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Basta bambini soldato, basta abusi sull’infanzia

CHILD SOLDIERS

Stefanie Glinski / AFP

Don Fortunato Di Noto - pubblicato il 12/02/21

Bandirei in tutto il mondo le armi giocattolo per bambini, immaginate quelle vere. Educare i bambini all’arte dell’amore e della tolleranza e non della guerra. Ma mancano le scuole della tolleranza e della pace. Poche, troppo poche per una tragedia immane.

Potrebbe essere un intelligente deterrente educativo, culturale e religioso (di fratellanza universale) e permetteremmo la diminuzione e chi poi non desidererebbe l’eliminazione dei ‘bambini soldato’, quelli veri, quelli indotti, costretti e manipolati per farsi la guerra tra coetanei e con gli adulti.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Scambiatevi un segno di pace. Dove è odio io porti la pace, dove è offesa io porti il perdono.

Ce li ricordiamo questi inviti ad agire come ‘uomini e donne’ che costruiscono’ case di pace, territori di pascoli erbosi.

La Giornata Internazionale contro i bambini soldato.

Un vero esercito di innocenti che combattono la barbarie della guerra. Se ne stimano cresce ogni anno, si stima che nel mondo circa 250mila bambini sono vittime di rapimenti e abusi sessuali e costretti a imbracciare le armi e reclutati da eserciti ‘improvvisati’ e senza un benché minimo di ‘umanità’. L’Africa è al centro. Non so se in questa categoria possiamo, timidamente inserire, chi è ‘assoldato dalla criminalità organizzata’, per altri tipi di guerre, per altri tipi di stragi.
I bambini, questi bambini tanto desiderati, tanto ostentati per difenderli e tutelarli, ma tanto dimenticati con tanta ipocrisia che pervade il non impegno a fare sempre di più.

Perché “si può fare di più, senza essere eroi”, una canzone popolare ci richiamava all’azione per l’aiuto reciproco.
Bambini ‘utilizzati’ a fare ogni cosa per portare guerra, distruzione, annientamento. Perché anche se qualcuno di loro non imbraccia un fucile o una machete, sono utilizzati come ‘staffette’ di messaggi, facchini, trasportatori di ‘bombe’, kamikaze, imbottiti non di caramelle o veri giocattoli, ma di bombe. Chissà se la carne di innocenza sparsa possa far germogliare, nei terreni coperti di sangue, un fiore, un germoglio di speranza. Poi, dopo.

Così piccoli che non si ha paura: infatti, si può avere paura di un bambino?

Il cuore esplode di gioia, alla visione di un bambino. Invece si muore per e con loro però nel terrore di una intollerabile e inaccettabile crimine. Un crimine che, insieme a tanti altri (e non li elenchiamo, perché tutti lo sanno), deve essere condannato. Bandito dalla faccia della terra. Che bello sognare un mondo di bambini che vivano da bambini e gli adulti li proteggano, tutelano, accudiscono, li accompagnano a lasciare il mondo migliore di quanto lo abbiamo trovato.

Gridare a squarciagola dai tetti: non è possibile che adulti, inumani e disumani, scelgano le ‘guerre’ dei e tra i bambini. Neanche gli adulti devono fare guerre. La vergogna delle armi impone una guarigione del cuore dell’uomo, sempre in combattimento tra possedere, avere e bramare. Schiacciare l’altro per conquistare territori e ricchezza.
Crimini impuniti e fiumi di sangue sempre più inondanti che interpellano, si spera, le nostre sopite e addormentate, coscienze, in Occidente, come in oriente, al Sud del mondo e al nord. Più sud del sud. Nel terzo e nel quarto mondo digitalizzato, dove anche nel web si reclutano e condizionano le menti fragili e deboli alla ‘guerra digitale’ che ha effetti reali: ti insegno a costruire bombe e basta un clic per far strage di innocenti menti instabili, sole e abbandonate. Perché anche nel deserto suona un cellulare e puoi fare scambi di valute per alimentare la guerra e il traffico di armi e non solo.

I bambini ci interpellano? Non vogliono fare guerre. Ve lo assicuro.
Ci scuotono le coscienze? Spesso si lanciano, dopo aver conquistato la fiducia, in un abbraccio, che non sia da parte nostra di morte e di devastazione. Ricordiamolo oggi, ricordiamolo e agiamo sempre.

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