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Perché un buon cattolico dovrebbe fare attenzione a quello che mangia?

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Aleteia - pubblicato il 10/09/20

La cura equilibrata del corpo non è un capriccio né una forma di vanità, ma parte integrante del rispetto per se stessi e per il prossimo come templi dello Spirito Santo

Per un cattolico coerente, la cura equilibrata del corpo umano non è un capriccio né una forma di vanità, ma parte integrante del rispetto nei confronti di se stessi e del prossimo come templi dello Spirito Santo.

La dignità del corpo nella visione cattolica

A differenza di altre correnti di spiritualità, non riteniamo che lo spirito sia “attaccato” al corpo, come se questo fosse solo un gravoso involucro temporaneo di seconda categoria. Crediamo invece di essere un’unità di corpo e spirito, al punto che la resurrezione fa parte del nostro credo come uno di suoi pilastri imprescindibili. Visto che l’anima spirituale non muore, e quindi non ha bisogno di essere risuscitata, la resurrezione si riferisce necessariamente al corpo.

È evidente che nel tempo e nello spazio il corpo sia soggetto alle limitazioni di qualsiasi materia organica, compresi deterioramento e morte biologica. Quando verremo risuscitati per l’eternità, riprenderemo in qualche modo la corporeità, ma in modo incorruttibile. Una corporeità fuori dalla materialità di questo mondo è certamente uno dei grandi paradossi e misteri della fede cattolica, ma secondo la filosofia cristiana la manutenzione della propria corporeità in qualche modo gloriosa deriva proprio dalla nostra unità individuale indissociabile.

Per un cattolico, il corpo umano fa parte della dignità intrinseca della persona umana come un tutto unitario, e merita cure amorevoli e coscienti, che non si confondono né con le deturpazioni del culto del corpo, né con le negligenze del suo disprezzo. È una questione di equilibrio e buonsenso.




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Virtù e vizi legati alla nostra visione del corpo

In questo contesto, si comprendono in modo ancora più chiaro le virtù cristiane collegate al rispetto del corpo, sia proprio che altrui.

Conosciamo tutti l’importanza, per un cristiano, di virtù come la purezza e la modestia e la forza delle convinzioni cristiane sul fatto che la vita umana debba essere protetta con responsabilità e amore dal concepimento alla morte naturale, e questa stessa logica del rispetto del corpo si applica anche alla corretta alimentazione, che è una delle esigenze di cura più ovvie presentate dal corpo umano. Ciò che ingeriamo fa una grande differenza per quanto riguarda il modo in cui valorizziamo il tesoro della vita ricevuta da Dio, anche in questa fase passeggera dell’esistenza nel mondo materiale.

Oltre a questo, il modo in cui ci alimentiamo ha implicazioni importanti che vanno molto al di là di noi stessi come individui. La nostra negligenza a livello di alimentazione è tra le cause della fame che soffre gran parte dell’umanità: sviluppiamo abitudini così negative e irresponsabili in relazione al consumo e allo spreco del cibo che il modo in cui strutturiamo i processi di produzione e distribuzione degli alimenti esclude milioni di persone dall’accesso non solo a un’alimentazione sana, ma a qualsiasi forma di alimentazione.

Di fronte a tutte queste premesse e a questi scenari, dovrebbe essere più chiaro il motivo per il quale non è superfluo curare la nostra alimentazione e le sue implicazioni, sia per noi che per i nostri fratelli che soffrono brutalmente le conseguenze delle nostre scelte.


CHRIS PRATT

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