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Come ti smonto le fake sui vaccini con un TikTok

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Vita_da_as

Paola Belletti - pubblicato il 12/01/21

Le assistenti sanitarie del Laboratorio Covid di Bari hanno realizzato diversi video sul social del momento per combattere la diffidenza nei confronti dei vaccini.

Sul profilo TikTokVita_da _as troverete diversi contenuti, i classici video del social cinese con sottofondo musicale e a volte con il lip-sync (in pratica quando ci si fa doppiare da voci famose o meno: tra le più apprezzate di questo genere – da me- gli sketch di Brignano, ma non divaghiamo). Le giovani assistenti sanitarie, titolari del profilo, in forza al Laboratorio del Policlinico di Bari si esibiscono con la naturalezza di chi in questi ambienti si sente a casa e mostrano situazioni della propria vita professionale “in tempo di Covid”. E ora, si sa, il grande tema è quello dei vaccini.

Gli ultimi video delle AS “tirano in ballo” proprio loro e le paure irrazionali che rendono i vaccini sospetti a molti. E provano a disinnescarle con l’ironia.

Leggende metropolitane e sensati timori

Breve chiarimento, che invece dovrebbe essere lungo, ma non in questa sede e non senza specifiche competenze: le obiezioni, le domande e le paure circa i vaccini prodotti per immunizzare la popolazione mondiale dal Covid non sono tutte irrazionali, né tantomeno meritano di venire buttate subito in caciara.

Meritano ascolto attento e risposte chiare, e si trovano entrambi, se ci si rivolge agli interlocutori giusti e se anziché insulti o affermazioni inaccettabili si pongono domande serie. Sui social, invece, prevale, come spesso accade, l’assetto da curva ultras: cori da stadio gli uni contro gli altri, pochissimi argomenti, tanti e coloriti insulti.

Ma quelle contro cui si oppongono le assistenti sanitarie non sono obiezioni serie e circostanziate. Una su tutte: la convinzione che con l’iniezione del preparato ci venga inoculato un microchip e che questo c’entri, non si sa bene come, con la rete 5G, tema già caro a complottisti da prima ondata, quando il sospetto era che nemmeno esistesse, il virus.

La prof le incoraggia

A sponsorizzarle entusiasta c’è anche Maria Chironna, una professoressa associatadell’Università Aldo Moro del capoluogo pugliese, che ne apprezza la leggerezza e l’efficacia:

È da un po’ che sto tenendo d’occhio queste ragazze. Lavorano nel Laboratorio Covid19 del Policlinico 😉. Sono millennials, usano i social e forse possono arrivare con ironia e allegria lì dove bravissimi comunicatori un po’ âgée potrebbero non arrivare.

Armi persuasive

Niente di che, intendiamoci, ma sortiscono un bell’effetto perché usano due armi semplici ed efficaci. La prima: un social da millennial come è l’ipertrofico TikTok che cresce a dismisura da un paio d’anni in qua: è creativo, immediato, malleabile; la seconda, fanno leva su un principio di persuasione che utilizziamo tutti nella vita di ogni giorno: la somiglianza (unita ad un pizzico di “principio di autorità”). Somiglianza perché sono giovani donne, in salute, normali. Potrebbero essere molte di voi o le figlie di molti di noi. Inoltre sono professioniste sanitarie, certo non virologi,  microbiologi e ricercatori specializzati nella scoperta di vaccini all’avanguardia, ma la loro professione riguarda proprio la prevenzione primaria, l’igiene, la valutazione dei bisogni di salute in base a dati epidemiologici, biologici e sociali. Si occupano di educazione alla salute e i vaccini sono già parte del loro bagaglio e restano lo strumento per eccellenza per la prevenzione di numerose patologie.

@vita_da_as

Effetti collaterali… #vaccinocoronavirus#vaccinocovid19#vaccinoanticovid#comedy#covid19#covid#vaccino#neiperte#perte#fyp#vaccine

♬ Rihanna Umbrella – 𝑺𝒕𝒖𝒏𝒏𝒊𝒏𝒈 𝑴𝒖𝒔𝒊𝒄

Credete a tutto, persino all’oroscopo. Che vi ha fatto il vaccino?

Ecco, a provare a spiegarlo diventa già pesante; invece vedere la faccia di una di loro che al terzo giorno dalla somministrazione della prima dose diventa verde (è un effetto che la App consente di aggiungere) strappa una risata e scioglie la tensione. Nessuno si troverà un microchip iniettato sottocute perché, si chiede la voce da cui si fanno doppiare, a chi premerebbe spiare la vostra vita di dubbio interesse? (non è vero, interessa eccome ad aziende e soggetti di potere conoscere i profili delle persone, molto spesso come potenziali consumatori; ma siamo già tanto premurosi noi, nel fornirgliele spontaneamente, che non c’è bisogno di nessun microchip!). Un altro argomento utilizzato e molto meno leggero di quanto appaia lì per lì è il contrasto con tutto ciò cui di solito diamo credito: le tisane drenanti (ma quando mai?!), le creme snellenti, persino gli oroscopi! E ai vaccini invece no, “non volete credere perché non sapete quello che c’è dentro”.

Forse, se c’è un errore, sta nel fatto che si chieda di credere ai vaccini come fossero oggetto di fede quella con f maiuscola. Occorre prestare fiducia, su base ragionevole, informandosi, rivolgendosi a persone e fonti autorevoli o accettando qualche scorciatoia, come il consiglio di un amico competente di cui si abbia stima.

La “fede” come metodo di conoscenza

Tanto era già evidente, non sono una millennial, e questa storia dei vaccini e del sospetto che li circonda mi ricorda uno dei tanti insegnamenti di Don Luigi Giussani sul metodo di conoscenza: ne esiste un tipo, il più utilizzato nella dimensione quotidiana della vita, che procede per mezzo della fiducia. Una fiducia (o fede, ma non nel senso di virtù teologale) ragionevole, che ha motivo di essere accordata, che si basa sulla certezza morale che l’altro sappia quel che sta dicendo. Se così non fosse non mangeremmo nemmeno la pasta al sugo cucinata dalla mamma perché chissà cosa ci ha messo dentro! (Cosa che in qualche modo diventa vera dal momento che abbiamo scoperchiato il mondo delle contaminazioni agricole, industriali e alimentari; ma nella sostanza resta falso. Mia mamma mi vuole bene e non intende avvelenarmi. E così mangio con gusto il piatto di spaghetti fumanti).

@vita_da_as

Commentate per farci sapere di che argomenti vorreste che parlassimo. #pfizer#perteeee#vaccine

♬ suono originale – JackieFerre22

L’abitudine al sospetto

Ecco forse qual è forse la maggior debolezza che emerge in questa situazione, non causata dalla pandemia ma fatta risalire in superficie: lo sfilacciamento del tessuto sociale, della fiducia reciproca tra le persone, una diffusa attitudine al sospetto, alla smentita reciproca. Il Papa e la Chiesa, per sua stessa natura, non fanno che ricordarcelo: il mio bene è strettamente legato al bene dell’altro. La salvezza è personale ma non è solitaria; perché le persone sono fino al nucleo di ogni cellula “sociali”. Potremmo provare a vivere questa prova come metafora visibile di ciò che è invisibile. La salvezza eterna non c’entra niente col vaccino, siamo in tutt’altro ordine di cose, ma Dio benedica gli uomini di scienza, i ricercatori, i medici, i soldi che sono serviti per raggiungere questo traguardo. Senza idolatrarlo. E continui a vigilare su di noi perché se ne faccia un uso giusto e benefico per tutti.




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