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La scienza rivela i benefici dell’avere un fratello disabile

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SeventyFour | Shutterstock

Cerith Gardiner - pubblicato il 23/03/21

Per i bambini normodotati, è una vera benedizione avere un fratello o una sorella più vulnerabile

Nel legame tra fratelli c’è qualcosa di unico. Spesso si tratta del primo rapporto stretto che un bambino forma, e può durare una vita intera. Gli scienziati di due università israeliane – l’Università di Tel Aviv e l’Università di Haifa – hanno fatto tuttavia una scoperta interessante sui benefici che sperimentano i bambini che hanno un fratello o una sorella con disabilità mentali o intellettive.

“Avere un bambino con una disabilità in famiglia presenta richieste uniche a tutti i membri della famiglia, inclusi i fratelli normodotati. Anche se le sfide esistono, sono spesso accompagnate da contributi positivi sia a breve che a lungo termine”, ha affermato il professor Zaidman-Zait, co-autore dello studio, pubblicato su Science Daily.

È interessante, anche se forse comprensibile, che lo studio abbia rivelato che quando un bambino ha un fratello o una sorella con necessità speciali è più solidale. Questi fratelli hanno anche “un tasso superiore di empatia, capacità di insegnamento e vicinanza, e uno inferiore di conflitto e rivalità rispetto a quelli con fratelli normodotati”. Tutte le qualità che vorreste avesse vostro figlio!

Gli scienziati hanno realizzato la loro ricerca analizzando 60 bambini tra gli 8 e gli 11 anni, metà dei quali aveva fratelli normodotati, mentre l’altra metà ne aveva con disabilità intellettive.

Attraverso disegni e questionari, e le domande alle mamme sulla qualità dei rapporti dei loro figli, gli scienziati sono stati in grado di verificare le differenze tra le due classi di bambini.

“Ci siamo basati sull’assunto di base per cui il rapporto artistico permette di esprimere visivamente il contenuto interiore e sul fatto che i resoconti personali dei bambini hanno un valore aggiunto speciale negli studi che misurano le qualità dei rapporti fraterni, soprattutto in aree in cui i genitori potrebbero avere meno intuizioni”, ha spiegato il professor Zaidman-Zait.

Con l’aiuto di terapeuti esperti, i disegni sono stati esaminati per aiutare ad analizzare le illustrazioni. Dettagli piccoli ma significativi, come la vicinanza dei fratelli nel disegno, erano un modo per misurare i rapporti fraterni. I questionari sia dei bambini che delle mamme hanno offerto ulteriori indicazioni su questi rapporti.

I risultati generali hanno portato a concludere che “avere un membro della famiglia con una disabilità rende gli altri membri, inclusi i bambini normodotati, più attenti alle necessità altrui”, ha osservato il professore.

Se questo può non sorprendere le mamme e i papà che hanno figli sia normodotati che con disabilità intellettive, è importante che i risultati dello studio vengano condivisi, soprattutto per chi potrebbe provare un po’ di trepidazione al momento di accogliere in famiglia un bambino con necessità speciali.

Grazie a questi risultati, la gente può non solo apprezzare la gioia di una famiglia così bella – anche se a volte impegnativa –, ma anche comprendere i veri benefici che questi fratelli possono apportarsi a vicenda e offrire a chi li circonda.

Cosa forse più importante, in un momento in cui la società cerca la perfezione, la gente può rendersi conto che le persone disabili possono essere un elemento fondamentale per creare la famiglia perfetta e i fratelli perfetti!

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