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Dove sono le reliquie della tunica indossata da Gesù durante la Passione?

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Oliver Dietze / DPA / AFP

La Sacra Tunica di Treviri.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 29/03/21

Sulla veste di Gesù ci sono molte ipotesi: le più plausibili portano ad una tunica conservata a Treviri in Germania o ad Argenteuil in Francia

Che fine ha fatto la tunica indossata da Gesù durante la Passione? Dove si trovano le sue reliquie. Indaga lo scrittore Massimo Centini nel libro Pilato – Indagine sull’uomo che uccise Gesù” (edizioni Terra Santa). 

L’argomento è controverso poiché nei testi apocrifi si sono sviluppate le ipotesi più strane. Ma noi atteniamoci anzi tutto sulle fonti ufficiali, cioè i Vangeli sinottici. 

Sulla veste di Gesù Cristo i testi canonici, purtroppo, ci forniscono scarse informazioni. «Si dividono fra loro le mie vesti, tirano a sorte sulla mia tunica» (Sal 21,19). Matteo ricorda che i soldati del governatore si radunarono intorno a Cristo e «spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto» (Mt 27,28). 

La versione di Marco e Luca

Solo dopo averlo beffato e percosso gli tolsero il manto rivestendolo con la propria tunica. Su questo episodio Luca invece si sofferma appena.

In seguito, i soldati di Pilato posti a guardia ai piedi della croce «si spartirono le sue vesti, tirandole a sorte per sapere quel che ne sarebbe toccato a ciascuno» (Mc 15,24; cfr. Lc 23,34).

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La veste bianca e lo scialle rosso: così ci è stata tramandata l’immagine dell'”abbigliamento” di Gesù durante la Passione.

La versione di Giovanni

Giovanni, a differenza dei sinottici, indugia maggiormente sull’episodio: «I soldati, quand’ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, ed anche la tunica. Ma la tunica era senza cucitura, tessuta dalla parte superiore tutta di un pezzo. Dissero dunque fra loro: “Non dividiamola, ma tiriamo a sorte di chi sarà”» (Gv 19,23-24).

Vestito di bianco

Non va inoltre dimenticato che, stando alla testimonianza di Luca, Gesù dopo l’udienza da Erode ritornò da Pilato interamente vestito di bianco: «Erode, insieme ai suoi soldati, lo schernì, gli mise addosso una veste bianca e lo rimandò da Pilato» (Lc 23,11).

La veste della Trasfigurazione

Per Matteo, nell’episodio dellaTrasfigurazione, Gesù era simile al sole con vesti bianche come la luce (Mt 17,2); anche dopo la resurrezione il Cristo viene raffigurato vestito di bianco (Mc 16,5; Lc 24,4; Gv 20,12). L’identico modello si rintraccia anche nell’aspetto del vincitore dell’Apocalisse (Ap 3,4-5; 7,14; 22,14).

Tutte le volte in cui Gesù è stato spogliato e rivestito

Guardando alle informazioni che possiamo trarre dai Vangeli e relative all’abbigliamento di Cristo nel corso della Passione, prendiamo atto che il panorama è piuttosto ampio e quindi le sue molteplici sfaccettature possono aver facilitato l’elaborazione apocrifa:

Cristo, prima di essere incoronato di spine e flagellato, fu spogliato e rivestito con un mantello scarlatto (Mt 27,28).

Dopo l’umiliazione subita, fu rivestito con i propri abiti (Mt 27,31).

Prima di essere crocifisso, fu ancora spogliato e le sue vesti divise nel gioco (Mc 15,24; Gv 19,23-24).

Fu rivestito con un manto bianco dai soldati di Erode (Lc 23,11).

Le vesti furono smembrate, ma la tunica fu mantenuta intatta (Gv 19,24).

Reliquie in vari posti d’Europa

La tunica di Gesù tirata a sorte dai soldati romani è quella che ha dato lo spunto per sorreggere il tracciato narrativo leggendario, presente nel Ciclo di Pilato.

Malgrado gli accorgimenti per evitare frodi, le presunte vesti di Cristo (o loro parti), venivano mostrate in vari luoghi dell’Europa cristiana. E suscitavano grande interesse e crescenti manifestazioni di fede popolare. 

Lo zar di Russia

Una tunica inconsutile era conservata dallo zar Michele di Russia. Ed era giunta dalla Georgia attraverso un soldato di quel paese che “la vinse ai piedi della croce”. Tradizioni simili erano narrate in molte altre chiese: da Roma a Westminster, da Chartres a Praga.

La reliquia di Treviri

Tra le presunte vesti ritenute le più vicine a quella che probabilmente fu l’autentica Tunica Christi, va posta in primo luogo la reliquia di Treviri.

Questa tunica, che si dice recuperata da sant’Elena, fu considerata autentica da papa Silvestro I (250- 330), non solo per un fatto di fede, ma anche per alcuni importanti riferimenti “strutturali”. 

L’altezza di Cristo

Tali connessioni riguardavano in particolare la presunta altezza di Cristo. Sulla base di misurazioni non sempre molto chiare, si attribuiva al Messia una statura superiore alla media.

Gli empirici rilievi antropometrici effettuati già nell’antichità con quest’intenzione non trovano conforto nelle fonti canoniche, in cui, tra l’altro, non vi sono informazioni sulla statura.

La coincidenza con la Sindone

La Tunica Christi di Treviri potrebbe confermare l’ipotesi di un’altezza superiore a 1,80 metri. Vediamo perché:

Il reperto misura anteriormente 1,48 metri e posteriormente 1,67 metri. Si trattava di un indumento che dal collo giungeva ai piedi e che veniva accostato ai fianchi in occasione di viaggi o altro. Ora, se si completano le misure della tunica con la lunghezza del capo e del collo, ne viene che codesta tunica dovette rivestire un individuo in possesso delle caratteristiche antropometriche, e quindi anche della statura, del Cristo sindonico.

La tunica di Argenteuil

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Un altro importante reperto che offre un contributo non indifferente alla ricerca della nota tunica di Cristo, è il presunto abito conservato ad Argenteuil, in Francia. Si tratta di una tunica giunta a noi in buono stato di conservazione, offrendo pertanto agli studiosi ampie opportunità di analisi e di confronto.

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