci sono zone del mio cuore e della mia anima sigillate al mio accesso, forse ho paura di entrare. Chesterton diceva che l’io è più lontano della stella più distante.

Questa constazione così vera mi fa chiedere: e allora chi ci entra lì dove io non riesco a entrare? Chi va a dare aria alle stanze di me che sono chiuse nello sconforto, nel timore o nella disperazione?

«Dio è più intimo a me di me stesso» scrisse Sant’Agostino. Ecco la nostra procedura di recupero password più autentica. Dio ha una chiave di accesso che mi salva dall’esclusione alla conoscenza intera di me. Mi accompagna ad aprire, va avanti lui per primo in quelle zone vive della mia intimità a cui io volto le spalle, che forse non ritengo meritevoli di essere salvate, ricordate, guardate. Lui conosce tutte le mie password non perché è un impiccione, ma perché ha la stessa caparbietà di un hacker: non c’è zona di noi da cui vuole essere escluso, tutto di noi – ce lo garantisce – merita di essere salvato e portato in Cielo.

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